ESC 2022: Martin Österdahl spiega l’esclusione della Russia dall’Eurovision Song Contest

Martin Österdahl, Supervisore Esecutivo dell’Eurovision Song Contest, per la prima volta parla direttamente dell’esclusione della Russia dall’EBU-UER e dal concorso.

Queste le sue parole rilasciate a NVP, la società di broadcasting che da anni collabora con l’EBU-UER in diverse produzioni: “Non è stata una decisione facile, perché non è il governo russo a competere, ma la tv russa che è parte dell’EBU-UER. E Loro non avevano fatto nulla di male. Avevano inviato del materiale interessante senza mai infrangere le regole. Ma la loro partecipazione era diventata insostenibile, perché noi abbiamo una regola, nella quale si dice che non bisogna gettare discredito sulla competizione.”

Österdahl spiega come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sia stata di fatto la goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo alcuni anni nei quali Russia e Bielorussa erano di fatto sotto osservazione: “Onestamente, è stata una discussione che andava avanti da molto tempo, ma ora è diventata di grande attualità a causa dell’invasione. La cooperazione del servizio pubblico si basa su una serie di valori fondamentali che né la Bielorussia né la Russia sono più in grado di soddisfare. Si tratta principalmente della libertà di espressione.”

Una decisione, quella di escludere la Russia dall’Eurovision Song Contest 2022, che Österdahl ribadisce dunque non essere politica, bensì causata dalla mancata aderenza ai valori del concorso, fra tutti quelli del rispetto reciproco, della non discriminazione e dell’accoglienza.

Valori peraltro ben riassunti nel numero di intervallo “Gray people”, realizzato in occasione dell’Eurovision Song Contest 2016 di Stoccolma del quale Österdahl era il supervisore per conto della tv svedese.

Dobbiamo ricordare che la stessa sorte della Russia era infatti capitata alla Bielorussia lo scorso anno. BTRC sta scontando attualmente una sospensione di tre anni, che con tutta probabilità verrà prolungata a seguito della repressione violenta del dissenso e delle opinioni contrarie al Governo da parte del presidente Lukashenko.

Una vicenda che si trascina dall’agosto 2020, da quando il presidente Lukashenko è stato rieletto per la sesta volta Capo dello Stato a seguito però di una votazione fortemente contestata dalle opposizioni, che hanno lamentato brogli e non riconosciuta dalla comunità internazionale per la mancanza di trasparenza.

Da allora sono tuttora in corso proteste culminate con arresti e scontri e con la messa al bando di tutti gli artisti (compresi molti ex eurovisivi, tra di loro i VAL, che avrebbero dovuto rappresentare la Bielorussia all’Eurovision Song Contest 2020 con il brano “Da vidna” (Да відна, Before dawn), poi cancellato a causa della pandemia di COVID-19 e i NAVI, rappresentanti della nazione all’Eurovision Song Contest 2017 con il brano  “Story of My Life” (Historyja majho žyccia)) reputati vicini alle proteste e contrari al Governo.

L’esclusione dall’Eurovision Song Contest 2021 è maturata dopo che BTRC aveva scelto per Rotterdam una band, i Galasy ZMesta/ Галасы ЗМеста, dichiaratamente sostenitrice delle politiche repressive del Governo, la quale per ben due volte aveva proposto una canzone (“Ya nauchu tebya (I’ll Teach You)” (Я научу тебя) e  Pesnja pro  “Pesnya pro zaytsev (Song About Hares)” (Песня про зайцев))  con tematiche vietate dal regolamento del concorso. Nella prima si dileggiavano addirittura gli oppositori in carcere, invitandoli a “rigare dritto”, nella seconda invece la band attaccava la società occidentale che criticava Lukashenko e l’EBU-UER stessa.

Ad agosto, dopo il dirottamento di un aereo per far arrestare un giornalista sgradito al Governo, i pentimenti “sotto costrizione” di alcuni prigionieri politici, fra i quali quali Roman Protasevich e Sofia Sapega e l’attacco delirante all’Eurovision Song Contest ed ai Måneskin, arrivò il provvedimento di sospensione anche dal consorzio.