SANREMO 1990-1999 – STORIA E STORIE DEL FESTIVAL

SANREMO IN PILLOLE 

In questa sezione, anno per anno, titoli, interpreti, autori, presentatori e classifiche.

•SANREMO 1990 (40a Edizione). Mercoledì 28 Febbraio, Giovedì 1, Venerdì 2, Sabato 3 Marzo 1990

  • Presentano: Johnny Dorelli e Gabriella Carlucci
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 36 (20 Campioni + 16 Novità)
  • Organizzazione: Adriano Aragozzini
  • La Formula: Una interpretazione per brano:1 italiano + 1 straniero “fuori gara”); 1a serata: 10 Campioni tutti in finale + 8 Novità (5 in finale); 2a serata: 10 Campioni tutti in finale + 8 Novità (5 in finale); 3a serata: i 20 interpreti stranieri dei 20 Campioni + le 10 Novità qualificate (proclamazione vincitore); 4a serata: 20 Campioni (con i 20 stranieri)
  • Canzone vincitrice: “Uomini soli”, cantata da Pooh/Dee Dee Bridgewater

– La novità: il ritorno dei grandi artisti stranieri non più come ospiti ma per reinterpretare i brani dei cantanti italiani in gara. Tra i vari, prestigiosi nomi ricordiamo Ray Charles, che ripropone la canzone di Toto Cutugno

– Il tormentone: “Trottolino amoroso e dudu dadada…”, cantato dalla coppia Minghi/Mietta. La canzone balza al primo posto in hit parade e ci resta per dieci settimane

– Famiglie a Sanremo: i fratelli Bella, Marcella e Gianni, per la prima volta insieme

– La curiosità: era ormai certo che Donna con te dovesse cantarla Patty Pravo, Ma lei tentenna, ha timori crescenti… Aragozzini cerca di convincerla in tutti i modi. Alla fine sarà Anna Oxa ad interpretarla

– Il record: Toto Cutugno piazza la sua “Gli amori” al secondo posto. È la quinta volta che ottiene la medaglia d’argento, riuscendo addirittura a far bissare la canzone da Ray Charles!

– I grandi ritorni: Caterina Caselli con “Bisognerebbe non pensare che a te” (replicata da Miriam Makeba), assente dalla rassegna dal 1971

– Tra le altre canzoni del Festival: La nevicata del ’56 (Mia Martini), Donna con te (Anna Oxa),Ringrazio Dio (Paola Turci)

– La categoria “Nuove Proposte” è vinta da Marco Masini con Disperato

Grandi novità per questa edizione di Sanremo.

Prima di tutto si cambia momentaneamente postazione, dall’Ariston al gigantesco Palafiori di Arma di Taggia; purtroppo non viene esaurito e quindi si sistemano le postazioni di modo che sembri pieno con le telecamere. Vengono sistemati finti scogli di polistirolo e mare sullo sfondo ma girano anche i pipistrelli (dai quali la super ospite straniera, Liza Minelli, sarà bersagliata e anche il batterista dei Pooh Stefano D’Orazio.

Ritorna l’orchestra, dopo il 1977, e si avvicendano come maestri, Vince Tempera, Augusto Martelli e Massimiliano Pani (il figlio di Mina) e altri.

Infine, per la prima volta dopo il 1965, si esibiscono ancora le accoppiate con gli stranieri, anche se stavolta gli stranieri possono tradurre la canzone nella loro lingua.

Per la prima volta, dal 1983, è abolito il Totip, votano le giurie e sono dati solo i primi tre posti.

Presentano Johnny Dorelli, un po’ logorroico e Gabriella Carlucci (per la seconda volta) con un vestito rosso alla Jessica Rabbit; i due non andranno d’accordissimo.

Poche sono le curiosità che precedono il Festival: il telegiornale satirico, “striscia la notizia”, fa giungere voci di un caso giudiziario per Adriano Aragozzini, che infastidito si chiude in un silenzio stampa. Sul palco entrano alcuni personaggi particolari: Antonio Cianci, un fondamentalista ecologico e Piero Chiambretti, che tenterà di cantare la canzone di Peppino Di Capri, “Evviva Maria”, ma verrà scacciato dall’infuriato manager del cantante, il marchese Gerini. Grandi super-ospiti come: Liza Minelli (felicissima di essere li), Tina Turner (come sempre giovanissima) e Rod Stewart (che non sa neppure cosa sia Sanremo).

Alla fine Aragozzini promuove un Sanremo Tour, per far conoscere la canzone italiana al mondo ma è un fiasco.

La vittoria è annunciatissima (tanto è vero che Dorelli si arrabbierà molto quando li presenterà) dei Pooh. Il gruppo va a Sanremo, tanto per provare in 26 anni ma dice subito che non ci tornerà più poiché è “una gabbia di matti”. La canzone è molto bella, “Uomini soli”, sulla solitudine umana ma il gruppo è accusato di varie cose: vorrebbero 30 milioni a testa per l’interpretazione a Sanremo ed inoltre si dice che abbiano voluto garanzie di vincere e quindi che i Big non siano stati alla loro altezza. Grandiosa la loro partner, Dee Dee Bridgewater.

Secondo è, per la quarta volta consecutiva (!!!) Toto Cutugno ma questa volta con una canzone bellissima, dal testo bellissimo,”Gli amori”, per la prima volta anche i giornalisti devono ammetterlo e non lo criticano. Il doppiaggio è del grandioso Ray Charles (a cui Toto sportivamente ammetterà gran parte del secondo posto) che però si scorda della sua interpretazione e non la porta in giro per il mondo.

Terzi infine sono Amedeo Minghi e la esordiente (dopo la vittoria nelle novità) Mietta. Cantano una bella canzone, che unisce la potenza vocale di Mietta e la particolare voce di Minghi, “Vattene amore”, che sarà conosciuta in tutta Italia per il modo di dire “trottolino amoroso”. Sono doppiati dall’ex-bambina prodigio e ora bambolona bionda senza talento, Nikka Costa.

Per il resto sono da notare i grandi ritorni: l’emozionatissima Caterina Caselli (lontana da Sanremo ormai dal 1971), ormai produttrice di successo, che però riprova il suo vecchio amore, con la bella “Bisognerebbe non pensare che a te”. Ritorna anche, seppur con molta pacatezza, Milva (assente dal 1974) con una bella (ma non certo fatta per vincere) “Sono felice” dove la “pantera di Goro” recita ancora oltre a cantare. Milva è replicata dall’ex-cantante scalza, Sandie Show.

Solita forte presenza femminile: Lena Biolcati (in gara contro il suo pigmalione D’Orazio) con la non bellissima “Amori”, si allontanerà dalla musica leggera (doppiata dal non vedente Gilbert Montagnè); Anna Oxa, dopo che Patty Pravo ha rifiutato la sua canzone definendola un “mortorio”, che ritorna da vincitrice in carica con i capelli neri e fluenti e con una bellissima “Donna con te”. A doppiare la Oxa vengono addirittura i “re” dell’imperante Lambada, i Kaoma; la giovane e brava autrice (ma destinata a non aver troppo successo) Grazia Di Michele, con “Io e mio padre”; la solita grandiosa Mia Martini (a cui è perdonato il gonnellino a fiori bianchi e grigi) con la bellissima “La nevicata del ’56”, dove descrive la Roma imbiancata dalla neve della sua infanzia ed infine la “Nuova Proposta” in carica, Paola Turci che riconferma con la bella “Ringrazio Dio” e la sua voce calda (Paola è doppiata dal bravissimo brasiliano Toquinho).

Tra i cantanti maschi si notano: Christian, solito melodico con “Amore”, che segna la sua ultima presenza; il già citato Peppino Di Capri, con una insolita canzone allegra e quasi latina “Evviva Maria”; Sandro Giacobbe, il solito melodico con “Io vorrei”; Mango, doppiato dal grande Leo Sayer, con una non eccezionale “Tu..si” e Mino Reitano, che si muove, al suo solito, cantando la piacevole ” Vorrei”. Da notare la bellissima canzone di Riccardo Fogli “Ma quale amore”, doppiato dalla brava Sarah Jane Morris. Inoltre c’è anche la partecipazione dei Ricchi e Poveri, sempre più innovati, che cantano “Buona giornata”, una bella canzone semi-jazz. All’inizio il trio aveva rifiutato lo straniero, perché troppo dispendioso ma poi ha voluto Jorge Ben.

Curiosità infine la partecipazione dei due fratelli Bella, questa volta uniti e non divisi (come nel 1981) con una molto bella “Verso l’ignoto”, doppiati dalla sorella di Michael Jackson, La Toya Jackson, che però non è certo pari alle attese. Particolare anche l’accoppiata tutta napoletana del percussionista Tony Esposito e dal fratello di Edorardo Bennato, Eugenio Bennato e la loro particolare “Novecento, aufwiedersehen”.

Infine c’è la nota di colore del comico Francesco Salvi, doppiato dal famoso (per quei anni) Papa Winnie, che canta “A”. la canzone col più breve titolo nella storia del Festival di Sanremo, dice Salvi, è nata da quando ha detto che andava A Sanremo.

Finalmente si torna ad un solo girone per le “Nuove Proposte”. Vince il toscano Marco Masini, della scuola di Bigazzi, con “Disperato”, una bella canzone che descrive infondo le tematiche del cantante in futuro, sempre intimistiche ma sempre accusato di essere triste. Masini avrà una certa carriera e mostrerà sempre la rabbia che ha dentro di se, nelle canzoni. Si notano inoltre Sergio Laccone e l’eterno Franco Fasano (“Vieni a stare qui”) che si porta al secondo posto e ritenta ancora l’avventura. Curiosa la seconda presenza di Gianluca Guidi, terzo con “Secondo te”, che verrà curiosamente presentato da suo padre, Johhny Dorelli. Inoltre si notano le presenze di Armando De Raza (il finto spagnolo), con l’ironica “Lambada strofinera”, un ennesimo prodotto di Renzo Arbore e la bravura della terza figlia di Celentano, Rosalinda Celentano (dai tratti un po’ mascolini) che canta la bella, ”L’età dell’oro”.

I CAMPIONI:

NOVITÀ:

•SANREMO 1991 (41a Edizione). Mercoledì 27, Giovedì 28 Febbraio, Venerdì 1, Sabato 2 Marzo 1991

  • Presentano: Andrea Occhipinti e Edwige Fenech
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 36 (20 Campioni + 16 Novità)
  • Organizzazione: Adriano Aragozzini
  • La Formula: Una interpretazione per brano:1 italiano + 1 straniero “fuorigara”); 1a serata: 10 Campioni tutti in finale + 8 Novità (5 in finale); 2a serata: 10 Campioni tutti in finale + 8 Novità (5 in finale); 3a serata: i 20 interpreti stranieri dei 20 Campioni + le 10 Novità qualificate (proclamazione vincitore); 4a serata: 20 Campioni (con i 20 stranieri)
  • Canzone vincitrice: “Se stiamo insieme”, cantata da Riccardo Cocciante/Sarah Jane Morris
– Divertente antefatto: una settimana prima del Festival, Radio Rai manda in onda il Festival delle ipotesi. Imitatori dei veri cantanti in gara si esibiscono in simpatiche parodie utilizzando come tema il titolo originale della canzone in gara- La querelle Aragozzini: il patron viene accusato di aver sborsato quasi un miliardo per aggiudicarsi la direzione del Festival. Sarà assolto e completamene scagionato, ma dovranno passare anni perché riesca a far valere la verità- Il caso: Marco Masini è il fenomeno dell’anno con la sua Perché lo fai. Il tema della canzone è il dramma della tossicodipendenza, ma stavolta è lei che si buca e lui vuole salvarla. Il brano sale al primo posto nell’hit parade e l’album che lo contiene, Malinconoia, si rivela uno dei più sorprendenti successi discografici dell’anno- Ripetuta la fortunata formula dell’accoppiata artista italiano – big straniero: tra gli altri Amedeo Minghi con Bonnie Tyler, Gianni Bella e Gloria Gaynor, Grazia Di Michele con Randy Crawford, Renato Zero con Grace Jones e Royal Philarmonic Orchestra (si classifica secondo con Spalle al muro)– Icona del Festival: le minigonne di Sabrina Salerno e Jo Squillo, in coppia con Siamo donne

– Tra le altre canzoni del Festival: Spunta la luna dal monte (Tazenda con Pierangelo Bertoli),Gli altri siamo noi (Umberto Tozzi), Nenè (Amedo Minghi), Io ti prego di ascoltare (Riccardo Fogli)

– La categoria “Nuove Proposte” è vinta da Paolo Vallesi con Le persone inutili

Questa sarà l’edizione con meno ascolti degli ultimi anni.

Il patron è sempre Aragozzini e la composizione è sempre la stessa, stranieri e italiani, gli stranieri non incidono più come prima, anche se sono sempre bravi.

La classifica è data sempre per i primi tre. Si ritorna all’ Ariston, come già nel 1990, è abolito il Palarock o il Palabarilla.

Gli ospiti stranieri sono pochi e famosi. Quest’anno ce ne sono davvero pochissimi: Rod Stewart, che doveva cantare due canzoni ma ne canta una sola e alcuni danzatori (l’argentino Bocca, il russo Derevianko e l’americano Ezralow); dovevano partecipare i Bee Gees ma non ci sono a causa della paura per i voli, per la guerra del Golfo che c’era allora.

A presentare sono chiamati due belli: l’ex attore di Tinto Brass, Andrea Occhipinti e l’ex-attrice porno, nonché compagna di Montezemolo, Edvige Fenech. Tutti e due si dimostreranno impacciati ed emozionati, lamentandosi del fatto che è sempre difficile presentare Sanremo. Mentre la Fenech sarà seria e abbastanza rigida, Occhipinti collezionerà un sacco di gaffes, sembrando addirittura che qualcuno le comandi (dimostrerà di non conoscere la parola “vernacolo”; sbaglierà per 28 volte il nome dei Ladri di Biciclette; confonderà la famosa marca di cucine Scavolini con “Scatolini,ecc.).

Ancora una volta la vittoria è annunciatissima, poiché il debutto del grande Riccardo Cocciante è troppo importante. Porta una canzone tipica delle sue,”Se stiamo insieme”, bella ma troppo simile a “L’appuntamento”, di Ornella Vanoni (al che Cocciante dirà che anche Bach e Betoovhen hanno copiato qualcosa!). Bellissime le espressioni di Cocciante durante la canzone. La sua canzone sarà doppiata dalla brava Sarah Jane Morris.

Secondo un altro grande ed incredibile debutto, il grande Renato Zero, il Re dei Sorcini (con lui chiama i propri fans), una suora laica addirittura si toglierà gli occhiali e gli darà un bacio dicendo “anche io sono stata sorcina e lo sono ancora nel cuore”. La sua canzone è molto bella ma si deve accontentare del secondo posto, “Spalle al muro”, firmata da Mariella Nava (anche lei in gara), tratta della dura condizione dei vecchi e si dice che Renato l’abbia pensata per suo padre. Bella l’interpretazione recitata di Zero, grazie anche all’orchestra filarmonica di Londra e di un ottima partner straniera, Grace Jones, che si fa disegnare dei baffi e finisce la canzone, facendo finta di svenire e trascinata via dal palco.

