Russia: Il produttore vuole portare alle “Pussy Riot” all’ESC 2013

La notizia della condanna delle “Pussy Riot” ha fatto discutere e mobilitare gran parte dell’opinione pubblica internazionale. Anche il mondo della musica ha espresso il suo supporto nei confronti delle tre artiste russe, giudicate colpevoli di teppismo e istigazione all’odio religioso dopo l’esibizione della preghiera anti-Putin in una chiesa moscovita.

Pussy Riot «Бунт кисок» è un collettivo punk rock russo, femminista e politicamente impegnato che agisce sotto rigoroso anonimato. Il loro abbigliamento usuale è costituito da indumenti vivacemente colorati, costituiti da vestiti leggeri su collant, indossati anche quando il freddo è più intenso. Inoltre, per nascondere la propria identità, utilizzano un travestimentoottenuto calandosi sul viso dei balaclava colorati, indossati sia nelle esibizioni, sia nelle interviste, durante le quali dissimulano la loro identità utilizzando sempre degli pseudonimi al fine di tutelare l’anonimato. Il collettivo è composto da circa 10 artiste, oltre a una quindicina di persone che si occupano degli aspetti tecnici della ripresa e dell’editing dei video, ai fini della loro pubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet. Tra le principali fonti di ispirazione, il collettivo cita gruppi musicali punk rock e Oi!, come Angelic Upstarts, Cockney Rejects, Sham 69, Erae The 4-Skins.

Altre fonti dichiarate di ispirazione sono le band punk rock statunitensi Bikini Kill e il movimento Riot grrrl degli anni novanta. A tale proposito, hanno affermato: “quello che abbiamo in comune è l’impudenza, testi che si nutrono diargomenti politici, l’importanza delle tematiche femministe, e un’immagine femminile non-standard”.

Le tre cantanti del gruppo russo, Maria Alyokhina (Мария Алёхина) di 24 anni, Nadezhda Tolokonnikova (Надежда Толоконникова) di 22 e Yekaterina Samutsevich (Екатерина Самуцевич) di 29 anni, sono state giudicate colpevoli e condannate a due anni di carcere con l’accusa di “teppismo e istigazione all’odio religioso” 

Le ragazze sono state arrestate il 21 Febbraio 2012, nell’ambito di una protesta contro la rielezione di Vladimir Putin, tre artiste del gruppo si sono introdotte nella Cattedrale di Cristo Salvatore, tempio della Chiesa ortodossa russa a Mosca e, dopo essersi fatte il segno della croce, hanno cercato di mettere in scena una canzone. In meno di un minuto, sono state scortate fuori dalle guardie. Le riprese della performance sono state poi usate per creare un video clip della performance.

La canzone mette in scena una sorta di preghiera punk, con un’invocazione a Theotókos (Madre di Dio, cioè la Beata Vergine Maria; in russo, Bogoroditse), affinché “mandi via Putin”. Questa parte della canzone è su musica di Sergej Rachmaninov (Bogoroditse Dievo, radusya, dai Vespri, in russo: Богородице Дево, радуйся). La canzone menziona anche il Patriarca russo Cirillo I, indicandolo come qualcuno che crede più in Putin che in Dio.

Rinviate a giudizio, sono state sottoposte a un processo penale dai tempi brevissimi: iniziato a fine Luglio 2012, si è concluso poco dopo la metà del successivo mese di Agosto. 

Il loro caso ha attratto notevole interesse, sia in Russia, sia nella comunità internazionale, a causa delle accuse di trattamenti duri a cui sarebbero sottoposte durante la custodia, e per la minaccia incombente di una sentenza severa, fino a sette anni di detenzione, secondo le misure previste dalla leggi contro il dissenso varate in Russia in tempi recenti rispetto ai fatti.

La loro performance, tuttavia, ha guadagnato loro anche l’ostilità di una parte della società russa, che vi ha percepito un’offesa alla propria sensibilità religiosa e alle proprie tradizioni: sollecitando l’intervento pubblico di condanna della massima autorità religiosa russa, il patriarca Cirillo I, che, durante una liturgia nella Chiesa della Deposizione della Veste, auspicando una risposta severa nei confronti di un gesto considerato blasfemo e da lui definito come un’irrisione proveniente dal Demonio.

