- Periodo: Sabato, 23 Marzo 1963
- Presentatore (i): Katie Boyle
- Trasmesso da: British Broadcasting Corporation (BBC)
- Sede: BBC Television Centre (Londra, Regno Unito)
- Brano Vincitore:
“Dansevise” – Grethe & Jørgen Ingmann (Danimarca) (1°)
- Participanti: 16 paesi
- Debuttanti: Nessuno
- Ritorni: Nessuno
- Ritiri: Nessuno
- Nil Points: Finlandia, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia.
- Struttura di voto: Ognuno dei venti giurati per ogni paese assegna 5, 4, 3, 2 e 1 punto alle sue cinque canzoni preferite.
- Orchestra: Diretta dai maestri: Francis Bay, Øivind Bergh, Willy Berking, Gigi Cichellero, George de Godzinsky,Rafael Ibarbia, Raymond Lefèvre, William Lind, Kai Mortensen, Franck Pourcel, Miljenko Prohaska, Eric Robinson e Erwin Halletz.
- Interval Act: Ola & Barbro
L’ottavo Gran Premio Eurovisione della Canzone si tenne a Londra (Regno Unito) il 23 marzo 1963.
ordine | paesE | interprete(I) | CANZONE – traduzione | PUNTeggIo | POSIZIONE |
---|---|---|---|---|---|
01 | ![]() |
Ronnie Carroll | Say wonderful things | 028 | 04 |
02 | ![]() |
Annie Palmen | Een speeldoos (A musical box) | 000 | 13 |
03 | ![]() |
Heidi Brühl | Marcel | 005 | 09 |
04 | ![]() |
Carmela Corren | Vielleicht geschieht ein Wunder (Maybe a miracle will happen) | 016 | 07 |
05 | ![]() |
Anita Thallaug | Solhverv (Solstice) | 000 | 13 |
06 | ![]() |
Emilio Pericoli | Uno per tutte (One for all) | 037 | 03 |
07 | ![]() |
Laila Halme | Muistojeni laulu (The song of my memories) | 000 | 13 |
08 | ![]() |
Grethe & Jorgen Ingman | Dansevise (Dance ballad) | 042 | 01 |
09 | ![]() |
Vice Vukov (Вице Вуков) | Brodovi (Бродови, Ships) | 003 | 11 |
10 | ![]() |
Esther Ofarim (אסתר עופרים) | T’en vas pas (Don’t go away) | 040 | 02 |
11 | ![]() |
Alain Barrière | Elle était si jolie (She was so pretty) | 025 | 05 |
12 | ![]() |
José Guardiola | Algo prodigioso (Something marvellous) | 002 | 12 |
13 | ![]() |
Monica Zetterlund | En gång i Stockholm (Once in Stockholm) | 000 | 13 |
14 | ![]() |
Jacques Raymond | Waarom? (Why?) | 004 | 10 |
15 | ![]() |
Françoise Hardy | L’amour s’en va (Love goes away) | 025 | 05 |
16 | ![]() |
Nana Mouskouri (Nάνα Μούσχουρη) | À force de prier (By the might of prayer) | 013 | 08 |
Partecipazione mancate
• Spagna: “Nubes De Colores” (Spanish) – José Guardiola. Conflicting reports state that TVE’s aim was to use the Festival de la Canción Mediterránea (Mediterranean Song Festival) as the national final, while others maintain that TVE’s intention was to select internally one of the performers that had won a prize in one of the many song festivals that used to take place across the Spanish geography. José Guardiola had won the 1962 Mediterranean Song Festival with the song “Nubes de colores”, but the result was declared null and void the day after the festival because a fix was discovered in the voting process. Paper ballots were sold to the audience in the hall; however, by the end of the festival, more ballots were counted in the box than the number that had been sold. José Guardiola was chosen to represent Spain but with another song, “Algo prodigioso”.
Paesi partecipanti
Paesi partecipanti
Come i Paesi Bassi nel 1960, la Francia rifiutò di organizzare il concorso nel 1963. Il Regno Unito – che ospiterà diverse delle (poche) edizioni in cui non è la nazione vincitrice l’anno prima a organizzare l’evento- assunse la direzione del “Gran Premio dell’Eurovisione” e per la prima volta il programma fu prodotto da una donna.
La BBC fece un esperimento in questo concorso. Le canzoni furono trasmesse via radio da uno studio, il pubblico e la giuria fu situata in un’altra posizione. Ogni canzone ebbe una scenografia differente, il cambiamento dello scenario avvenne molto rapidamente. Al tempo girarono voci, mai verificate, che le esibizione fossero registrate.