Terzo è il vincitore in carica delle “Nuove Proposte”, Marco Masini, doppiato dalla sempre bravissima Dee Dee Bridgewater, che canta “Perché lo fai”, un pezzo su una ragazza eroinomane. Anche Masini era un probabile vincitore, anche solo per la gioventù.

Il resto dei cantanti sono bravi ma sono infondo comparse. Nutrita come sempre la presenza femminile: Mietta, col bravissimo Leo Sayer, che porta una bella canzone, “Dubbi no” ma non ha lo stesso successo di “Vattene amore” (anche perché è meno bello); ritorna Fiordaliso, con una canzone però diversa dalle sue, seppure sempre bella, ma che fa denotare minore grinta e voce, “Il mare più grande che c’è”; cambia stile anche Rossana Casale, che abbandona il jazz per la musica etnica, con la sua bellissima “Terra”; Loredana Bertè questa volta porta una canzone molto più tranquilla dove anche lei dimostra meno grinta e meno voce, quindi ha meno successo,”In questa città”; ritorna la sempre brava Grazia Di Michele, accoppiata con Randy Crawford, con il bel pezzo “Se io fossi un uomo”. Infine esordisce tra i Big, anche senza vincere tra le Nuove Proposte, l’autrice Mariella Nava, portando un bellissimo pezzo,”Gli uomini”, che però è troppo difficile per la platea di Sanremo.

Nel campo maschile si notano: Umberto Tozzi, che torna con un pezzo che farà molto successo, “Gli altri siamo noi”; Amedeo Minghi, che delude con una canzone non certo bellissima “Nenè” seppur doppiato dalla grande Bonnie Tyler; Riccardo Fogli, che porta una bellissima canzone,”Io ti prego d’ascoltare”; Raf, che ritorna con “Oggi un Dio non ho”, un altro suo grande successo, accompagnato dalla brava ma sfortunata (poiché morirà poi di cancro) cantante israeliana Ofra Haza; ci riprova Enzo Jannacci, con un altra bellissima canzone impegnata, “La fotografia”, dove descrive la figura di un padre disperato, poiché suo figlio è morto per un attentato mafioso e lui stesso (il padre) è un mafioso, la canzone sarà ulteriormente apprezzata per l’interpretazione della bravissima Ute Lemper, cantante tedesca di scuola Brechtiana, che recita mentre canta; bravo, questa volta, anche Edoardo De Crescenzo, con “La musica va” ed infine è da notare il bellissimo pezzo di Gianni Bella, scritto da Mogol e doppiato dalla formidabile Gloria Gaynor, “La fila degli oleandri”, che narra dell’infanzia di Mogol. Curiosa è la presenza di Al Bano e Romina Power, reduci da una crisi matrimoniale (purtroppo la seconda sarà fatale), che portano una canzone più realistica, “Oggi sposi”, dove raccontano felici il fatto che abbiano passato questa crisi. Doppierà la loro canzone Tyrone Power Junior, il figlio di Tyrone Power (che però non ha mai visto il padre) e fratellastro di Romina; il giovane non sa assolutamente l’italiano e la sua “interprete” per i giornalisti, sarà la sfortunata primogenita della coppia Ylenia Carrisi.

Clamoroso è il debutto di un cantante, da molti anni in carriera ma sempre relegato nei bassifondi, Pierangelo Bertoli, che purtroppo è costretto sulla sedia a rotelle. Accompagnato (ovviamente non come partner stranieri) dal gruppo sardo dei Tazenda, canterà una canzone che diverrà un vero tormentone, “Spunta la luna dal monte”, con pezzi in sardo dei Tazenda che lo stesso Bertoli tradurrà in contemporanea sul palco. Infine è da notare la presenza di colore del gruppo dei Ladri di Biciclette (il cui leader dotato di una voce roca è Paolo Belli), già esplosi nel 1989 con “Ladri di Biciclette”, la loro canzone sarà un funky. “Sbatti ben su del Be-Bop”, molto ballabile ma il successo del gruppo sarà breve.

Da notare infine la comparsa di due bombe sexy, Jo Squillo e Sabrina Salerno (che si esibiranno clamorosamente in costume due pezzi) con la ballabile e femminista, “Siamo donne”.

Tra i giovani vince l’ennesimo prodotto toscano di Bigazzi, Paolo Vallesi con “Le persone inutili”. Il cantante avrà un breve successo ma poi sparirà un po’ nei bassifondi. Da segnalare la presenza di: Rita Forte (terza con “E’ soltanto una canzone”, con una bella voce che parteciperà ad alcuni Sanremo e poi diverrà una cantante in Televisione; Irene Fargo, bravissima e bellissima voce (“La donna di Ibsen”), che però sparirà presto e del gruppo dei Timoria, con “L’uomo che ride”, che avranno un loro successo ma sempre fuori da riflettori. Infine ci sono i doppi sensi di: Gianni Mazza, ulteriore “creatura” di Renzo Arbore, che avrà un certo successo con “Il lazzo” ma poi diverrà un apprezzato direttore di orchestra e Marco Carena (“Serenata”), scoperto da Maurizio Costanzo, una cantante surreale che però avrà un successo breve.

Una curiosità è il gruppo delle Compilations (“Donne del 2000″) fatto di ragazze, che non avrà successo, ma una di esse vincerà le “Nuove Proposte” l’anno dopo Francesca Alotta.

I CAMPIONI:

NOVITÀ:

SANREMO 1992 (42a Edizione). Mercoledì 26, Giovedì 27, Venerdì 28, Sabato 29 Febbraio 1992

  • Presentano: Pippo Baudo con Alba Parietti, Brigitte Nielsen e Milly Carlucci
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 42 (24 Campioni + 18 Novità)
  • Organizzazione: 
  • La Formula: Una interpretazione per brano: 1a serata: 8 Campioni (5 in finale) + 6 Novità (3 in finale); 2a serata: 8 Campioni (5 in finale) + 6 Novità (3 in finale); 3a serata: 8 Campioni (5 in finale) + 6 Novità (3 in finale); 4a serata: 15 Campioni + 9 Novità; Jo Squillo con “Me gusta il movimento” esclusa all’ultimo momento perché brano non inedito, sostituita da Enzo Ghinazzi.
  • Canzone vincitrice: “Portami a ballare”, cantata da Luca Barbarossa

– Casus numero 1: la prima serata è caratterizzata dall’irruzione sul palco di Cavallo Pazzo, Mario Appignani: “Questo Festival è truccato – grida –, lo vincerà Fausto Leali!”.– Casus numero 2: sempre durante la prima serata Gianni Ippoliti che chiede al pubblico “un applauso per la vincitrice del Festival, Mia Martini”. Baudo gli chiede spiegazioni e Ippoliti risponde che il nome gira da tempo. “Non fare pronostici, non ti conviene”, conclude Baudo. Mia Martini confesserà più tardi di non aver capito il perché di quel gesto. Gesto che secondo molti l’avrebbe enormemente danneggiata nella sua corsa verso la vittoria– Mia Martini contende fino all’ultimo il primo posto a Luca Barbarossa. Il brano della Martini, Gli uomini non cambiano, si piazzerà secondo ma entrerà per sempre nella storia della musica italiana– Trionfatore delle classifiche ed autentica sorpresa dell’anno è Paolo Vallesi con La forza della vita

– Giovane coppia: a rilevare il primo posto nell’hit parade di Vallesi saranno però i vincitori delle Nuove Proposte, Aleandro Baldi e Francesca Alotta con la mitica Non Amarmi. Un duetto sicuramente azzeccato: un talentuoso autore melodico non vedente insieme alla più preparata nuova promessa dell’anno

– Esordisce sui teleschermi il “DopoFestival” condotto da Sandro Ciotti con Vincenzo Mollica, Luciano De Crescenzo, Gianni Ippoliti e lo stesso Baudo. Risalgono gli ascolti 

– Tra le altre canzoni del Festival: Ti penso (Massimo Ranieri), Pè dispietto (Nuova Compagnia di Canto Popolare), Brutta (Alessandro Canino)

Il Festival comincia con uno scandalo, la magistratura spedisce un avviso di garanzia ad Adriano Aragozzini, per alcune tangenti durante i Sanremo del 1989 e 1990, tangentopoli arriva anche a Sanremo.

Questa volta il Festival lo conduce un trio: Adriano Aragozzini, Carlo Bixio (che non avrà buoni rapporti con Aragozzini) e il figlio d’arte Marco Ravera.

Grosse novità nell’organizzazione: vengono tolti gli stranieri dalla gara (e pochi e famosi rimarranno come ospiti) e, dopo il 1973, vengono riabilitate le eliminazioni tra i Big, partendo in 24 arriveranno in 15 e quindi è più difficile poiché in una sera bisogna dare il meglio di se stessi.

A presentare è richiamato il bravo Pippo Baudo, contornato da 4 “vallette”: Alba Parietti, la stizzosa; Brigitte Nielsen, la nordica con le forme grosse e Milly Carlucci (dopo le due esperienze della sorella Gabriella) che rappresenta la tranquillità.

Non ci saranno per questa volta gaffes ed inizierà quella che è stata detta “la dittatura” di Baudo, che terrà la presentazione del Festival (e più avanti sarà addirittura il patron) per 4 anni consecutivi e sarà fermato solo da una malattia alle corde vocali.

Gli ospiti, come si è detto, sono pochi ma grandi: Annie Lennox, ex componente degli Eurythmics, che riappare dopo 3 anni di silenzio con una voce più lacerata nella sua canzone; Natalie Cole, la figlia del grande scomparso Nat “king” Cole, che duetta con lui con un sistema di computer e il rapper Hammer, che è a Sanremo con 50 persone a seguito.

Si tende a vociferare sempre il vincitore: Mario Appignani, detto “cavallo pazzo”, entra di sorpresa sul palco in prima serata, dicendo che vincerà Fausto Leali ed è tutto deciso… bloccato da Baudo, l’uomo passerà la sera in galera, purtroppo ora non è più tra noi e anche Gianni Ippoliti (promotore di una novità, il “dopo festival”, che si svolge sempre subito dopo il Festival) dice che vincerà Mia Martini; alla fine tutti si sbaglieranno.

Tra i Big c’è anche Jo Squillo, ritornata con “Me gusta el movimento” ma si scopre che la sua canzone è già stata accennata e quindi è eliminata (Piero Chiambretti dice che chiederà una grazia al presidente Cossiga, per la povera ragazza!). Al suo posto viene chiamato Pupo, che porta un mazzo di fiori a Jo Squillo ma lei arrabbiata glielo tira dietro.

Vince la canzone più classica per Sanremo ma non certo la favorita in partenza. Luca Barbarossa, dopo tanti testi impegnati, porta un testo dedicato a sua mamma (anche se all’inizio lui sosterrà che è una mamma in generale), dove è visto il figlio che vuole passare una serata con sua mamma e la porta fuori in discoteca per farla sentire giovane come un tempo. Dal 1954, a Sanremo, ritorna a trionfare una canzone sulla mamma, anche se ovviamente in chiave moderna.

Al secondo posto, si piazza quella che era la favorita della vigilia, ossia Mia Martini, che porta una canzone non delle migliori, un po’ femminista, “Gli uomini non cambiano” ma sempre con la sua bellissima voce.

Terzo infine la “Nuova Proposta” dell’anno precedente, Paolo Vallesi, che ritorna con una bella canzone,”La forza della vita”; per lui la carriera non sarà sempre rose e fiori…

Il meccanismo della eliminazione, ha dei nomi che escono: i Ricchi e Poveri, che continuano il loro periodo “serio”, con una bella “Così lontani”, che però forse è eliminata per il nome dei Ricchi e Poveri; ritenta anche Scialpi, in un ennesimo rilancio con la bruttina “E’ una nanna” ma la sua stella tramonterà da questo momento; ritorna anche un vecchio Big (mai esploso del tutto per la troppa somiglianza vocale con Morandi), Paolo Mengoli, con “Ti darò” ma non piace e rimane più conosciuto perché è portiere della Nazionale Cantanti; ritorna anche Mino Reitano, anche lui bocciato, che però porta una “tipica di Reitano”,” Ma ti sei chiesto mai”, che è forse un po’ passata per i gusti di adesso ed infine ci ritentano anche la Formula 3, ma la loro canzone, “Un frammento rosa”, è forse troppo legata melodicamente agli anni ’70 ed è bocciata. Debutta un attrice napoletana molto brava, Lina Sastri, che tenta di fare la cantante: la sua canzone è molto bella e recitata, “Femmene ‘e mare” ma non è capita dalle giurie Sanremesi. Con grande coraggio arrivano un complesso che spopolava negli anni ’70 a Napoli: La Nuova Compagnia di Canto Popolare. Portano una canzone molto bella, tipica napoletana, “Tanto pe’ dispietto” ma evidentemente (come è capitato con la Sastri) il pubblico di Sanremo ritiene passata la musica napoletana e li elimina. Orietta Berti ritorna, stupendo ancora una volta con la sua ironia, assieme al comico Giorgio Faletti e con una canzone surreale, “Rumba di tango” ma non sono neppure loro ammessi. Faletti tornerà con canzoni più serie e risultati più apprezzabili mentre la grandiosa Orietta porta moltissimi taillleur a Sanremo. Infine viene bocciato anche Pupo, come si è detto sostituto di Jo Squillo, la sua canzone è bella poiché è una preghiera molto spiritual, “La mia preghiera” ma evidentemente le giurie lo vedono lo stesso come Pupo (così come coi Ricchi e Poveri). Pupo si arrabbierà moltissimo di questo e il giorno dopo svelerà che, nel 1984 spesero (lui e la sua casa discografica) 25 milioni a testa per arrivare quarti ma poi dopo poco smentirà le sue parole.

Abbastanza meritevoli sono i cantanti finalisti. Si guarda con interesse ai ritorni degli ex-vincitori, Massimo Ranieri e Fausto Leali: il primo porta Ti penso”, che è bella ma non certo come “Perdere l’amore”; il secondo porta una canzone pesante, su una famiglia disgraziata, “Perché”. Ritornano, divisi, anche i protagonisti dell’anno precedente: Pierangelo Bertoli canta una feroce critica contro il sistema dello stato Italiano, in “Italia d’oro” e i Tazenda cantano una canzone tutta in sardo, fa un bell’effetto ma non certo vincente, “Pitzintos in sagherra”. Bertoli avrà dei problemi, poiché una signora, Gladys Rossi, sosterrà di aver cantato la canzone a Radio Regione Romagna ma l’accusa cadrà nel vuoto. Curiosità la provocano i Matia Bazar, dopo l’abbandono di Antonella Ruggero, scelgono una nuova cantante, brava ma non certo come Antonella, Laura Valente (la compagna di Mango) e portano “Piccoli giganti”, che si diversifica totalmente dal loro repertorio con la Ruggero, per un certo rock in più.

Ci sono poi canzoni uscite un po’ deludenti come: l’accoppiata Flavia Fortunato e Franco Fasano, “Per niente al mondo”; Michele Zarrilo che porta un pezzo di Venditti, “Strade di Roma”, che assomiglia difatti più all’influsso Vendittiano che a Zarrillo e ai New Trolls, che danno una canzone generazionale dal titolo “Quelli come noi”.

