Nel 2020 il COVID-19 l’ha fermato. Ma ieri sera è tornato con la sua 65a edizione. Parliamo dell’Eurovision Song Contest, il più grande evento musicale al mondo, seguito da 180 milioni di spettatori, che dal 18 al 22 maggio sarà trasmesso da Rotterdam, nei Paesi Bassi. E sarà il simbolo di un continente che vuole ricominciare a cantare e a ballare dal vivo.
Una delle immagini più belle che abbiamo potuto ammirare ieri sera durante la Prima Semi-Finale dell’Eurovision Song Contest 2021 è stato il pubblico presente sugli spalti della Rotterdam Ahoy in un primo assaggio di ritorno alla normalità.
Ciò è stato possibile grazie alle imponenti misure anti-contagio da COVID-19 messe in piedi dagli organizzatori dell’evento che hanno pubblicato oggi, tramite i report di APN, i primi dati relativi ai tamponi effettuati dall’inizio dei lavori all’Ahoy Arena, il 6 aprile, fino alla vigilia dell’inizio ufficiale dell’evento, cioè lunedì 17 maggio.
In poco più di un mese sono stati effettuati all’incirca 20.000 tamponi ad artisti, giornalisti, delegazioni, volontari e altre maestranze. Di questi 20 mila solo 9 sono risultati positivi: due di questi sono quelli dei membri dei team di Polonia ed Islanda di cui vi abbiamo riferito nei giorni scorsi.
Gli altri 7 tamponi positivi appartengono a dipendenti dell’arena, agenti della sicurezza e operai che si sono contagiati all’esterno della sede della 65° edizione dell’Eurovision Song Contest, come afferma l’executive producer dell’evento Sietse Bakker: “Nessuna infezione ha avuto luogo nell’Ahoy quindi testare con metodo rigoroso ha funzionato molto bene finora.”
Il protocollo stilato dagli organizzatori prevede test ogni 48 ore per chiunque debba entrare all’interno dell’Ahoy Arena: la negatività al tampone “sblocca” un pass che ha durata di 2 giorni.
Questi sono i dati fino alla giornata di lunedì ma stamani abbiamo dovuto riportare la notizia della positività di un membro dei Daði og Gagnamagnið che costringerà il gruppo a non partecipare dal vivo sul palco della Rotterdam Ahoy. Non è chiaro se il contagio sia avvenuto all’interno del palazzetto, di fatto smentendo le parole di Bakker, ma sicuramente il rigido sistema di controlli ha intercettato un focolaio che avrebbe potuto estendersi rapidamente tra gli artisti in gara.
Riguardo il protocollo anti-COVID, sul sito ufficiale dell’evento viene anche raccontato come, per mantenere determinati ritmi nel testing, siano state reclutate figure professionali con diversi background.
Oltre al testing va sottolineato come tutti gli artisti e le loro delegazioni vivano in una bolla costituita dal loro albergo e l’Ahoy Arena. Il trasferimento da un luogo all’altro avviene con shuttle o auto, elettriche ci tiene a ricordare l’EBU, messi a disposizione esclusivamente per loro.
Per quanto riguarda il pubblico, oggi altre 7.000 persone accederanno all’arena di Rotterdam per seguire le due prove generali (durante quella serale voteranno le giurie tecniche) della Seconda Semi-Finale. Questi spettatori, 3.500 per spettacolo, dovranno giungere all’Ahoy già muniti di un attestato di negatività ad un test rapido effettuato nelle 24 ore precedenti.
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