Per la terza volta consecutiva, gli stessi 16 paesi parteciparono al concorso, , le stesse del 1961 e del 1962.
In seguito a quelli dell’anno precedente, ulteriori cambiamenti furono fatti al sistema di voto, in particolare espandendo il numero di giurati per ogni paese partecipante a 20. Il numero di punti assegnati da ogni membro fu aumentato da 3 a 5; ciò diede alle giurie l’occasione di votare per le loro cinque canzoni favorite. Il sistema fu esattamente lo stesso del 1962, l’unico cambiamento fu che i membri della giuria poterono ora votare per cinque canzoni anziché tre. L’obiettivo sarebbe quello di ridurre il rischio “nul points”, fallito miseramente. Infatti, l’infame etichetta tocca a Svezia (Monica Zetterlund), Finlandia (Laila Halme), Norvegia (Anita Thallaug), e per il secondo anno di fila Olanda (Annie Palmen).
È l’edizione che passerà alla storia per la polemica del voto norvegese. È una storia che, in Svizzera, ancora dopo più di cinquant’anni, è ricordata come un furto. Succede infatti che, quando arriva la votazione norvegese, la quinta, Roald Øyen, che rende conto dei voti della sua nazione via telefono, manda in confusione Katie Boyle, tornata a presentare l’evento. Dopo il conteggio dei voti, sembrò che avesse vinto la Svizzera (la Svizzera era prima a quota 39, la Danimarca seconda a 38 e l’Italia terza a 34) a causa dell’impreparazione e dell’errata comunicazione dei voti della giuria norvegese, ma la Norvegia fu richiamata al termine di tutte le votazioni (i risultati arrivavano via telefono) e comunicò i propri voti nel modo corretto.
Fin da subito, però, si nota un’incongruenza: i voti sono stati chiaramente cambiati. Nella votazione originale la Danimarca era a 2 punti, la Svizzera a 3 e l’Italia a 4. Nel nuovo collegamento, viene cambiato tutto, in modo misterioso: la Svizzera prende un punto, l’Italia 3, la Danimarca 4. Il vincitore fu la Danimarca con il brano “Dansevise”, eseguito da Grethe e Jørgen Ingmann.
Finisce così per non vincere la prima cantante non europea del concorso, Esther Ofarim con “T’en va pas”, mentre ottiene il successo una canzone, “Dansevise” dei coniugi Grethe e Jørgen Ingman, che non sfonderà al di là di Danimarca e Olanda.
Quattro dei più celebrati cantanti parteciparono al concorso, Nana Mouskouri (ad oggi, 300 milioni di dischi venduti nel mondo), che si esibì per il Lussemburgo e si classificò al settimo posto; Françoise Hardy che rappresentò Monaco e si piazzò il quinto posto; Alain Barriére per la Francia e si piazzò il quinto posto; e Heidi Brühl per la Germania e si piazzò al nono posto.
Il brano “Uno per tutte” permise a Emilio Pericoli di classificare l’Italia al terzo posto.
“Uno per tutte”, a Londra, non doveva nemmeno cantarla, Emilio Pericoli. Era infatti deciso che, sul palco eurovisivo, dovesse andarci Tony Renis. Solo che l’uomo che l’anno prima aveva messo a soqquadro il mondo con la storica “Quando quando quando” (il giorno il mese e l’ora in cui, forse tu mi bacerai) non va. Non va perché alcune vicende lo tengono lontano, e allora si vira sull’altro interprete della canzone, appunto Emilio Pericoli.
Pericoli è da alcuni anni un personaggio che ha acquisito fama fuori dall’Italia, in particolare negli USA, dove è stata particolarmente apprezzata la sua versione di “Al di là” di Betty Curtis (oltre 1 milione di copie, top 10 dei dischi più venduti negli States e top 30 britannica). Nel 1963, in Europa, porta un testo che parla di quattro donne evidentemente corteggiate dal protagonista della canzone: Claudia, Nadia, Laura e Giulia. La canzone diventerà famosa in Italia nell’interpretazione di Tony Renis, ma Pericoli, oltreconfine, sarà capace di rifarsi ampiamente.
Il cantante di Cesenatico, comunque, non durerà tantissimo, in quanto già alla fine degli anni ’60 esaurirà in gran parte la sua parabola artistica. E’ scomparso nell’aprile 2013, all’età di 85 anni.
Il suo terzo posto, in patria, è ottimamente accolto. Nessuno, però, è minimamente in grado di immaginare quale fulmine lancerà l’Italia sull’Europa non più tardi di un anno dopo.
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