Ci sono però anche dei bei pezzi: Riccardo Fogli che ci regala una bella, “In una notte così”; Mariella Nava, che canta una canzone di protesta contro i politici italiani che chiedono i voti, “Mendicante” (la copertina del suo album sarà una caricatura di Forattini con tutti i politici); Drupi, che finalmente porta una canzone degna del suo nome,”Un uomo in più” e anche il bravo Peppino Di Capri, accoppiato alla giovane ma grintosa Pietra Montecorvino, che regalano un bel duetto,”Favola blues”. Grande merito quest’anno va alle “Nuove Proposte”. La vittoria va ad un duo: Aleandro Baldi, che finalmente torna per vincere e la brava, bella e giovane Francesca Alotta, con “Non amarmi”. Alcuni dicono che la canzone avrebbe vinto se era tra i Big ma purtroppo i due cantanti non avranno una sfolgorante carriera, seppur con indubbie doti vocali, anche se Baldi vincerà un Sanremo.

Molti poi sono i bravi artisti: Irene Fargo, che è poi seconda, con una canzone che evoca Puccini, “Come una Turandot” (purtroppo lei non avrà fortuna); il duo di Andrea Mingardi (cantante dalla voce soul, bolognese) e il giovane Alessandro Bono, con la canzone “Un amico vicino”, che sarà terza.

Ci riprovano Rita Forte (“Non è colpa di nessuno” e Aida Satta Flores (“Scappo via”). Avrà una breve fortuna Lorenzo Zecchino, troppo simile però a Vasco Rossi e Alessandro Canino. Canino è un giovane toscano che ripercorre le orme di un altra meteora (Stefano Sani, nel 1982 e 1983), che canta canzoni per le adolescenti ed è anche di aspetto piacente, avrà un grande successo con “Brutta”, dove si innamora di una ragazza che è considerata brutta ma continuerà poi sullo stesso tema “adolescenziale”, spegnendosi poi pian piano.

Infine è da notare un altro debuttante, canta “Un uomo allo specchio” e piange ricordando che suo padre debuttò su quel palco tanti anni prima. Il ragazzo è Massimo Modugno, figlio dell’intramontabile Mimmo, che era morto quell’estate dopo una paralisi cerebrale che lo costringeva sulla sedia a rotelle; Mimmo riuscì, nonostante tutto, a cantare ancora.

Infine sono eliminati, ingiustamente, un gruppo all’avanguardia,gli Aereoplani Italiani, che cantano “Zitti,zitti”, un rap in cui si osserva un silenzio di alcune decine di secondi; loro saranno i primi a portare il nuovo fenomeno del Rap a Sanremo, che poi sarà più volte riportato. Notevole è l’eliminazione di un bravo giovane e bravissimo autore, Gatto Panceri, con “L’amore va oltre”, che parla dell’amore tra un ragazzo invalido su una sedia a rotelle e una ragazza.

I CAMPIONI:

  1.  

NOVITÀ:

  1.  

SANREMO 1993 (43a Edizione). Martedì 23, Giovedì 25, Venerdì 26, Sabato 27 Febbraio 1993

  • Presentano: Pippo Baudo con Lorella Cuccarini
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 42 (24 Campioni + 18 Novità)
  • Organizzazione: 
  • La Formula: Una interpretazione per brano: 1a serata: 8 Campioni (5 in finale) + 6 Novità (3 in finale); 2a serata: 8 Campioni (5 in finale) + 6 Novità (3 in finale); 3a serata: 8 Campioni (5 in finale) + 6 Novità (3 in finale); 4a serata: 15 Campioni + 9 Novità
  • Canzone vincitrice: “Mistero”, cantata da Enrico Ruggeri

– Il grande ritorno: il Maestro Bruno Canfora torna a dirigere l’Orchestra del Festival. Nel 1961, proprio a Sanremo, aveva diretto Mina in Le mille bolle blu– Il casus: Angela Baraldi canta A piedi nudi, ma un telespettatore si accorge di averla già sentita alla radio. Angela Baraldi l’aveva interpretata in occasione di un particolarissimo concerto tenuto a casa di Lucio Dalla e trasmesso appunto dalla radio. La Baraldi esegue comunque la canzone senza essere squalificata, riuscendo addirittura ad ottenere il Premio della Critica– Famiglie a Sanremo: durante la prima serata le sorelle Mia Martini e Loredana Bertè interpretano Stiamo come stiamo– La polemica: epici gli alterchi tra Baudo e la Parietti, conduttrice insieme al Pippo nazionale del DopoFestival

– Debutti eccellenti: vince la categoria Nuove Proposte una sconosciuta Laura Pausini che, con il suo brano La Solitudine, scalzerà dal primo posto in hit parade l’Ave Maria di Renato Zero

– Tra i debutti di quest’anno ricordiamo anche Geraldina Trovato con Ma non ho più la mia cittàe Nek con In te

– Tra le altre canzoni del Festival: Non so più a chi credere (Biagio Antonacci), Uomini addosso(Milva), Dietro la porta (Cristiano De Andrè), Gli amori diversi (Grazia Di Michele e Rossana Casale)

Questa è l’ultima edizione creata dal terzetto dei Patron (Bixio, Ravera e Aragozzini).

Subito è scandalo, per due avvisi di garanzia ad Aragozzini e all’assessore del turismo e dello spettacolo di Sanremo (in pratica quello del Festival) e si parla di chiusura di Sanremo (ma non sarà così). Aragozzini si siede in platea, dicendo che questo non è il “suo Sanremo” (lui vorrebbe gli stranieri accoppiati agli italiani e non più eliminazioni tra i Big) e Bixio si lamenta del fatto che tra i “giovani”, c’è un gruppo, i Fandango, la cui leader è la figlia del politico Dc Publio Fiori.

Il presentatore è come sempre Pippo Baudo che, dopo le esclusioni sulle partner come Donatella Pecci Blunt, Marta Marzotto e Ripa di Meana, opta per la sua pupilla (anche per ospitare un esponente della Fininvest), Lorella Cuccarini.

La presentatrice del Dopofestival sarà Alba Parietti, che avrà non pochi scontri con Baudo. La Cuccarini non farà gaffes, eccetto una potente: al malcapitato “giovane” Marco Conidi, chiederà cosa si prova ad abitare a Cinecittà la “parte sbagliata” di Roma.

Gli ospiti stranieri sono, come sempre, pochi ma ben calibrati: Diana Ross e Rod Stewart che, dopo l’umiliazione di due anni prima (in cui dovette cantare una sola canzone invece che due) arriva a Sanremo con una Rolls Royce bianca.

Tra i Big si vocifera dell’esclusione di cantanti-vip, non voluti alla manifestazione dai cantanti puri: Remo Girone, Fabrizio Frizzi e Sandro Ippoliti e Mino Reitano, che però canteranno la loro canzone, “Papà”, durante la sigla del Dopofestival (canzone curiosa per altro, poiché esalta la figura del Papà al posto della troppo glorificata Mamma).

Ancora una volta la selezione è durissima. Bocciati: Jo Squillo, che dopo lo smacco dell’anno precedente, torna con una ballabilissima “Balla italiano”, ballando sul palco freneticamente; Tony Esposito e i Ladri di Biciclette, in una miscela che però non fa uscire la particolarità dei due cantanti, con “Cambiamo musica”; Francesco Salvi, che si esalta con la surreale “Dammi un bacio”, dove arriva pure a saltellare anche Pippo Baudo; si ripresenta il mitico Peppino Gagliardi, dopo gli allori Sanremesi (1972-1973) ma la sua “L’alba” è molto bella ma troppo demodé; Peppino Di Capri, che porta un curioso ricordo dei grandi artisti scomparsi, “La voce delle stelle”, che non lo valorizza; gli Schola Cantorum, in un vano rilancio con “Sulla strada del mare” e il giovane Alessandro Canino che ci riprova con un adolescenziale “Tu tu tu” (originale il suono del telefono occupato).

Clamorose sono però due eliminazioni. La prima è creata da un unione nostalgica, tra: Maurizio Vandelli, i Dik Dik e i Camaleonti. Portano una canzone che evoca i loro anni e ha pure mille risonanze coi loro storici successi, “Come passa il tempo” ma non attecchisce sul pubblico giovane. Clamorosa la bocciatura di Milva. che va a Sanremo controvoglia, solo perché i discografici non accettano che la sua canzone vada nel suo album. La canzone è assai osé, “Uomini addosso”, che descrive in pratica un’orgia e la “pantera” ha atteggiamenti Brechtiani sul palco. Dopo la bocciatura Milva abbandona Sanremo, in iracondo silenzio.

Vince una canzone che crea lunghissime polemiche, “Mistero” di Enrico Ruggeri. Alcuni dicono che è la prima canzone rock a vincere a Sanremo, altri dicono che è piuttosto brutta. La sicurezza è che Ruggeri vince in suo secondo Sanremo (questa volta da singolo) e la sua vittoria era data da certa da tempo (Ruggeri a chi gli chiedeva se è il favorito rispondeva “mistero”!).

Secondo è il bravissimo figlio di Fabrizio De Andrè, Cristiano De Andrè, con la bellissima “Dietro la porta”. Il famoso padre si dirà soddisfatto ed orgoglioso, per la seconda volta, la prima è stata quando, ad undici anni, pescò un dentice da 10 Kg!.

Terze, a totale sorpresa, sono le due brave Rossana Casale e Grazia Di Michele (la prima si assuefa alla melodia della seconda) con la bella,”Gli amori diversi”. Le due artiste erano così impreparate che si aspettavano la loro eliminazione alla prima sera e che, al momento della premiazione, erano al ristorante a mangiarsi un piatto di orecchiette (pensarono ad uno scherzo di Scherzi a Parte”); si crede che il testo nasconda un amore omosessuale, anche a causa di un discorso intimo tra le due scoperto da “Scherzi a Parte”, ma in verità non è così poiché diversi è inteso come amori intensi.

In realtà il vero vincitore, doveva essere Renato Zero, tornato per la seconda volta a Sanremo (per promuovere la sua Fonopoli, un progetto a Roma per i giovani artisti). Renato porta un brano magniloquente, “Ave Maria”, accompagnato da un coro della Cappella Sistina; il pubblico in sala è in delirio ma lui sarà soltanto quinto in classifica.

Del resto alcuni Big danno stupore. Si presenta il vecchio e glorioso artista della musica napoletana, Roberto Murolo, sempre assistito dalla moglie, che si arrabbia con chi gli chiede se preferisce stare seduto durante l’esecuzione. La sua “L’Italia è bbella”, è davvero molto bella e il grande raggiunge la finale.

Dopo un’anonima esperienza tra le “Nuove Proposte”, entra, di diritto.tra i Big, Biagio Antonacci, a Sanremo con la moglie Marianna Morandi (figlia del grande Gianni). La sua canzone è piacevole, “Non so più a chi credere”.

Infine è curiosa la presenza di due sorelle in gara, spesso in diverbio tra di loro (si dice unite dal loro comune amico Renato Zero), Mia Martini e Loredana Bertè, che, potevano fare di più, cantano la bella “Stiamo come stiamo”. Per Mia sarà purtroppo l’ultimo Sanremo, poiché pochi anni dopo morirà misteriosamente per un overdose di cocaina (non si è mai capito se per una tragica fatalità o per suicidio).

Da notare: la bravura di Paola Turci, con “Stato di calma apparente”; la bellissima canzone di Amedeo Minghi, “Notte bella magnifica”, che il cantante sperava vincesse (come diceva anche la critica) ed è delusissimo del suo nono posto e “Sogno”,di Andrea Mingardi, che sfoga tutta la sua bella voce da soul.

Il resto non è molto rimarcabile: i Matia Bazar, che ricalcano il loro nuovo stile con “Dedicato a te”; Tullio De Piscopo, che ritenta il suo ennesimo successo con “Qui gatta ci cova”, canzone divertente ma non certo un successone ed infine Nino Buonocore, con la sua solita e melodica “Una canzone d’amore”.

Da notare anche la presenza di Mietta, accompagnata dai ragazzi di via Meda (tra cui si nota la presenza di un autore e poi cantante, per un certo periodo: Danilo Amerio) ma la canzone non è molto bella, “Figli di chi” e della “Nuova Proposta”, vincitrice della passata edizione, Francesca Alotta,che non si ripete con “Un anno di noi”.

Tra i “giovani” ci sono delle grandi sorprese. Prima di tutto la vincitrice, una giovane ragazza timidissima, che scoppia a piangere quando vince. Porta una canzone che farà un successo mondiale e si chiama “La solitudine”, lei avrà ed ha un successo stratosferico ed è Laura Pausini.

Seconda è una curiosa cantante, piena di grinta e voce, che canta appollaiata su un cubo, con una chitarra, si chiama Gerardina Trovato ed avrà un certo successo (nonostante un periodo di appannamento); la sua canzone “Ma non ho più la mia città”, descrive il suo viaggio da Catania a Milano per trovare lavoro e la sua nostalgia per Catania.

Terzo, infine, un giovane cantante, che porta un pezzo che farà discutere, “In te”, dove esalta la sua vocazione anti-abortista. Si chiama Filippo Neviani ma il suo nome conosciuto da tutti è Nek. Cambierà stile ed avrà, anni dopo, un successo immenso tra le ragazzine. Lorenzo Zecchino non si ripete e sparirà nel nulla. Esordiscono alcuni bravi cantanti ma senza futuro, tra cui Maria Grazia Impero, l’incredibile e rocckeggiante autrice di “Tu con la mia amica”. Deludono invece i protetti di Lucio Dalla: Braco di Graci (“Guardia o ladro”) e la corista Angela Baraldi (“A piedi nudi”). Nulla di fatto per i Fandango, il gruppo della figlia di Publio Fiori.

I CAMPIONI:

NOVITÀ:

SANREMO 1994 (44a Edizione). Mercoledì 23, Giovedì 24, Venerdì 25, Sabato 26 Febbraio 1994

  • Presentano: Pippo Baudo con Anna Oxa e Cannelle; Mara Venier (dopofestival)
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 38 (20 Campioni + 18 Nuove Proposte)
  • Organizzazione: 
  • Sigla: La gente che canta
  • La Formula: Una interpretazione per brano: 1a serata: i 20 Campioni (con classifica provvisoria); 2a serata: 9 Nuove Proposte (5 in finale) + 10 Campioni; 3a serata: 9 Nuove Proposte (5 in finale) + 10 Campioni; 4a serata: 20 Campioni + 10 Nuove Proposte (gare separate)
  • Canzone vincitrice: “Passerà”, cantata da Aleandro Baldi

– La novità: nel novembre 1993 nasce “Sanremo Giovani”, spazio dedicato ai giovani emergenti. Arrivano da qui futuri protagonisti come Giorgia (settima tra le “Nuove Proposte” con “E poi”), Andrea Bocelli ed Irene Grandi (quarta tra i giovani con “Fuori”)– Alessandro Bono canta Oppure no. Pochi mesi più tardi morirà– La scoperta: la categoria “Nuove Proposte” è vinta da Andrea Bocelli con “Il mare calmo della sera”– Laura Pausini, per la prima volta tra i big, arriva al terzo posto con “Strani amori” che raggiunge immediatamente il primo posto dell’Hit parade

– Pippo Baudo annuncia al pubblico che Cavallo Pazzo è regolarmente arrivato a Sanremo, ma è stato bloccato dalle forze dell’ordine e accompagnato in Questura

– Stupisce e colpisce al cuore il brano di Giorgio Faletti dedicato alla strage di Capaci: Signor Tenente 

– La polemica: la presenza, al fianco di Elton John, di un transessuale

– Nella conduzione del “DopoFestival”, Baudo è affiancato da Mara Venier

– Tra le altre canzoni del Festival: Cinque giorni (Michele Zarrillo), Amici non ne ho (Loredana Bertè)

Molti cambiamenti ci sono in questa edizione.

