ESC 2016: La Russia contro il trionfo dell’Ucraina

afp_ao8es_ori_crop_MASTER__0x0-593x443

Il successo di Jamala, con la canzone “1944” che ricorda il dramma della deportazione dei tartari in Crimea su ordine di Stalin e nella quale morì anche la nonna dell’artista, scatena le reazioni a Mosca, soprattutto da parte dei rappresentanti politici russi.

La vittoria dell’Ucraina all’Eurovision Song Contest diventa un caso politico. A sollevare la questione è un senatore russo, Klintsevitch Frantz: “È la politica che ha sconfitto l’arte” dice a proposito della canzone “1944” con cui la cantante Jamala ha trionfato alla manifestazione canora. “L’Ucraina in realtà ha perso” sentenzia poi il presidente della Commissione Esteri del Senato russo, Konstantin Kosachev, dalla sua pagina Facebook.

La questione insomma sconfina ben oltre la competizione canora e diventa diplomatica. E le ragioni vanno cercate nel testo della canzone “1944” è decisamente anti-russo. Il brano cantato dalla 32enne ricorda la storia vissuta dalla sua bisnonna materna, tra i Tartari deportati nel 1944. Accusati di collaborare con la Germania nazista, circa 200mila persone di questo gruppo etnico furono deportate dalla Crimea all’Uzbekistan per ordine di Josip Stalin: molti morirono per fame e malattie. La canzone aveva già suscitato polemiche prima della competizione perché è stata interpretata come una critica all’annessione russa della Crimea, nel marzo 2014. Tanto che Mosca aveva tentato di bloccare la partecipazione di Jamala (il cui vero nome è Susana Jamaladinova) chiedendo la squalifica del brano. Ma la giuria, ammettendo il testo, ha dato il via alla polemica. a questo si aggiunge, la netta vittoria dell’Ucraina che con 534 punti si è piazzata prima davanti all’Australia, ma soprattutto davanti a Sergey Lazarev, rappresentate della Russia. Partito da favorito con una canzone che ricorda quella che vinse lo scorso anno, Lazarev è stato battuto a sorpresa. E forse proprio per il contenuto «politico» della canzone di Jamala.

Le pressioni politiche nell’area sono tante e rendono tesi anche i rapporti tra Russia e Occidente. L’Ucraina accusa Mosca di sostenere militarmente i separatisti filo-russi nell’est del Paese. Il conflitto che oppone l’esercito ucraino e i ribelli delle province di Donetsk e Luhansk ha fatto quasi 9.300 morti e oltre 1 milione e messo di sfollati da aprile 2014, in seguito al rovesciamento del presidente Viktor Ianukovich e l’uscita del Paese dall’area russa con conseguente avvicinamento dell’Ucraina ai paesi Nato. Da febbraio 2015, un accordo di cessate il fuoco ha raffreddato gli scontri, ma il conflitto è solo ridimensionato.

La Russia ora vuole l’annullamento dei risultati. «Un’esibizione e una vittoria incredibile, tutta l’Ucraina ti ringrazia di cuore, Jamala» si è complimentato il presidente ucraino, Petro Poroshenko, su Twitter. «Ero certa che se canti e dici a verità tocchi davvero il cuore delle persone» ha detto la cantante in conferenza stampa. Ma dalla Russia i pareri sono di tutt’altra natura. E da più parti – sui media russi – ora si chiede l’annullamento dei risultati della competizione di Stoccolma.

Come già noto, la canzone ucraina è dedicata alla deportazione dei tatari di Crimea sotto Stalin, che ha coinvolto anche la bisnonna della cantante.

È chiaramente la Russia a esprimere il maggio dissenso. Konstantin Kosaciov ha dichiarato: “Se il festival non fosse stato politicizzato, Sergey Lazarev avrebbe sicuramente vinto il primo premio, come ha anche dimostrato il voto degli spettatori”. Il senatore ha poi affermato che l’Ucraina il prossimo anno organizzerà l’Eurovision con il denaro che non ha mai restituito alla Russia e che presumibilmente non ha.

A Kosaciov si aggiunge la voce della portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che ha dichiarato: “Per vincere la prossima edizione dell’Eurovision servirà una canzone contro il presidente siriano Bashar al Assad”. (la Russia è alleata di Assad in Siria). Zakharova ha anche proposto un ritornello sarcatsico in inglese: “Assad blood, Assad worst. Give me prize, that we can host.

“Oggi anche se sei il più grande vocalista al mondo, la tua cittadinanza russa ti impedisce l’accesso al primo posto”. Questo il commento del vice premier russo della Crimea, Ruslan Balbek, e ha poi continuato: “Sembra che Jamala stia seguendo le orme della cantante Ruslana. La vittoria all’Eurovision, i balli a Maidan, l’isteria antirussa, una posizione ministeriale. In un paio d’anni nessuno si ricorderà di questa cantante”.

Con quest’ultima frase si fa riferimento a Ruslana Lyžyčko, artista ucraina che vinse l’Eurovision nel 2004 con una canzone simile, e che essendo ricordata a 12 anni da allora non sembra poi essere stata davvero dimenticata.

Ovviamente di tono diverso il commento  del presidente ucraino Petro Poroshenko: “Tutta l’Ucraina ti ringrazia di cuore, Jamala.”, lodando l’artista per l’incredibile performance.

 

Rispondi