ESC 2019 – Islanda: Multa di 5,000 euro alla RÚV per l’incidente degli Hatari a Tel Aviv

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L’EBU-UER ha deciso di multare all’emittente pubblica islandese RÚV a causa degli Hatari, che all’annuncio del loro punteggio finale, il gruppo ha esposto sciarpe con scritte e colori della bandiera della Palestina, scatenando non poche controversie nella stampa internazionale. 

Nella parte finale della serata conclusiva della 64ª edizione dell’Eurovision Song Contest 2019, che si è svolto per la terza in Israele (dopo le edizioni del 1979 e del 1999) presso l’Expo di Tel Aviv, in Israele, grazie alla vittoria di Netta Barzilai con “Toy” nell’edizione precedente, durante l’annuncio dei punti conseguiti tramite televoto, gli Hatari, il gruppo musicale islandese rappresentanti designati dell’Islanda, hanno esposto delle sciarpe con scritte e colori della bandiera palestinese. 

Gli Hatari hanno infranto la regola anti-politica dell’EBU-UER, sventolando delle sciarpe con scritte e colori della bandiera palestinese. Ora costerà all’emittente pubblica islandese RÚV una multa di 5.000 euro.

Il trio è salito alla notorietà grazie alla partecipazione all’Eurovision Song Contest 2019 con il brano “Hatrið mun sigra” (Hatred will prevail) i, classificandosi decimi. Grazie alla vittoria nella manifestazione, gli Hatari hanno guadagnato il diritto a rappresentare l’Islanda all’Eurovision Song Contest 2019 a Tel Aviv, dove si sono classificati decimi ottenendo 232 punti, di cui 186 dal televoto e 46 dalle giurie; sono stati i più votati dal pubblico di Ungheria, Polonia e Finlandia. All’annuncio del loro punteggio finale, il gruppo ha esposto sciarpe con scritte e colori della bandiera della Palestina. Ciò non fu del tutto inaspettato poiché il gruppo aveva preso posizione sul conflitto ben prima dell’inizio della competizione.

L’EBU-UER, ha deciso di multare l’emittente pubblica islandese RÚV con 5000 euro per l’incidente.

L’incidente è stato pianificato dagli Hatari prima che viaggiassero in Israele. Hanno avuto alcuni problemi con le esibizioni in Israele e hanno anche detto che “[Non] non pensiamo che ci sarà una bandiera palestinese sul palco”.

La multa di 5000 Euro è la multa minima imposta dall’EBU-UER alle emittenti pubblice televisive che violano le regole dell’Eurovision Song Contest.

RÚV ha obiettato all’intenzione dell’EBU-UER di multare l’emittente per la condotta di Hatari: “Siamo insoddisfatti della gestione del caso e del risultato proposto”, affermando che hanno adottato tutte le misure possibili per evitare che gli Hatari infrangessero qualsiasi regolamento dell’EBU-UER, e che non saranno mai in grado di impedire completamente agli artisti islandesi di fare o dire qualsiasi cosa che possa violare le regole dell’EBU-UER.

Né Madonna né nessun altro artista all’Eurovision Song Contest 2019 aveva aderito al boicottaggio della manifestazione chiesto da più voci in tutto il mondo, a partire dagli attivisti di BDS (Boycott, Divestmentm, Sanctions) e da esponenti di spicco del panorama musicale come Roger Waters.

Nonostante lo scambio di ostilità della settimana prima tra Israele e Palestina e gli eventi alternativi come Gazavision e Globalvision – lanciati per attirare i riflettori internazionali sull’occupazione israeliana dei territori palestinesi – tutto sembrava filare liscio sul palco dell’Expo di Tel Aviv. La politica sembrava essere rimasta fuori dalla kermesse musicale, confinata alle marce di protesta, alle campagne social e ai cartelloni lontane dall’occhio delle telecamere. Non destinati certo a fare capolino in diretta televisiva, in mondovisione, davanti a milioni di spettatori.

Ma gli organizzatori non avevano fatto i conti con il gruppo di artisti techno BDSM contro il capitalismo dagli abiti bondage-sadomaso provenienti dall’islanda. Quando le telecamere hanno inquadrato la reazione della band islandese Hatari al voto popolare, ecco spuntare fuori le tanto temute sciarpe in sostegno della causa palestinese, tenute tra le mani con aria inespressiva ma non certo diplomatica.

Forse c’era da aspettarselo da un collettivo di arti performative definito sullo stesso sito di Eurovision “BDSM, tecno-distopico e anti-capitalista”.

Il ritornello della canzone non faceva presagire nulla di meglio: “L’odio prevarrà – E il cuore dell’Europa verrà impalato – Brucerà la sua rete di menzogne – Ora dalla conflagrazione, si ergerà l’unità”.

Le telecamere si sono subito mosse in altra direzione ma non sono riuscite a celare qualche secondo di disagio da parte dei presentatori, Bar Refaeli e Ezra Tel.

Nel febbraio scorso, la band aveva sfidato il primo ministro israeliano a partecipare a un combattimento di wrestling islandese con un comunicato. La sfida si dovrebbe tenere secondo le intenzioni degli Hatari a Magen David Square di Tel Aviv il 19 maggio, ovvero all’indomani della finale di Eurovision. 

Nonostante RÚV ha confermato le date dello Söngvakeppnin 2020 (noto anche come Söngvakeppni Sjónvarpsins / Television Singing Contest), selezione nazionale dell’Islanda per partecipare alla 65ª edizione dell’Eurovision Song Contest si terrà presso l’Ahoy Rotterdam di Rotterdam, nei Paesi Bassi.

Lo Söngvakeppni Sjónvarpsins 2020 sarà caratterizato da due Semi-finali che si terrano l’8 Febbraio e il 15 Febbraio 2020 presse allo Háskólabíó (The University Cinema) nella parte occidentaledi Reykjavík una Finale che si terrà il 29 Febbraio 2020 presso lo Laugardalshöll Arena (Íþróttahöllin í Laugardal) di Reykjavík.

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