Prima di tutto cambia l’organizzazione, poiché sparisce il trio (Ravera, Aragozzini, Bixio) e diventa patron e presentatore Pippo Baudo. Tutti si aspettano un Sanremo in stile Domenica In, ma non sarà così.

Cambia anche il regolamento. Nel girone dei Big vengono tolte le eliminazioni e parte dei “giovani”, i primi diventeranno Big, l’anno dopo fanno una selezione, con nuove canzoni e parte dei Giovani diventano Big (“promossi sul campo” come dirà giustamente Baudo) Pippo Baudo sceglie due vallette, due opposti come farà sempre in questi casi: Anna Oxa, la bionda e bianca (che avrà anche il privilegio, non dato altre volte alle conduttrici, di cantare un medley di sue canzoni) e Helena Viranin dalla Guadalupa, meglio conosciuta, per il suo soprannome: Cannelle che continuerà a ringraziare Baudo nelle sue interviste, era stata famosa per il suo fondoschiena, mostrato durante la pubblicità delle caramelle “Morositas”.

Il Dopofestival è gestito da Mara Venier con l’aiuto di Renato Zero, Sandro Ciotti e Roberto D’Agostino.

Gli ospiti stranieri sono, come sempre, pochi ma giusti fa scandalo Elton John, che si esibisce assieme al gigantesco travestito Rui Paul (ci mette tre ore per indossare il suo costume di scena!). Nella serata finale c’è anche il grande Phil Collins.

Vince Aleandro Baldi, con una canzone,”Passerà”, carina ma non certo simile alla canzone con cui vinse nelle “nuove proposte” (“Non amarmi”).

Clamoroso è il secondo posto. Giorgio Faletti, dopo l’esibizione del 1992 con Orietta Berti, ritorna a Sanremo con una canzone molto seria, un rap lento, il titolo sarebbe “minchia signor tenente” ma diventa semplicemente “Signor tenente”. La canzone tratta di un carabiniere che obbedisce agli ordini ma si lamenta pensando alle stragi compiute (il riferimento è a Falcone e Borsellino). La canzone provocherà clamore, poiché non tutte le famiglie dei giudici e poliziotti, uccisi,accetteranno la canzone. Faletti dirà che la canzone è dedicata anche ai carabinieri del suo paese, in Piemonte e alcuni carabinieri lo ringrazieranno a Sanremo. Alla fine Faletti si commuoverà, stupito del suo secondo posto.

Terza infine è la talentuosa Laura Pausini, con una solita melodica canzone, “Strani amori”, che però rivaluta sempre la sua voce Laura voleva arrivare prima ma si accontenta della sua famiglia e del successo della sua canzone. Da questo momento in poi, la ragazza spiccherà il volo verso il successo in tutto il mondo, che dura tuttora.

Chi voleva il podio ma non l’ ha ottenuto, è l’altra “giovane”, Gerardina Trovato, con la sua solita grinta e un testo sempre impegnato, sulle brutture del mondo moderno, “Non è un film” ma arriva quarta. Un’altra canzone, clamorosamente impegnata, è quella di Enzo Jannacci e del piccolo comico Paolo Rossi (che si porterà una chitarrina giocattolo, sul palco), “I soliti accordi”. Il brano denigra il mondo politico della prima repubblica, ci sarà una strofa che prenderà in giro Silvio Berlusconi e il suo movimento “Forza Italia” ma verrà cancellata (in quel periodo Berlusconi vinceva le elezioni politiche).

Per il resto non tutte le canzoni sono belle. Nel campo femminile si notano: Donatella Rettore, in abiti settecenteschi, che porta una bella canzone ma un po’ ardita, “Di notte specialmente”; Mariella Nava ha un bellissimo pezzo in dialetto, “Terra mia”, dove si denota la sua grande voce ma anche un certo accenno anti-leghista all’Italia unita; Loredana Bertè sfodera tutta la sua rabbia, in una canzone dove si svela un’ autobiografia del suo modo di essere (cita anche il suo suicidio per amore). Si dice che Loredana sia stata calma sul palco e che il suo maestro di orchestra le abbia potuto dare due schiaffoni se si agitava troppo.

Alcuni bei pezzi anche nel campo maschile: Michele Zarrillo, che porta una delle sue canzoni più belle,”Cinque giorni”, che difatti ha un ottimo quinto posto; Ivan Graziani, come sempre estroso ed innovativo, con la sua “Maledette malelingue”. Purtroppo Ivan avrà vita breve poiché morirà di cancro nel 1997; la Formula 3, che porta un pezzo più degno di loro (che “Frammento rosa” nel 1992), “La casa dell’imperatore”; Francesco Salvi, che stupisce ancora con la sua “Statento”, attorniato da uomini e donne travestiti da mestieri diversi che gli fanno raccomandazioni di ogni tipo (fenomenali le frasi esileranti della canzone); Franco Califano, con un pezzo particolare, “Napoli”, che parla di un napoletano che chiede ad un gondoliere veneziano, di tornare a Napoli. Califano dirà che il festival è pulito e il segno è che la sua canzone è ammessa ed inoltre ammetterà di aver avuto paura delle sirene della polizia per strada (che in realtà accompagnavano Elton John) poiché per tre volte le ha sentite e per tre volte è finito in galera. La sua canzone non è apprezzata e finirà ultimo.

E’ presente anche Carlo Marrale, l’ex “bibo” dei Matia Bazar, con una bella canzone “L’ascensore” che però, forse perché il suo non è un nome celebre a tutti, è relegato al terz’ultimo posto. Infine ci ritenta Andrea Mingardi ma con un pezzo non alla sua altezza, “Amare amare” e ci ritentano anche due giovani ed ex-Nuove Proposte: Marco Armani (“Esser duri”) che scatenerà le proteste dei detrattori di Baudo, che diranno che il suo non è un nome famoso e Alessandro Canino, con “Crescerai”, l’ennesimo tentativo della canzone adolescenziale. Tutti e due i cantanti verranno dimenticati.

Clamorosa è la presenza di Claudia Mori, senza suo marito, che torna dopo 24 anni dalla sua vittoria, con una canzone firmata da Toto Cutugno, “Se mi ami”, con molta simpatia (poco prima di cantare la prima sera dirà un “aiutatemi”) e con un look grunge (consigliatole dalle figlie). Per lei ci sarà solo un quart’ultimo posto. Peggio ancora, cioè al penultimo posto, andrà la Squadra Italia, formata da vecchie glorie di Sanremo e non. Nilla Pizzi, la “regina” lontana dal palco da ben 34 anni!!!; il “re” della tragedia napoletana, Mario Merola; lo stornellista romano, Lando Fiorini; la figlia del grande Claudio Villa, Manuela Villa (scoperta da poco); Wess, l’ex partner di Dori Ghezzi; Gianni Nazzaro; l’ex-frate padre Cionfoli; Wilma Goich e Jimmy Fontana che porteranno una ballata “Una vecchia canzone italiana”. Curioso è il servizio fotografico che si voleva fare nella stanza della “regina” Nilla Pizzi ma, essendo la stanza troppo modesta, si sceglie la suite del “re” Mario Merola.

Le “Nuove Proposte” sono sicuramente fondamentali in questa edizione. Se si poteva obbiettare della stranezza che in un Sanremo vincessero due non vedenti e, se si poteva dire, che il primo posto di Aleandro Baldi era forse dato da questo, non si può certo dire la stessa cosa del vincitore di questa categoria, Andrea Bocelli. Il toscano, amante della lirica e della musica leggera, è famoso per aver duettato con Zucchero in “Miserere”, al posto di Pavarotti. La sua voce è semplicemente straordinaria e il suo pezzo bellissimo, “Il mare calmo della sera”. E’ destinato poi a diventare uno dei più bravi cantanti lirici, scalando i successi di tutto il mondo e ringrazierà sempre Sanremo e Pippo Baudo, per questo.

Secondi e terzi due cantanti bravi, che però non faranno molta strada: Antonella Arancio, provvista di una bella voce con “I ricordi del cuore” e Danilo Amerio, “Quelli come noi”, dalla stazza notevole, che sarà più famoso come paroliere che come cantante. Più merito va a: Daniela Colace (eliminata) con “Io e il mio amico Neal”, una bella canzone folk americana e i Baraonna, bravissimo complesso vocale, coi “Giardini di Alhambra”. Si fanno notare la corista dell’orchestra italiana di Renzo Arbore, con una bellissima voce e “Il mondo è qui” (che sarà però handicappata, nella sua carriera, da una brutta vicenda famigliare) e la giovane Lighea, con la sua grintosa “Possiamo realizzare i nostri sogni”, che si dovrà accontentare de sottobosco musicale. Grande successo, anche se scarso posto in classifica, avranno invece due artiste. La prima è toscana, bellissima ragazza e con una grinta e con una voglia di vivere sul palco (la seconda la dimostrerà più tardi), Irene Grandi, che porta un bel pezzo, “Fuori”. Ora è sempre prima in Hit Parade coi suoi dischi. La seconda è romana, figlia di un famoso musicista, forse non bellissima ma particolare, uno scriciolo di ragazza ma con molta potenza vocale; il nome è già tutto un programma, Giorgia (il padre è un gran fan di Ray Charles e chiama la figlia come “Georgia on my mind”). la ragazza possiede una straordinaria voce blues e porta un bel pezzo, anche se difficile al primo ascolto, “E poi”. Anche la sua carriera, seppur con qualche diversità, sarà scintillante come quella di Irene Grandi.

Alla fine è giusto denotare un caso di vita più che un semplice caso di cronaca. Tra i Big italiani era presente anche un giovane ragazzo dall’aria pallida e macilenta, Alessandro Bono. Portava una buona canzone, “Oppure no” ma quasi senza voce e stonando anche un po’. Entra sul palco la prima sera masticando una gomma, al che Baudo gli spiega di buttarla e lui la butta per terra;.il cantante dopo Paolo Rossi (che viene dopo di lui) la calpesta. Solo poco dopo si verrà a sapere che la sua voce non era bassa e non era stonato ma era soltanto la terribile malattia, l’AIDS, che lo porterà via poco dopo.

I CAMPIONI:

NOVITÀ:

SANREMO 1995 (45a Edizione). Martedì 21, Mercoledì 22, Giovedì 23, Venerdì 24, Sabato 25 Febbraio 1995

  • Presentano: Pippo Baudo, con Claudia Koll e Anna Falchi
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 39 (16 Campioni + 7 (Nuove proposte ’94) + 16 Nuove Proposte)
  • Organizzazione: 
  • Sigla: Perché Sanremo è Sanremo di Pippo Caruso
  • La Formula: Una interpretazione per brano: 1a serata: i 16 Campioni + 7 (Nuove proposte ’94) (4 in finale tra iCampioni); 2a serata: 10 Campioni + 8 Nuove Proposte; 3a serata: 10 Campioni + 8 Nuove Proposte; 4a serata: 16 Nuove Proposte qualificate (proclamazione vincitore); 5a serata: i 20 Campioni.
  • Canzone vincitrice: “Come saprei”, cantata da Giorgia

– Il boom: quanto a vendite ed ascolti, sarà il Festival più riuscito di quegli anni– La formula: Baudo lancia la formula perfetta della “valletta” bionda e della “valletta” mora– Giovedì, terza serata del Festival, ore 23: un uomo minaccia di buttarsi giù dalla galleria dell’Ariston. Interviene Pippo in prima persona, scavalca il parapetto, lo raggiunge e… lo salva! Roberto D’Agostino ribattezza il Festival come il Festival di… San Pippo!– La novità: Fiorello, il re del karaoke, con Finalmente tu. Su questa partecipazione al Festival gira un aneddoto: si racconta che Fiorello abbia accettato soprattutto per una sorta di scommessa con il padre. Questi gli avrebbe infatti detto nel corso degli anni: “Finché non ti vedo a Sanremo non sei nessuno!”. Dato per vincitore da molti, si classificherà al quinto posto

– La curiosità: ad hoc per il Festival si forma un gruppo molto particolare, la Riserva indiana. Capeggiato da Sabina Guzzanti, vede nomi prestigiosi come Sandro Curzi, David Riondino, Antonio Ricci

– Al primo posto nelle “Nuove Proposte”, con Le ragazze, trionfano i Neri per Caso: un gruppo di ragazzi salernitani che cantano a cappella 

– Il record: Peppino Di Capri (che interpreta “Ma che ne sai”… con Gigi Proietti e Stefano Palatesi), raggiunge quota tredici presenze al Festival. Un record che condivide con Milva

– Per la prima volta la canzone vincitrice assoluta della manifestazione (“Come saprei” di Giorgia) conquista anche il Premio della Critica

– Il “DopoFestival” è condotto da Serena Dandini con Fabio Fazio, Luciano De Crescenzo e Gianni Ippoliti

– Tra le altre canzoni del Festival: In amore (Gianni Morandi e Barbara Cola), Gente come noi(Ivana Spagna), Con te partirò (Andrea Bocelli).

Organizzatore è sempre Baudo.

Anche questa volta si affida a due vallette, una totalmente diversa dall’altra, la prima è il classico tipo nordico, difatti è di origini finlandesi, Anna Falchi. Anna è fidanzata con Fiorello, anche lui in gara, ma dormiranno in stanze separate (anche se alcune voci dicono che nella camera di Fiorello di notte si sentivano rumori sospetti). Anna inoltre piangerà quando il suo fidanzato non vincerà Sanremo. La seconda è la bruna e mediterranea Claudia Koll. Tutte e due si esibiranno in un piccolo show: la Falchi in un divertente rap-finlandese (che sua mamma usava per addormentarla dice lei) e la Koll in un tango. Anna Falchi inoltre farà alcune gaffes memorabili, sotto lo sguardo disperato di Baudo (sosterrà che in finlandese “guarda il mare” si dice “cazzo merda”; chiedendosi dove è il suo microfono dirà che sotto la sua gonna c’è di tutto; “accuserà” Max Pezzali, in gara,di aver “ucciso” un disco invece che “inciso”).

Pippo Baudo, del resto, si dimostrerà superlativo, dal momento che parlando con alcune persone si accorge che uno vuole tentare il suicidio gettandosi in platea dalla galleria, con grandi falcate arriverà a salvare l’uomo e lo porterà nel suo camerino. L’uomo Pino Pagano, non è nuovo a gesti del genere e “Striscia la Notizia” dirà che forse lo stesso Baudo ha architettato tutto quanto (vista la facilità con cui l’uomo, disoccupato,è entrato nel teatro).

