Il successo degli anni ’90

Gli anni novanta sancirono il ritorno di Sanremo come appuntamento fisso per la società italiana (al punto tale che la sigla d’apertura dell’edizione 1995 e dell’edizione 1996, Perché Sanremo è Sanremo, divenne una sorta di slogan informale della manifestazione): per il Festival di Sanremo 1990, come già detto, tornarono le giurie popolari, ma anche l’orchestra e gli interpreti stranieri in gara, seguite due anni dopo dal ritorno alla presentazione di Pippo Baudo (che assunse anche la direzione artistica del Festival) e delle eliminatorie fra i “Big”. Queste, al contrario delle edizioni precedenti, colpirono stavolta gli esponenti della musica dell’ultimo trentennio a tutto vantaggio delle “nuove voci” emergenti, come Laura Pausini (vincitrice della categoria Giovani al Festival di Sanremo 1993 e terza l’anno dopo fra i “Campioni”), Biagio Antonacci, Andrea Bocelli e Giorgia (vincitrice del Festival di Sanremo 1995).

L’edizione del 1997, vinta dai Jalisse con Fiumi di parole, segnò l’ultima discussa partecipazione italiana all’Eurovision Song Contest nel XX secolo, infatti il duo, dato per favorito anche all’estero, raggiunse il secondo posto, lasciando spazio alle voci riguardanti un possibile sabotaggio.

A confermare il tentativo di svecchiamento della canzone italiana, a partire dal 1995 fu garantito l’accesso alla finale dei “Campioni” ai primi classificati fra i giovani: se la regola funzionò in quell’anno, garantendo proprio l’affermazione di Giorgia, il meccanismo produsse una serie di cantanti negli anni successivi (come i Jalisse, vincitori di Sanremo 1997, e Annalisa Minetti, che vinse il Festival del 1998) che finirono ben presto nell’oblio. Addirittura, nessuna delle canzoni dell’edizione 1998 riuscì a rientrare nella classifica dei 100 singoli più venduti di quell’anno.