Il 17 Agosto 2012, ha avuto luogo la lettura della sentenza, durante la quale sono state dichiarate colpevoli rispetto ai capi d’accusa di cui erano imputate e condannate a una pena di 2 anni di reclusione, pari al minimo edittale.

Numerose sono state le reazioni pubbliche, di vario segno, sia sul piano interno, sia a livello internazionale.

Le accusate hanno ricevuto pubblico sostegno di un centinaio di artisti russi, oltre a quello di Amnesty International e di artisti internazionali del calibro di Austra, Bryan Adams, Anti-Flag, Corinne Bailey Rae, The Beastie Boys, Vratislav Brabenec, John Cale, Jarvis Cocker, Corinne Bailey Rae, Cornershop, Die Antwoord, Faith No More, Peter Gabriel, Genesis, Nina Hagen, Kathleen Hanna, Peter Hammill, Zola Jesus, The Joy Formidable, Franz Ferdinand e Alex Kapranos, Warren Kinsella, Mark Knopfler, Geddy Lee, Courtney Love, Madonna, Johnny Marr, Ana Matronic, Paul McCartney, Kate Nash, Yoko Ono, Peaches, Iiro Rantala, Red Hot Chili Peppers, Rise Against, Patti Smith, Sting, Pet Shop Boys e Neil Tennant, Propagandhi, Refused, Billie Joe Armstrong, Tegan and Sara e Pete Townshend, esortando le autorità per ammorbidire la punizione. In Italia si possono annoverare tra coloro che hanno preso posizione in loro difesa Elio e le storie tese e Vasco Rossi. L’attore britannico Stephen Fry e Jón Gnarr, sindaco della capitale islandese Reykjavík ed ex stand-up comedian, hanno espresso il loro sostegno al gruppo.

Il provvedimento nei confronti delle tre donne è stato condannato da musicisti e cantanti che hanno fatto sentire la loro voce di sdegno per l’arresto. A farsi sentire su Twitter la cantante islandese Bjork, che ha dedicato la sua Declare Indipendence alle Pussy Riot, durante uno dei suoi ultimi live ad Helsinki: “I invited Pussy Riot members to join me onstage but they didn’t get visas so i dedicated declared independence to them!”.  

Forte e decisa anche la reazione di Paul McCartney, che sulla sua pagina Facebook ha postato una lettera dedicata ai tre membri della band: “Care Nadya, Katya e Masha, scrivo per dimostrare il mio sostegno per voi in questo momento difficile. Vorrei farvi sapere che mi auguro vivamente che le autorità russe terranno fede al principio della libertà di parola per tutti i cittadini e non vi puniscano per la vostra protesta. A molte persone nel mondo civilizzato è permesso di esprimere le proprie opinioni e finché non fanno male a nessuno credo che sia il modo migliore per tutte le società. Spero che siate forti e credo che molti altri come me che credono nella libertà di parola faranno tutto il possibile per sostenere la vostra idea di libertà artistica. Vi auguro buona fortuna, Paul McCartney.”

Madonna durante uno dei suoi ultimi concerti ha manifestato il suo sostegno alle Pussy Riot, dichiarando apertamente di essere da sempre contro la censura. La regina del pop durante il suo concerto di Mosca ha smesso di cantare ed ha indossato un passamontagna (uno degli accessori utilizzati dalle Pussy Riot, ndr) in simbolo di sostegno. 

Ora, il suo produttore musicale e co-fondatore della Russia’s SEVER Production, Konstantin Cherepkov, ha commentato la partecipazione della band all’Eurovision Song Contest 2013: 

“Le Pussy Riot sono diventate il nuovo fenomeno musicale. Una band che ha unito i musicisti di tutto il mondo e che fa musica sotto lo slogan di libertà e cambiamento. La loro partecipazione all’Eurovision Song Contest  potrebbe contribuire il proprio destino portando la loro accusa al termine e compensare la bassa reputazione che la Russia, ha guadagnato dopo la sentenza delle Pussy Riot.”

È possibile votare per le Pussy Riot sul sito ufficiale di SEVER qui

(Tratto da: eurovisiontimes, wikipedia)