Le serate sono allungate a 5 e c’è il solito Dopofestival, questa volta con un gruppo di politici (capitanati dall’ex ministro Ferri) che intoneranno un coro, facendo gridare alla protesta a Toto Cutugno, presente alla manifestazione.

Gli ospiti sono pochi e come sempre misurati:l’algerino Khaled, famoso in Algeria, che ha una condanna a morte invocata dagli integralisti islamici; Annie Lennox, che ritorna accompagnata da 4 ballerini in tutù. Gli ospiti più famosi sono però Madonna, per cui la casa discografica sborsa 250 milioni tra viaggio, suite, seguito di gente,ecc. e i Take That, idoli del momento, tartassati dai fans. Curiosa la faccenda di Elton John, che è andato fino a Nizza per poi cambiare idea e tornare a Londra; visto il 25ennale della sua carriera, Baudo porterà lo stesso la torta sul palco dicendo di essere più gentleman di un gentleman inglese!.

Come già detto 7 giovani dell’anno precedente si scontrano e ne usciranno 4, che andranno in gara tra i Big.

Gli eliminati non portano grandi canzoni e molti spariranno: Gio di Tonno (“Padre padrone”), Valeria Visconti (“Con te” che ha però una bella voce) e Francesca Schiavo (“Amore e guerra”, che ricorda troppo una canzone di Gianna Nannini).

Questo doveva essere il Festival di Fiorello e di Morandi. Il primo aveva portato una canzone di sicuro successo tra i giovani, “Finalmente tu”, che descrive l’ansia di un ragazzo che va a trovare la sua ragazza lontana. Fiorello aveva le carte a posto:al culmine del successo e il suo modo di fare sempre simpatico e allegro, già si scherniva quando lo definivano il “vincitore” ma è arrivato solo quinto. Fiorello, tra le altre cose, sarà sloggiato dalla sua camera d’albergo, da Loredana Bertè isterica che rivuole la camera d’albergo dell’anno prima.

Gianni Morandi, veniva a Sanremo con un pezzo degno del suo nome,”In amore”, cantando con maestria e bravura ed entusiasmo assieme ad una giovane cantante, Barbara Cola, con una voce straordinaria. Gianni si affannerà poi (giustamente) a dire che lui e Barbara non sono fidanzati e Barbara dirà che lui è un grande ma molto severo. Alla fine tutti e due sono surclassati dalla giovane Giorgia che, anche se alla prima esibizione si veste a pois bianchi e neri (sembra il 102esimo cucciolo della “carica dei 101″), dimostra la sua solita voce eccezionale ed una bellissima canzone, “Come saprei”. La giovane stravince ed alla fine gli esce uno spontaneo “fichissimooo!”.

Secondo Morandi e Barbara Cola.

Terza un’altra sorpresa. Dopo un successo incredibile negli anni ’80, con canzoni in inglese, Spagna (nome intero Ivana Spagna) era andata nel dimenticatoio, salvo poi eseguire la colonna sonora del “Re Leone”, in italiano e rivelando una bellissima voce. Partecipa così a Sanremo con “Gente come noi”, un bel pezzo che dimostra la sua potentissima voce. Non gli sembrerà vero di arrivare terza, scenderà dalle scale dell’Ariston piangendo e raccomandando a sua mamma di stare tranquilla, poiché è debole di cuore (purtroppo la madre di Spagna morirà poco dopo quell’anno).

Del resto dei giovani “promossi sul campo”, non si notano sempre cose interessanti: Danilo Amerio (“Bisogno d’amore”), porta un classico pezzo melodico che farà un certo successo a Sanremo ma sparirà presto; Antonella Arancio, anche, portando per altro un bel pezzo,”Più di così” ed inoltre purtroppo anche Lighea girerà nei bassifondi del successo, nonostante una bella canzone e tanta grinta, “Rivoglio la mia vita”.

Ritorna anche Andrea Bocelli, il vincitore delle “Nuove Proposte” entrante, che porta un bellissimo pezzo (alcuni dicono più bello de “Il mare più calmo della sera”) “Con te partirò”, che diventerà addirittura spot televisivo. Andrea, che diventerà padre di Amos, nel periodo di Sanremo, spiccherà il volo per successi incredibili.

In questa edizione partecipano inoltre degli artisti o comici, persone cioè al di fuori della musica propriamente detta. A sorpresa partecipa Lorella Cuccarini (presentatrice nel 1993), con una bella voce e con una canzone dedicata al marito, “Un altro amore no”. Trovano spazio, anche se non vanno bene, il trio Melody, cioè Peppino Di Capri, l’attore Gigi Proietti e il giovane Stefano Palatresi. La canzone è dedicata al pianobar, “Ma che ne sai (se non hai fatto il pianobar)”, una canzone molto orecchiabile, che i tre interpretano con divertimento (addirittura fingono di finire la canzone ma poi ritornano sul palco). Infine (a parte il già detto esordio di Fiorello), è clamoroso l’esordio della Riserva Indiana. Capitanato da Sabina Guzzanti e il suo fidanzato David Riondino, la riserva è composta da personaggi di ogni tipo (Alessandro Curzi, Mario Capanna,ecc.) e tutti chiaramente di sinistra; questo significa una Riserva di comunisti nel parlamento di centro (Destra o Sinistra). La canzone,”Troppo sole” è divertente, anche se Sabina Guzzanti urla più che cantare, la cantante viene alzata in aria ad ogni ritornello e nelle serate in avanti si aggiungono personaggi nella riserva. Purtroppo, a causa anche di un abbassamento di voce della cantante, la canzone non ha successo di piazzamento; Baudo non digerisce neppure la frase di Curzi, che assicura che infondo è tutto un gioco ma poi si torna alle cose serie.

Ritorna anche Giorgio Faletti, con un altro rap lento, “L’assurdo mestiere”, questa volta una bellissima preghiera a Dio. Il bravo Faletti non ottiene, però, più il podio. Partecipa per la prima volta anche un idolo dei giovanissimi, Max Pezzali (in realtà sarebbero gli 883 ma si presenta solo lui e da luogo alla fenomenale battuta di Baudo,” e gli altri 882 dove sono?”). Max, porta una canzone giovanile (come Fiorello), “Senza averti qui”, che descrive la nostalgia di un ragazzo senza la sua ragazza ma non avrà un alta posizione e rimarrà scottato dalla presenza Sanremese. Da rimarcare il ritorno di Gigliola Cinquetti, con una bella canzone, “Giovane vecchio cuore” ma anche per lei è solo un quattordicesimo posto.

Per altro fanno specie gli ultimi posti di: Loredana Bertè (penultima), con “Angeli e angeli”, una canzone grintosa ma non di certo simile ad altre create da lei e addirittura l’ultimo di Patty Pravo, che non incanta con le sue movenze e i suoi violini e la sua bella “I giorni dell’armonia”. Infine un gruppo di uomini: Toto Cutugno, che pensava ancora ai suoi secondi posti ma si accontenta di un diciassettesimo posto (quart’ultimo!) con una canzone originale ma di certo non da podio, “Voglio andare a vivere in campagna” (una canzone che esalta il mondo agreste); Drupi delude un po’ con una canzone banale, “Voglio una donna”; Mango è sempre bravo con “Dove vai”, veramente un bel pezzo.

E’ poco considerato ma molto bravo, Massimo Ranieri, che porta una bellissima canzone recitata, “La vestaglia”, che racconta di un amore finito in modo mesto.

Nelle “Nuove Proposte”, non è esattamente la miniera dell’anno prima ma qualcosa si trova.

I vincitori, gli originalissimi “Neri Per Caso” (curiosamente il nome del gruppo è nato quando il discografico ha chiesto perché erano vestiti di nero e loro risposero ” per caso!”). La particolarità del gruppo è di cantare a “cappella”, ossia senza strumenti, poiché gli strumenti sono le loro stesse voci (si dividono cioè tra chi canta e chi crea le “armonie vocali”); la canzone è molto adolescenziale, “Le ragazze” ma è la novità nel canto che da la vittoria. Si vede anche un bel ragazzo, che a suo tempo ha concorso allo “Zecchino D’oro”, che conquista per la sua bella canzone, “Che sarà di me”, Massimo Di Cataldo, che però non avrà un lungo successo. Stesso discorso per: Gigi Finizio (“Lo specchio dei pensieri”), un giovane melodico napoletano sulle orme di De Crescenzo; Raffaella Cavalli (“Sentimento”) molto simile a Laura Pausini, che era esordita giovanissima con “Bravo bravissimo” di Mike Bongiorno; Rossella Marcone (“Un posto al sole”), una bella voce e di bella presenza ma non andrà avanti; i Dahmm (“Ho bisogno di te”) un gruppo di capelloni che saranno amati per un attimo dalle ragazzine. Si rivelano bravi anche i Prefisso (“Chi più ne ha”) dei rappers molto divertenti ma sono bocciati e spariscono nel nulla.

Chi invece avrà un successo duraturo sono due artisti,molto lontani da Sanremo. Il primo ha la particolarità di scrivere dei bei testi e porta una canzone particolare sulla incomunicabilità dei “diversi”, “L’uomo col megafono”. Lui è Daniele Silvestri (figlio di un autore di programmi televisivi), che canta la canzone aiutandosi coi cartelli. Avrà una carriera abbastanza fuori dai riflettori ma con grande merito e dignità. Il secondo è un ragazzo dall’aria sbandata, coi capelli lunghi e con una bella canzone, “Destinazione paradiso”. E’ Gianluca Grignani e confesserà di aver scritto la canzone quando voleva suicidarsi. Avrà un grande successo ma sempre al di fuori della popolarità.

I CAMPIONI:

  1.  

NOVITÀ:

  1.  

SANREMO 1996 (46a Edizione). Martedì 20, Mercoledì 21, Giovedì 22, Venerdì 23, Sabato 24 Febbraio 1996

  • Presentano: Pippo Baudo con Sabrina Ferilli e Valeria Mazza
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 37 (16 Campioni + 7 (Nuove proposte ’95) + 14 Nuove Proposte)
  • Organizzazione: 
  • La Formula: Una interpretazione per brano: 1a serata: i 16 Campioni + 7 Nuove Proposte ’95 (4 in finale tra i Campioni); 2a serata: 10 Campioni + 7 Nuove Proposte; 3a serata: 10 Campioni + 7 Nuove Proposte; 4a serata: 14 Nuove Proposte qualificate (proclamazione vincitore); 5a serata: i 20 Campioni. All’ultimo minuto viene escluso il brano di Ornella Vanoni: Bello amore.
  • Canzone vincitrice: “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, cantata da Ron e Tosca

– È l’edizione più lunga nella storia del Festival. Si inizia addirittura il lunedì con “Arriva il Festival”

– Al Bano canta “È la mia vita”, canzone con risvolti amaramente autobiografici dopo la scomparsa della figlia Ylenia. Al termine della canzone Al Bano è sommerso da applausi e si inginocchia commosso a ringraziare il pubblico

– Dopo 35 anni torna sulla scena sanremese Umberto Bindi

– Polemiche a non finire tra Baudo e Striscia la notizia e non solo: Baudo minaccia di dimettersi dalla carica di Direttore artistico

– Il brano “Bello amore” di Ornella Vanoni è squalificato una settimana prima dell’inizio del Festival perché già eseguito in pubblico, seppure con un testo differente. Viene sostituito da”L’amore è un attimo” di Enrico Ruggeri

– La rivelazione: Elio e le Storie Tese e La terra dei cachi, dissacratorio brano su usi e costumi degli italiani. Si classificherà al secondo posto

– Che confusione per le strade di Sanremo: al Festival ci sono i Take That, la boyband del momento

– Il DopoFestival è condotto da Baudo, affiancato da Gianni Ippoliti, Ambra, Luciano De Crescenzo e Roberto D’Agostino

– La categoria delle Nuove Proposte è vinta da Syria con Non ci sto. Al terzo posto si piazza Marina Rei con Al di là di questi anni

– Tra le altre canzoni del Festival: Strano il mio destino (Giorgia), Se adesso te ne vai (Massimo Di Cataldo), L’elefante e la farfalla (Michele Zarrillo)

L’edizione dei veleni e dei bassi ascolti, l’ultima dell’era Baudo.

Baudo è malato, alle corde vocali ma non osa dirlo ma è nervoso. Lo assistono, come sempre una valletta bionda, cioè la bellissima argentina Valeria Mazza e una valletta mora e mediterranea, Sabrina Ferilli. Sabrina Ferilli è di idee del PDS e non lo nasconde: si veste spesso di rosso e chiede di togliere un quadro fascista dalla sua stanza d’albergo (Alessandra Mussolini di An la definirà “l’oca rossa”).

Baudo è bersagliato da Striscia la Notizia, si vede recapitare, per le strade di Sanremo, un macabro messaggio che parla della sua morte: lui accusa pubblicamente Striscia la Notizia, Ricci accusa lui di averlo fomentato ma non si saprà mai la verità. Si sa solo che le guardie del corpo di Baudo picchiano a calci e pugni un giornalista Rai, filmati da Striscia la Notizia.

Il Dopofestival è governato dalla giovane ma bravissima Ambra, che riesce a bloccare anche il Baudo imperante e dai critici Luciano De Crescenzo e Roberto D’Agostino; anche al Dopofestival Baudo se la prenderà (giustamente) con un giornalista, che farà domande troppo private ad Al Bano, in gara.

Gli ospiti stranieri sono pochi ma di ottima qualità: il bravissimo Bruce Springsteen, che si esibirà in un cono di luce, per la prima volta in una televisione europea in diretta ma non vuole essere intervistato, canta e se ne va via. Per l’ultima volta vengono i Take That, senza Robbie Wiliams e prossimi allo scioglimento, cantano tutti in bianco (in segno di lutto, per la “perdita” del compagno) e assediati dalle fans.

Doveva partecipare Ornella Vanoni, tra i big, con “Bello amore” ma è esclusa poiché la canzone era stata cantata già alla radio da una certa Emilia Pellegrino.

Come sempre si svolge la selezione tra le “vecchie” Nuove Proposte. Tantissimi nomi giustamente eliminati: Fedele (“Non scherzare dai”, un improbabile rap); i dahmm (“Ama”); Mara (“Non è amore”).

Vince Ron, dopo che aveva giurato di non partecipare più a Sanremo, trova però che faccia vendere dischi e ritorna con una bella “Vorrei incontrarti tra cent’anni” e con una bravissima Tosca (già nelle “nuove proposte” anni fa ma non considerata), con una bella voce. Sulla loro canzone si scatenato polemiche: un gran pezzo del brano è copiato da un sonetto del grande Sheakespeare, cosa in verità non colpevole poiché è bene mondiale e di tutti ma perché non ammetterlo? Inoltre sembra che, per un errore di scrutinamento di voti, la vittoria sia di Giorgia ma non loro, sarà un mistero.

Secondi si piazzano, con grande sorpresa, il gruppo di “Elio e le Storie Tese”. E’ forse un segno di rottura, il simpatico gruppo si presenta con una canzone ironica sulla situazione italiana: “La terra dei cachi”. Memorabile è la prima esibizione del gruppo, dove Elio si mostra con un terzo braccio posticcio e con una parrucca in testa (in realtà Elio è quasi pelato) e l’ultima dove arrivano vestiti da extra-terrestri tutti argentati, Elio inoltre ha l’abitudine di baciare, ogni volta, l’abbonato Rai, scelto a caso, in prima fila. Il gruppo crea confusione con frasi incredibili: come dire che il Festival è truccato; come la definizione che l’emozione è un apostrofo beige tra la parola “sono emozionato” e come il commento del brano di Syria (vincente tra le “nuove proposte”) che dice che è difficile andare via da un treno mentre va (Elio dirà che Syria ha ucciso Adriana Ruocco, altra “nuova proposta”, buttandola dal treno!).

Terza infine ancora Giorgia, la campionessa in carica, con un bellissimo “Strano il mio destino”.La ragazza partecipa perché “non vuole fare come quelli che vincono Sanremo ma poi no ci vanno più”; dirà poi che Sanremo non farà più per lei (ma in molti hanno detto questa frase…e poi sono tornati). A proposito di Giorgia, quest’anno i “promossi sul campo” sono abbastanza deludenti. Delude Raffaella Cavalli, con “Sarò”; Gigi Finizio con “Solo lei” e Rossella Marcone con “Una vita migliore” (una bella voce ma non una bellissima canzone) e tutti quanti spariranno nell’oblio.

L’unico che non delude è Massimo Di Cataldo, con “Se adesso te ne vai”, una bella canzone.

Alcuni Big fanno sicuramente notizia. Dopo 5 anni e per la prima volta da solo (era dal 1974 che non accadeva più) torna Al Bano. E’ da solo perché Romina è in India a girare “Sandokan”. Tutti è due sono stati colpiti da una disgrazia enorme, la oro figlia primogenita, Ylenia, è scomparsa nel nulla. Era andata a New Orleans e sembrava si fosse legata ad un ambiguo suonatore di tromba e c’è chi dice di averla vista gettarsi in un lago ed affogare. Vane le ricerche, non si saprà mai nulla. Al Bano torna a Sanremo con un pezzo dedicato a lei, “E’ la mia vita”, splendido vuol dire davvero poco e la voce di Al Bano è a dir poco superlativa. Alla sua ultima esibizione e agli applausi isterici del pubblico in sala, lui si inginocchierà sul palco piangendo. La canzone, dopo una rimonta incredibile, arriverà solo settima.

Ritorna un altro grande, dopo una sola presenza nel 1961 e un bando dalla Televisione, solo perché omosessuale, è Umberto Bindi. Torna però accompagnato dai New Trolls e con una bella canzone, “Letti”, che però evidentemente non piace più ed è relegato ultimo. Infine c’è l’esordio di un comico (che in realtà avrà un breve successo), “nato” al “Maurizio Costanzo Show” con la canzone “Azz”. E’ Federico Salvatore e porta un bel pezzo, su un omosessuale. “Sulla porta”. Salavatore ci terrà sempre a dire che lui non è omosessuale, poiché ha moglie e figli.

Una storia importante è anche quella di Paola Turci. La giovane cantante aveva subito uno spaventoso incidente stradale che l’aveva sfigurata in viso; costretta a farsi delle plastiche e ad essere bendata tutta per mesi, la cantante aveva intenzione di smettere di cantare. Sostiene però, che un gruppo di fans la veniva a trovare con una chitarra e così, anche per l’affetto di questi fans, decise di continuare. Andò a Sanremo con un bel pezzo, che descrive anche la forza di vita, che possiede ancora, “Volo così”.

Ritornano anche i vincitori delle “Nuove Proposte”, del 1995, i “Neri Per Caso”, con “Mai più sola”, un pezzo melodico senza particolari effetti. Il gruppo del resto avrà un crollo di successo, poiché è anche difficile continuare con una novità senza rinnovarsi. Bravissima è ancora Spagna, che ritorna con “E io penso a te” e la sua bellissima voce ma questa volta senza il podio.

Alla fine ecco un bel gruppo maschile: Amedeo Minghi, che porta una sua tipica composizione, “Cantare è d’amore”; Luca Barbarossa che tenta una canzone folk ma con poco successo, “Il ragazzo con la chitarra”; “L’amore è un attimo”, di un abbastanza spento Enrico Ruggeri; “Non andare via”, di Paolo Vallesi che si denota però sul viale di un prematuro tramonto; “Soli al bar” di Aleandro Baldi e Marco Guerzoni, che non è eccezionale.

Da notare il bellissimo pezzo di Riccardo Fogli, “Romanzo”, molto difficile e quindi poco compreso e il solito grandioso pezzo di Michele Zarrillo, “L’elefante e una farfalla”, una delicata poesia.

Tra le “Nuove Proposte” vince la romana Syria. Figlia di un importante discografico, la ragazza è stata scoperta per caso da Mattone, mentre con alcuni suoi amici stava cantando fuori da casa sua. Porta un brano molto melodico ma rivela una bella voce, “Non ci sto”. Un’altra scoperta è la giovanissima Adriana Ruocco, che canta “Sarò bellissima”, dove si parla di una ragazzina che aspetta di diventare grande per fidanzarsi con un ragazzo. Il suo scopritore è Migliacci che è accusato di sfruttare i minorenni.

Si fanno notare anche un gruppo di ragazzi più o meno bravi: Leandro Barsotti (“Lasciarsi amare”), Camilla (“Zerotretresette”, almeno una melodia e un testo originale); Petra Magoni (“E ci sei”); Maurizio Lauzi (“Un po’ di tempo”, figlio del grande Bruno Lauzi, ottiene molto successo dalla critica ma pochissimo dai votanti ed è ultimo) Alessandro Mara (“ci sarò”), Olivia (“Sottovoce”, una bella voce e farà carriera in teatro); Silvia Salemi (“Quando il cuore”) Alessandro Errico (“Il grido del silenzio”, un bellissimo pezzo, l’idolo delle giovanissime è scoperto da Maria De Filippi, moglie di Costanzo, che è a Sanremo per assisterlo); gli O.R.O. (“Quando ti senti sola”, un bel pezzo).

Quelli che però avranno sicuro successo sono due. Una è Marina Rei, figlia di musicisti e percussionista a sua volta, si presenta sul palco a piedi nudi e porta una bella canzone, “Al di la di questi anni”, abbastanza blues. Avrà altro successo, anche con canzoni più leggere. L’altra è una sconosciuta catanese, una bellezza acerba, magrolina e coi capelli a caschetto e una chitarra elettrica a tracolla. Porta una bella canzone, “Amore di plastica” e possiede una voce particolarissima, si chiama Carmen Consoli ed avrà un grande successo, diventando l’eroina dei giovani siciliani. Infine una curiosità.

Tra i giovani si nota un duo i Jalisse, una donna che canta (Alessandra Drusian) e un uomo che suona la chitarra elettrica, con “Liberami”. Come tanti nel giro di pochi anni non saranno nessuno ma come pochi entreranno nella storia del Festival di Sanremo.

I CAMPIONI:

NOVITÀ:

SANREMO 1997 (47a Edizione). Martedì 18, Mercoledì 19, Giovedì 21, Venerdì 22, Sabato 23 Febbraio 1997

  • Presentano: Mike Bongiorno, con Piero Chiambretti e Valeria Marini
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 41 (16 Campioni + 13 Nuove Proposte ’96 + 12 Nuove Proposte)
  • Organizzazione: 
  • La Formula: Una interpretazione per brano: 1a serata: i 16 Campioni + 13 Nuove Proposte ’96 (4 in finale tra iCampioni); 2a serata: 10 Campioni + 6 Nuove Proposte; 3a serata: 10 Campioni + 6 Nuove Proposte; 4a serata: 12 Nuove Proposte qualificate (proclamazione vincitore); 5a serata: i 20 Campioni.
  • Canzone vincitrice: “Fiumi di parole”, cantata da Jalisse

– Polemica in conferenza stampa: Mike dice che in Tv c’è troppa pornografia, e Busi replica che anche le sue pubblicità sui prosciutti sono pornografia.– La prima serata si apre con Piero Chiambretti nelle vesti di angelo che svolazza a mezz’aria– Il casus: Al Bano torna al Festival dopo la separazione con la moglie e la sua apparizione sul palco arriva subito dopo una pausa pubblicitaria. Lui è quasi sul punto di andarsene– La bellezza: la suggestiva canzone di Patty Pravo, E dimmi che non vuoi morire, scritta da Vasco Rossi

– La censura: torna Loredana Bertè dopo la morte della sorella. Il verso iniziale della sua canzone “Vaffan… luna” diventa “Occhiali neri, luna”.

– Vedo nudo!: Valeria Marini si presenta in scena con un abito effetto nudo. In una delle serate Piero Chiambretti le solleva la gonna svelando il suo didietro ai telespettatori

– Il Festival lo vincono a sorpresa i Jalisse, e molti non sono d’accordo

– La rivelazione: pur non piazzandosi tra le prime tre posizioni, Laura non c’è di Nek diventa uno dei successi discografici dell’anno, piazzandosi subito al primo posto dell’hit parade

– La categoria delle Nuove Proposte è vinta dalle sorelle Iezzi, Paola e Chiara, con Amici come prima. Al secondo posto la bellissima Cambiare di Alex Baroni

-Tra le altre canzoni del Festival: Storie (Anna Oxa), A casa di Luca (Silvia Salemi), Capelli(Niccolò Fabi)

Finito il periodo di Baudo, a causa di una malattia alle corde vocali, arrivano nuovi presentatori.

Dal 1996 l’organizzazione era passata alla Rai.

Il Festival diventa, d’ora in poi, più un occasione per vedere ospiti e presentatori e solo un pretesto se ci sono i cantanti.

Per la prima volta, dopo il 1979, torna Mike Bongiorno come presentatore (prestato dalla Mediaset alla Rai); c’è anche un disturbatore, Piero Chiambretti ed un unica valletta, Valeria Marini. Si pensa che Mike sia ormai vecchio per una manifestazione simile ma non sarà così. Mike si dimostra bravissimo e sfornerà poche gaffes (una celeberrima è quando vede Patty Pravo, una cantante molto giovanile e le ricorda di quando erano insieme sul palco tanti anni fa). E’ contentissimo di ritornare a presentare il Festival. Piero Chiambretti inizia la trasmissione appeso al soffitto con un costume di angelo e la finirà vestito da diavoletto, sposando Valeria Marini! Valeria Marini, che cambierà 30 vestiti in quest’edizione e tutti firmati, s’ispirerà alle grandi bellezze del passato (Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Rita Haworth). Ingaggerà dure discussioni coi giornalisti e respingerà anche gli assalti di Chiambretti che tenterà di sbirciare sotto la sua gonna.

I problemi più grossi lì da, come al solito Striscia la Notizia, che manderà in onda continui errori di Mike Bongiorno e Valeria Marini e “scipperà” l’idea a Chiambretti l’idea delle ali, indossandole poco prima che inizi la trasmissione. Comunque niente confronto all’anno passato.

Il Dopofestival è gestito da Bruno Vespa, che però è forse abituato a trasmissioni politiche e quindi crea un atmosfera soporifera.

Gli ospiti stranieri sono come sempre molto pochi: il grande David Bowie, che afferma di non aver mai saputo cosa è il Festival di Sanremo e la grandiosa Mirelle Mathieu con “La vie en rose” (con una standing ovation nel teatro).

La classifica sarà data solo per i primi tre posti. Per l’ultima volta (perché poi cambierà regolamento) si crea la selezione tra le “ex Nuove Proposte”.

Tanti bocciati non meritano assolutamente. Alcuni portano canzoni inferiori alle attese e spariranno definitivamente dalla celebrità: Adriana Ruocco (che agita troppo le mani nella sua “Uguali uguali”), Alessandro Errico (che vede sparire il suo breve momento di popolarità con “E penserò al tuo viso”), Olivia (che delude con “Quando viene sera”) Leandro Barsotti (“Fragolina” un testo surreale) e Alessandro Mara (“attimi”). Alcuni non meritavano assolutamente ma vengono bocciati: Petra Magoni (“Voglio un Dio”, con una buona grinta), Maurizio Lauzi (“Il capo dei giocattoli”, ha il solito successo della critica ma non è compreso dai giurati). Curioso è il caso di Camilla (nel 1996 portava “Zerotretresette”) che canta una bella canzone, “come ti tradirei” ma è eliminata; avrà un rilancio alcuni anni dopo. Incredibile invece è l’eliminazione dell’astro nascente, Carmen Consoli, con un bellissimo brano rock scritto l’anno prima a Sanremo, “Confusa e felice”. Il suo brano e lei avranno un successo clamoroso proprio quell’anno.

La vittoria finale doveva essere di due cantanti. Patty Pravo, che aveva portato una bellissima canzone scritta da Vasco Rossi, “E dimmi che non vuoi morire”, alcuni dicono una delle più belle canzoni della storia del Festival di Sanremo e Anna Oxa, in veste di mamma, che, senza vestiti strani e affini, si basava solo sulla sua voce e sulla sua interpretazione, con una bellissima “Storie”.

Come, a volte capita, però la vittoria è una sorpresa. Vincono i Jalisse (da un nome del telefilm “i Robinson”) cioè Alessandra Drusian alla voce e alla chitarra Fabio Ricci. La Drusian è notata per la bellissima voce (alcuni la paragonano addirittura a Mina) e la bellezza fisica, Ricci è forse fin troppo ombroso e taciturno. La loro canzone inoltre, “Fiumi di parole”, valorizza la voce della Drusian ma è molto simile a “Listen to your heart”, un successo dei Roxette (che guarda caso assomigliano al duo, come struttura). Dei Jalisse non si saprà più nulla, solamente che si sono poi sposati (anche se loro dicevano di non essere neppure fidanzati) a Monterotondo, alla chiesa di Padre Pio.

Seconda è Anna Oxa.

Terza è la vincitrice, in carica, delle Nuove Proposte, Syria, che esibisce una nuova canzone melodica, “Sei tu”.

Per il resto, il Festival, è un mix di gioventù e vecchie glorie.

Partecipano alcuni gruppi moderni: gli O.R.O. (ex-Nuove Proposte), con una bellissima canzone scritta a preghiera, “Padre nostro”, con tanto di coro che sale da dietro il palco durante il ritornello. Il gruppo purtroppo non avrà seguito; i Dirotta su Cuba (che al di là di come fa sembrare il nome non hanno connotazioni politiche ma si ispirano ad un manifesto che c’era nella loro sala studio) che creano musica poco popolare, funky e portano un bel pezzo, “è andata così”; i Pitura Freska, un gruppo che canta in dialetto veneto e porteranno una canzone, il cui ritornello sarà molto amato, “Papa Nero”.La canzone è apertamente anti-razzista e verranno sponsorizzati anche dalla neo-Miss Italia di colore, Denny Mendez ma torneranno poi nel giro regionale, da cui erano venuti; i Cattivi Pensieri, della brava e bionda Cinzia Farolfi (sorella di un deejay), che portano “Quello che sento”. Curioso è il caso dei “Ragazzi Italiani”, un gruppo di ragazzi che si ispira apertamente ai Take That e sono “nati” a Domenica In. Porteranno “Vero amore”, un pezzo che avrà un certo successo in quel periodo ma poi si dimenticherà e i Ragazzi Italiani cadranno nel dimenticatoio.

La musica giovane è ben rappresentata anche dai solisti: Silvia Salemi, un ex Nuova Proposta, sicula, che porterà un bel pezzo, “A casa di Luca”, che gli darà una certa (seppure breve) notorietà; Marina Rei, un altra ex-Nuova Proposta, che porta una canzone diversa da quella prima (“Al di là di questi anni), poiché meno ritmata ma sempre bella (viene valorizzata la sua voce particolare).”Dentro me” ed infine Francesco Baccini, che si lamenta della paura che provoca il teatro Ariston e la tensione generale di Sanremo, che porta un brano divertente con la curiosa rima in “u”, “Senza tu”. Baccini è un cantautore già navigato, che scrive brani sempre surreali, al di fuori della grande popolarità.

Un caso a parte è sicuramente Nek.Tornato a Sanremo dopo un periodo di silenzio, riporta un brano molto diverso da “In te” (terza nel 1993 tra le “Nuove Proposte”, apertamente contro l’aborto). “Laura non c’è” è sicuramente più frivola ma molto bella strumentalmente e anche il look del cantante è cambiato, poiché ora esibisce i capelli corti. La canzone diventerà un successone, addirittura remixata in discoteca e il giovane cantante spiccherà il volo, diventando sempre più l’idolo delle giovanissime, con canzoni testualmente abbastanza semplici.

Importante è anche la presenza dei gloriosi Big:i New Trolls con la giovane Greta, con una canzone bella ma non indimenticabile,”Alianti liberi”; Toto Cutugno,che delude con un pezzo tipico del suo repertorio,”Faccia pulita”; la bravissima Loredana Bertè (colpita dalla tragedia di sua sorella) con la grintosa “Luna” (la canzone verrà censurata, poiché inizierebbe con “e vaffanculo luna”); Fausto Leali,che porta un bella “Non ami che te”; delude Massimo Ranieri (“Ti parlerò d’amore”) ed è bravissimo Al Bano, che canta “Verso il sole”, un brano non certo simile alla splendida “E’ la mia vita” (del 1996) ma che esalta sempre la sua voce imperiale. Incuriosisce, infine, il ritorno della campionessa in carica, Tosca,con un brano scrittole dalla famosa scrittrice Susanna Tamaro, “Nel respiro più grande”, una gran bella canzone in cui si sente la bellissima voce di Tosca.

Nelle Nuove Proposte,vince la novità. Due sorelle milanesi, ex coriste degli 883, molto carine, una bionda e una mora e piuttosto basse di statura. Paola (la mora) e Chiara (la bionda), attratte dall’Irlanda, portano un tipico brano di sonorità irlandese,”Amici come prima”. Sono cantautrici e hanno la particolarità di cantare all’unisono; sicuramente da la vittoria anche l’interpretazione, dei movimenti sempre uguali (prima cantano seduti su una sedia e poi in piedi), i gesti particolari (un “tre” con la mano) e il fatto di tenersi per mano e quindi di volersi bene. Dopo un momento di appannaggio, avranno un gran futuro.

Sempre nelle Nuove Proposte si notano anche bravi cantanti ma senza futuro: Paolo Carta, con un pezzo “Non si può dire mai mai”, suona la chitarra elettrica e se le costruisce da solo (il che porterà Mike, purtroppo errando, a dire che avrà un bel futuro); i Doc Rock, un bel gruppo che portano una bella canzone-bilancio del secolo che si chiude, “Secolo crudele”; Domino, con una voce bellissima e Miky Mix, che porta un solito rap, “E la notte se ne va”. Curiosa la presenza di una parente del grande Rocky Roberts, Randy Roberts con “No stop” ma non avrà seguito.

Oltre a Paola e Chiara, altri due artisti avranno successo. Uno è un ragazzo con un cespuglio di riccioli in testa, Nicolò Fabi, che esalta ironicamente la sua pettinatura con la canzone, “Capelli”. Un ragazzo calvo ma con una voce portentosa, a tal punto che riceverà gli elogi di Pavarotti e di Dalla (quest’ultimo al Dopofestival al telefono, provocando un rossore in viso del giovane cantante). Alex Baroni, porta “Cambiare”.

I CAMPIONI:

  1.  

NOVITÀ:

  1.  

SANREMO 1998 (48a Edizione). Martedì 24, Mercoledì 25, Giovedì 26, Venerdì 27, Sabato 28 Febbraio 1998

  • Presentano: Raimondo Vianello con Eva Herzigova e Veronica Pivetti
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 28 (14 Campioni + 14 Nuove Proposte)
  • Organizzazione: 
  • La Formula: Una interpretazione per brano: 1a serata: i 16 Campioni + 13 Nuove Proposte ’96 (4 in finale tra i Campioni); 2a serata: 10 Campioni + 6 Nuove Proposte; 3a serata: 10 Campioni + 6 Nuove Proposte; 4a serata: 12 Nuove Proposte qualificate (proclamazione vincitore); 5a serata: i 20 Campioni.
  • Canzone vincitrice: “Senza te o con te”, cantata da Annalisa Minetti

– Elemento distintivo di questa edizione è l’umorismo elegante e disincantato di Raimondo Vianello

– Le prime tre classificate della categoria Nuove Proposte sono promosse alla finale insieme ai 14 campioni (che invece giungono alla finale di diritto), portando a 17 i finalisti di Sanremo 1998

– La giovane Annalisa Minetti, unico caso nella storia del Festival, vince sia la categoria Nuove Proposte che quella dei Big con Senza te o con te

– Vengono premiati e resi noti soltanto i primi tre classificati. La graduatoria completa delle 17 canzoni finaliste sarà resa nota alcuni giorni più tardi

– Tra gli ospiti internazionali spiccano i Backstreet Boys e Ricky Martin: migliaia di adolescenti in delirio invadono Sanremo

– Il DopoFestival, presentato da Piero Chiambretti e Nino D’Angelo con uno scatenato Aldo Busi, va in onda da una sorta di ristorante allestito per l’occasione: il “Sanremo t’amo da morire”

– Tra le altre canzoni del Festival: Amore lontanissimo (Antonella Ruggiero), Sempre (Lisa), Sei tu o lei, quello che voglio (Alex Baroni)

Doveva essere il Sanremo della novità, presentato dal giovane presentatore Fabio Fazio ma all’ultimo momento si decide di no, con grande rabbia di Fazio e di Bongiorno che lo spalleggiava.

All’ultimo si sceglie un personaggio di Mediaset, l’anziano, ma sempre grande, Raimondo Vianello. Attorniato da due vallette che fanno contrasto: la bruna (e non bellissima) sorella della ex-presidente della camera, Irene Pivetti, Veronica Pivetti e la bellissima fotomodella Eva Erzigova (famosa per la pubblicità di un reggiseno).

Vianello arriva a Sanremo con la sua solita ironia, dimostrandosi stanco e stufo dei cantanti e delle canzoni e mostrando anche un clamoroso distacco verso i Big stranieri più famosi. Per tutte le serate giocherà sul fatto di trattare male Veronica Pivetti e tentare di sedurre l’inarrivabile Eva Erzigova. Veronica ricorderà un po’ Olivia di Braccio Di Ferro e farà i gradini sempre con un certo terrore di cadere.

Cambia il regolamento, poiché è eliminata la selezione primaria delle ex Nuove Proposte (di Baudiana idea) ma le prime tre Nuove Proposte gareggiano direttamente coi Big.

Il Dopofestival è gestito ora da Piero Chiambretti, con Nino D’Angelo (il re del trash) che con ironia scenderà giù da una specie di passerella.

Non mancano lo polemiche:il divieto all’esibizione dei super-ospiti italiani (Morandi, Zero, Patty Pravo, ecc.), poiché c’è ingiustizia verso i Big , il regolamento lo prevederà nell’edizione successiva. Un brivido lo provocano i Cobas del latte, in rivolta, che minacciano di fare sfilare sul palco il loro simbolo, la mucca Ercolina.

Gli ospiti stranieri sono contanti ma di qualità:Madonna, con mani tatuate con dipinti berberi, con la bella “Frozen”, che farà un po’ di ironia con Vianello (“ti vedo cambiato”, scherzando sul fatto che prima c’era Baudo) ma è vittima del totale disincanto di Vianello (“grazie, ciao, noi dobbiamo andare avanti!”); Michael Bolton, con la bellissima “Nessun dorma”; Celine Dion che canta il successo del momento “My heart will go on” (colonna sonora del “Titanic”); le All Saints (altre volte erano venute le Spice Girls) e gli Acqua.

Ma gli ospiti d’onore sono i divi del momento, i Backstreet Boys, assediati da tantissime fans ma anche madri delle fans contagiate dal delirio totale.

La vincitrice, è per la seconda volta consecutiva una sconosciuta e tale rimarrà, Annalisa Minetti. La bella ragazza, con una malattia agli occhi per la quale vede solo ombre (ma non è vedente), si era già accorpata a Miss Italia ma senza successo e aveva tentato la carriera di cantante, con una canzone classica da Festival, non bella, “Senza te o con te”. La ragazza vince le “Nuove Proposte” e anche i Big, col regolamento nuovo e alla fine chiede ironicamente: “non ho pianto abbastanza?”. Incredibile la polemica, che Annalisa ha con lo scrittore Aldo Busi, che al Dopofestival afferma che “il suo handicap è una miniera d’oro”, meritandosi un “animale” dalla Minetti, spalleggiata dall’ex-ministro della famiglia, Guidi (che è spastico dalla nascita) e da un altro grande ospite, Josè Feliciano (che è non vedente dalla nascita).

Al secondo posto si classifica l’artista che forse meritava il primo, l’ex voce dei Matia Bazar, Antonella Ruggero. Seppur vittima di una laringite alla serata finale, la bravissima cantante torna dopo un viaggio in India, con un bellissimo pezzo ed un aria olimpica, “Amore lontanissimo”.

Terza è un altra “Nuova Proposta”, destinata a sparire presto, Lisa con “Sempre”; una bella voce ma che non avrà futuro.

Per altro poco c’è da dire di curiosità. I Big si dividono, come l’anno prima tra le nuove leve e i grandi Big. Tra le nuove leve si notano:Nicolò Fabi, che porta un bel pezzo,”Lasciarsi un giorno a Roma”, avrà un certo successo ma non si nota in lui l’originalità dell’esordio (“Capelli”); Silvia Salemi, che mostra la sua bella voce con “Pathos”; Alex Baroni, con una bella canzone, “Sei tu o lei” (con un bellissimo assolo di basso), che però, incredibilmente, non mostra la sua bellissima voce ed infine la terza “Nuova Proposta”, Luca Sepe, “Un po’ di te”, che ha una voce molto potente ma sparirà, anche lui nel nulla.

Partecipano anche i grandi Big: Andrea Mingardi, con una bella canzone, che esalta la sua voce da blues-man, “Canto per te”; bravissimo anche Mango, con la giovane Zemina, che porta “Luce”; formidabile come sempre Enzo Jannacci, col “Quando un musicista ride”. Jannacci ha suo figlio, Paolo, come direttore d’orchestra ed è fenomenale quando crea un assolo di “tromba vocale”. Deludono un po’ Paola Turci (“Solo come me”) e Ron (“Un porto nel vento”), che portano canzoni non proprio alla loro altezza. Infine Spagna, che giustamente è criticata, poiché il suo pezzo è troppo simile ad altri suoi (anche se lei dirà che un cantante segue un certo stile), con “E che mai sarà”.

Vi sono inoltre artisti che portano brani non propriamente adatti per Sanremo. Sergio Caputo, che canta un brano tipicamente sudamericano, “Flamingo”, anche se Sergio magari si “diverte” solamente a Sanremo. Paola e Chiara, che portano un brano, forse tra quelli presentati, più bello e originale, “Per te” ma inadatto e incompreso dalle giurie sanremesi (che preferiscono brani tipicamente “facili” come il brano vincente), le due “sorelline”, che mostrano i lunghi capelli di prima tagliati corti, sono bersagliate dalla critica per ogni minimo gesto che fanno o indumento che portano ma alla fine scaleranno le Hit Parade, con il loro singolo.

Due gruppi si presentano, sempre con canzoni fuori dalla manifestazione. Ritorna la Nuova Compagnia del Canto Popolare, che porta un pezzo molto minore confronto a quello della prima comparsa (“Tanto pe’ dispietto” 1992), cioè “Sotto il velo del cielo”. Esordiscono però una nuova scoperta di Caterina Caselli (dopo Bocelli e la Trovato), gli Avion Travel o meglio detto la Piccola Orchestra Avion Travel. Un gruppo che suona strumenti classici ma con una melodia napoletana e un “vocalist” che “recita” mentre canta. Il pezzo, che non è certo per Sanremo, avrà molto successo come brano e come gruppo, cioè “Dormi e sogna”, grazie anche alla incredibile bravura degli strumentisti. Striscia la Notizia, dirà che il loro brano è un plagio di un altro loro brano, loro ammetteranno ma non è un peccato.

Per le “Nuove Proposte”, purtroppo, è una falcidia di illusioni mancate. Su tutti solo uno riuscirà ad avere un vero successo, ma solo molto dopo e con un genere diverso. A parte i primi tre classificati, come si è detto (Minetti, Lisa e Sepe), si notano alcuni artisti bravi ma che, purtroppo non faranno strada. Eramo e Passavanti, molto considerati con “Senza confini”; Taglia 42, con “Con il naso in su”, che hanno una bravissima cantante ma arrancano per avere successo; Paola Folli, con “Ascoltami” e una bella voce; Costa, bravo ma poco fortunato, con “Compagna segreta”. Curiosa la presenza di nomi, forse poco portati per un successo (Nitti e Agnello) e del gruppo, il cui leader è il figlio di Gianni Morandi, Marco Morandi, i Percentonetto, che però deludono con “Come il sole”. Curiosa la presenza di Federico Stragà, un bel ragazzo con una canzone bruttina, “Siamo noi”. Dopo pochi anni è tornato in voga, con una canzone surreale, “L’astronauta” ed ha avuto un buon successo estivo.

I CAMPIONI:

  1.  

NOVITÀ:

  1.  

SANREMO 1999 (49a Edizione). Martedì 23, Mercoledì 24, Giovedì 25, Venerdì 26, Sabato 27 Febbraio 1999

  • Presentano: Fabio Fazio con Laetitia Casta e Renato Dulbecco
  • Orchestra diretta da: Festival 
  • Totale brani: 28 (14 Campioni + 14 Giovani)
  • Organizzazione: 
  • La Formula: Una interpretazione per brano: 1a serata: 14 Campioni; 2a serata: 7 Campioni + 7 Giovani; 3a serata: 7 Campioni + 7 Giovani; 4a serata: 14 Giovani (proclamazione vincitore); 5a serata: 14 Campioni.
  • Canzone vincitrice: “Senza pietà”, cantata da Anna Oxa

– La novità di quest’anno é la Giuria di Qualità: dieci esperti o personalità del mondo dello spettacolo e della cultura al posto delle giurie popolari. I giurati hanno a disposizione voti dall’uno al dieci e la loro preferenza riguarda solo i Big– Il Premio Nobel Renato Dulbecco, ottantacinque anni, annuncia canzoni e cantanti del Festival. Con ironia e senza mai impaperarsi. Al pubblico si presenta così con una frase di Galileo Galilei: “Sono venuto qui per fare esperienze”– Da ricordare lo storico incontro, proprio sul palco dell’Ariston, tra due premi Nobel: lo stesso Dulbecco e Michael Gorbaciov– Da ricordare il ballo di Renato Dulbecco con la francese Laetitia Casta sulle note de La vie en rose

– Per la prima volta viene realizzata fuori dell’Ariston la passerella per i cantanti. Tutti gli artisti sfilano su un maestoso tappeto rosso, tra ali calore di pubblico. Il più acclamato é Gianni Morandi, tra i super ospiti

– Teo Teocoli si presenta sul palco in mutande nell’imitazione del sindaco di Milano, Albertini

– Anna Oxa, vincitrice del Festival, stupisce come e più di sempre per il suo look: corpo completamente cosparso di olio e slip che fa capolino fuori dai pantaloni

– Il DopoFestival è condotto da Orietta Berti e Teo Teocoli con Fabio Fazio

– La categoria Nuove Proposte è vinta da un giovane cantautore romano, Alex Britti con la suaOggi sono io. Qualche anno più tardi questa canzone verrà incisa anche da Mina

– Tra le altre canzoni del Festival: Non ti dimentico (Antonella Ruggiero), Guardami negli occhi(Nada), Alberi (Enzo Gragnaniello e Ornella Vanoni), Senza giacca e cravatta (Nino D’Angelo)

Molte novità per questa edizione del Festival di Sanremo.

Finalmente, dopo il tentativo dell’anno precedente, lo presenta, Fabio Fazio e porterà molte novità. Primo, già sono particolari gli altri presentatori con lui: la bellissima francese, ultimo grido di modella, Laetitia Casta e il premio Nobel del 1972, direttamente dagli Stati Uniti, dove era in esilio da molti anni, Renato Dulbecco; il professore sapeva pochissimo di musica leggera e veniva per presentare il “progetto Genoma”, sugli studi gentici. Si dimostrerà una persona modesta ma anche abbastanza ironica, alla fine ballerà addirittura con la Casta (si parlerà addirittura di una sua vecchia relazione con l’altro premio Nobel, sua compagna universitaria, Rita Levi Montalcini).

La bellissima Laetitia, con in il suo italiano sgangherato, tipico delle bellezze straniere, storpierà molte parole (riuscendo pure a trasformare “Festival” in “Festivalo”) o cantare “Volare” e “Il ragazzo della via Gluck”, con stonamenti continui ma ben voluti da tutti. Si innervosirà solamente, quando verranno delle sue vecchie foto nude su “Panorama”.

Fabio Fazio avrà il suo solito ruolo di “quelli che il calcio”, cioè il bravo ragazzo. Come sempre “Striscia la Notizia”, tenterà di rompere le uova nel paniere. Un intervista a Fazio, poi doppiata da Greggio, falsa, che tenderà a smontare il personaggio da “bravo ragazzo” e la telenovela “lo scopone scientifico”, cioè una love-story tra Dulbecco e l’altra scienziata, Margherita Hack. La situazione più divertente sarà però il grandioso sosia di Massimo D’Alema, Albert Colajanni, che imbroglia Soldini (il velista) e anche Dulbecco ma non Gorbaciov.

Le novità però sono ancora altre. Prima di tutto, per una grandiosa idea di Fazio, verranno aumentati i presentatori delle canzoni, nel senso che Fazio obbligherà tanti personaggi (famosi e non) a presentare gli artisti in gara. Si passa dai più famosi (gli Astronauti che arrivarono sulla luna, Amstrong e Aldrin; il calciatore Roberto Mancini; l’albitro Collina; lo sciatore Gustav Thoeni; il direttore della zecca dello stato, Nicola Ielpo; Lamberto Sposini, mezzo busto del Tg5; Roger Moore, Don Lurio e la ballerina, Carla Fracci) ai meno famosi (un ex postina; una casalinga; una maestra e un avvocato). Le presenze incredibili saranno però: il fratello di Bill Clinton, Roger Clinton e addirittura l’ex-presidente, uomo storico, dell’URSS, Michail Gorbaciov con la moglie Raissa (che purtroppo morirà poco dopo il Festival). Lui lancerà un monito contro i politici troppo politicanti e lei ricorderà come lei e Gorbaciov (lo chiama sempre così) si siano conosciuti ascoltando musica, soprattutto valzer.

Un’altra novità grossa sarà la “giuria di qualità”, presieduta questa volta da Ennio Morricone, che sarà definitiva, poiché darà gli ultimi voti ai cantanti, rischiando di ribaltare i voti delle giurie popolari (come poi accadrà).

Per la prima volta inoltre, dopo il divieto dell’anno precedente, si esibiscono i super-ospiti italiani: Ivano Fossati, che farà infuriare la destra italiana per una canzone che (usando le parole di San Paolo) difende l’immigrazione; Riccardo Cocciante (che promuoverà il suo nuovo successo teatrale, “il gobbo di Notredame”), Franco Battiato, che il giorno dopo criticherà ampiamente la manifestazione ed infine Gianni Morandi, che infondo non apprezzerà troppo l’onore avuto e tornerà l’anno dopo come cantante in gara. Infine ritorna la classifica unica e vengono ripristinati i due gironi, Big e Nuove Proposte, senza alcun passaggio da uno all’altro. Gli ospiti saranno come sempre mirati: la sempreverde Cher, la bella Mariah Carey (di cui si sussurra un fidanzamento con l’ex-promessa Luis Miguel), Alanis Morisette, i Rem e Ricky Martin.

Il Dopofestival, vedrà l’intera “squadra” di “mai dire goal”, in azione: Orietta Berti come presentatrice, che nell’ultima puntata si toglierà le scarpe in Eurovisione, poiché preferisce non fare ruzzoloni; Paolo Brosio, l’uomo-fumetto, che si sguinzaglierà per Sanremo alla caccia di una fantomatica di Orietta Berti con gli abiti firmati Gattinoni; Paolo Aleotti e Anna Marchesini, in varie vesti tra cui quell’irresistibile di Rita Levi Montalcini. Grandioso sarà però Teo Teocoli che imiterà: il sindaco di Milano Albertini, in mutande (facendo la parodia di una sfilata veramente accaduta; il Commissario Tecnico della nazionale di calcio, Cesare Maldini e l’irresistibile, per la sua risata, critica televisiva Vinciguerra.

Insomma un Sanremo che, più che mai, metterà un po’ in un angolo le canzoni in gara, che per altro quest’anno sono molto belle.

Dopo due anni di vittorie di persone-carneadi, questa volta vince la tradizione, anche se di certo con classe.

La vincitrice è Anna Oxa, con un pezzo molto bello dove si valorizza la sua voce, “Senza pietà”. La cantante indossa un incredibile tanga e ha la pelle lucida, come se avesse messo l’olio, diranno i maligni. Dedica la sua vittoria ai suoi figli e dice di non esserla aspettata, a tal punto che poco prima era con le scarpe da ginnastica. In effetti la sua vittoria è improvvisa per tutti, anche la “giuria di qualità”, solo Enrico Brazzi, uno scrittore, all’ultima serata da a tutti zero eccetto che ad Anna Oxa e scombina tutto (il voto della “giuria di qualità” vale di più ovviamente).

La vincitrice, per tutti, poi seconda classificata, doveva essere la vincitrice morale dell’anno prima, Antonella Ruggero. L’ex-voce dei Matia Bazar, tornava con la sua solita tranquillità olimpica a cantare “Non ti dimentico”. Il pezzo era molto bello ma non certo come “Amore lontanissimo”, pur avendo un bellissimo assolo di corno francese. Era dedicato ad Aldo Stellita, ex componente dei Matia Bazar, morto di tumore.

Il terzo posto è infine, dopo tante prove, di Mariella Nava. Mariella porta una canzone magari non impegnatissima come le altre (forse per questo ha ricevuto un piazzamento),”Così è la vita”, scritta in una notte insonne.

Quest’edizione (come le altre in avanti), tenta di portare i giovani Big e i cantanti esplosi a Sanremo, ancora in gara, nonostante molti si siano rifiutati di parteciparvi ancora.

Questa è la volta di due artisti esorditi nel 1995: Massimo Di Cataldo e Gianluca Grignani. Massimo Di Cataldo era tornato anche nel 1996 ed aveva un successo clamoroso. Torna con un diverso look (i capelli lisci invece che ricci) e una canzone creata apposta per le sue fan adolescenti, dal testo molto leggero e dalla musica frivola, “Come sei bella”. Purtroppo, per Di Cataldo, questo è il “canto del cigno”, arriverà ultimo e non avrà più il successo di prima. Gianluca Grignani, al contrario, porta una bella canzone, “Il giorno perfetto” e, nonostante arrivi penultimo, avrà poi un gran successo.

Inoltre ci sono anche dei debutti tra i Big: Daniele Silvestri (dopo una buon’apparizione alle “Nuove Proposte” del 1995, “L’uomo col megafono”), porta una canzone “impegnata”, “Aria”, dove il protagonista è un morto (!) che viene portato via da una prigione invalicabile e descrive la situazione dell’ergastolano. La canzone ebbe forte contestazione dalla Destra, che la vide come un chiaro attacco politico (l’abolizione dell’ergastolo è un’idea di sinistra e Silvestri è dichiaratamente di sinistra). Dopo una bocciatura clamorosa, torna anche un bravo autore, Gatto Panceri, che però non funziona con la sua “Dove dov’è”.

Questo Sanremo poi vede dei grandi ritorni: la grande Ornella Vanoni, che canta col napoletanissimo Enzo Gragnaniello, “Alberi”. Ornella mancava dal 1989 (dopo un tentativo bocciato perché non inedito, nel 1996) e porta questa bella canzone, che è un misto tra una voce milanese e una voce napoletana, anche se lei sosterrà sempre che è solo ospite nel brano di Gragnaniello. Ritorna anche, dopo una comparsata nel 1987, Nada. La cantante toscana è sempre nel suo periodo “serio” e porta un brano abbastanza pesante, con forti sensi erotici, “Guardami negli occhi”. Adriano Celentano la apprezzerà e la metterà tra i ringraziamenti del suo album.

Un ritorno anche per gli Stadio. Il gruppo portava sempre bellissimi pezzi (1984-1986) ma sempre all’ultimo posto della classifica. Questa volta si rifanno con un bellissimo brano, scritto anche da Vasco Rossi (difatti si nota il suo timbro), “Lo zaino”. Ritorna anche Nino D’Angelo. L’idolo dei giovani napoletani, ormai cresciuto e senza il “casco d’oro”, era già apparso al Dopofestival dell’anno prima e torna quest’anno dopo una “comparsata” nel 1986. Galvanizzato dal premio” David di Donatello”, dice di essere arrivato al culmine della carriera e pensa con orgoglio a quando era un nullatenente; così nasce la bella “Senza giacca e cravatta”, accompagnato da un coro di formose donne.

Un ritorno piuttosto clamoroso sarà quello di Eugenio Finardi. Il cantautore si esibirà con un cappellino di tipo Marxista (che dirà di aver messo per caso anche se sono risapute le sue idee politiche) e porterà un brano particolare, che di certo contrasta col brano impegnato che portò alla sua prima e ultima apparizione all’Ariston (“Vorrei vegliarti”, 1985). Il suo brano infatti descrive un platonico innamoramento per Lara Croft, l’eroina della Play-Station (la canzone sembra gli sia stata ispirata mentre giocava con suo figlio).

Molto bella è anche la canzone di Marina Rei, che torna con un pezzo particolare e molto elettronico, “Un inverno da baciare”. Infine si nota il ritorno di Al Bano, con un’altra canzone molto bella, che sviluppa la sua potente voce, “Ancora in volo” (anche se molto lontana da “E’ la mia vita”). Questa apparizione per Al Bano è molto importante. Per la prima volta torna col suo cognome, Carrisi, in onore di suo padre come dice lui. In verità la canzone descrive il suo amore, ormai finito, con Romina Power. Poco dopo il Festival si divorzieranno. La causa si dice sia stata la scomparsa di Ylenia e quindi il grande dolore che ha ricevuto la coppia. Finisce così un favole e si rompe una coppia, che infondo, ha dato tanto anche al Festival di Sanremo, seppur anche con polemiche.

Anche il girone delle “Nuove Proposte”, ha sicuramente delle belle canzoni, anche se, come sempre pochi emergono. Partecipano, per la prima volta, molti artisti già sulla cresta dell’onda ma senza una consacrazione, che cercano qui a Sanremo.

Il vincitore è proprio uno di questi. Alex Britti è già famoso per essere un chitarrista molto bravo ma anche un cantante di canzoni abbastanza leggere (una di queste era stato il tormentone dell’estate 1998). Vince con “Oggi sono io”, un bel brano. Curioso il fatto che Alex si dica idolo di molti chitarristi blues ma poi scrive una canzone il cui testo è abbastanza individualista. La vittoria lo aiuterà sicuramente a mantenersi sulla cresta dell’onda.

Un’altra cantante da consacrare è Leda Battisti, che sembra essere una lontana cugina del grande Lucio (essendo nata nello stesso paese, Poggio Bustone). Ha una voce molto particolare e anche una bellezza molto mediterranea e scrive canzoni di quel genere. Il suo è un bellissimo pezzo, “Un fiume in piena”.

Il terzo cantante è il baffuto Max Gazzè. Famoso bassista, si presenta a Sanremo col figlioletto di 7 mesi. La sua canzone è molto sul suo stile, abbastanza ironico e surreale, con la sua voce particolare: “Una musica può fare”, che avrà molto successo. Un altro cantante, già “famoso”, è Daniele Groff, la cui voce non passa certamente inosservata, anche lui aveva già sfornato un Hit e ci riprova con “Adesso”,una bella canzone.

Delle “Nuove Proposte”, solo un altro gruppo (questa volta esordiente dall’Accademia di Sanremo), i Quintorigo, avrà un successo dopo. Il gruppo è originale, poiché suona musica leggera con strumenti classici ed inoltre le canzoni sono spesso “diverse”, così come la particolarissima voce del cantante, fatta da vocalizzi. Cantano “Rospo” e avranno successo ma solo d’èlite, poiché il loro stile non è certo popolare. Per il resto tanti giovani sono bravi ma spariscono nell’anonimato: Filippa Giordano (“Un giorno in più”, con una bellissima voce; Arianna (“C’è che ti amo”), una cantante melodica, già famosa per aver interpretato la colonna sonora di un film della Disney; Allegra (che si vedrà cadere una spallina durante l’esibizione e la terrà attaccata per tutta la canzone) con “Puoi fidarti di me” e Irene La Medica (“Quando lei non c’è”, con una voce di stampo jazz e una bella canzone, che avrà però un breve successo.

Si vedono anche diversi stili musicali, purtroppo sempre senza seguito: la musica elettronica dei Soerba (“Noi non ci capiamo”) sponsorizzati niente meno che da Battiato; il rap di Elena Cataneo (“Nessuno può fermare questo tempo”) e la ricerca di nuovi suoni (il nome del gruppo, preso da una famoso esploratore, è già tutto un programma) dei Dottor Linvingstone (“Al centro del mondo”).

(Tratto da: Festival di Sanremo – Sito ufficiale)

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