Mahmood ha rivelato finalmente la tracklist del suo prossimo album, ‘Ghettolimpo’, in uscita sia in digitale che nei negozi in versione fisica venerdì 11 giugno 2021 e contiene quattordici canzoni, tra inediti e singoli già di successo.
Il cantante milanese Mahmood, vincitore del Festival di Sanremo 2019 e secondo classificato all’Eurovision Song Contest con “Soldi”, torna a due anni di distanza dal disco di esordio, ‘Gioventù Bruciata’, con un nuovo progetto artistico e si accompagnerà con artisti dal peso specifico notevole per la scena italiana.
‘Ghettolimpo’ di Mahmood sarà un prontuario di personaggi e storie. Il cantautore milanese propone tante canzoni quanti livelli, come se fosse un videogioco, per disegnare un mondo in cui gli dei sono persone di tutti i giorni con dei superpoteri particolari. Per questo lavoro Alessandro ha confessato di essersi ispirato in parte alla mitologia greca, sua grande passione da quando era piccolo come aveva raccontato a Verissimo di fronte a Silvia Toffanin.
Con un post pubblicato sui suoi social, Mahmood ha annunciato i titoli delle quattordici canzoni che compongono ‘Ghettolimpo’, tra cui spiccano due collaborazioni inedite:
01 Dei
02 Ghettolimpo
03 Inuyasha
04 Kobra
05 Baci dalla Tunisia
06 Klan
07 Zero
08 Rubini feat. Elisa
09 Dorado feat. Sfera Ebbasta e Feid
10 Talata (٣)
11 T’amo
12 Karma feat. Woodkid
13 Rapide
14 Icaro è Libero
15 Klan (Spanish version)
Il nuovo album di Mahmood, in arrivo l’11 giugno, è stato già anticipato dai singoli “Rapide”, “Dorado” con Sfera Ebbasta e Feid, “Inuyasha”, “Zero” e “Klan”.
Nella tracklist di Ghettolimpo, tra le canzoni inedite, compaiono due nuovi featuring: uno con Elisa e uno con Woodkid (Yoann Lemoine, che ha conquistato una nomination ai Grammy nella categoria miglior video per il famoso brano ”Run boy run”). È proprio quest’ultimo che ha incuriosito di più i fan del cantante milanese, Woodkid è infatti un nome molto conosciuto a livello internazionale grazie ai suoi lavori con artisti di altissimo livello come Katy Perry, Taylor Swift e Lana Del Rey.
Aggiornamento: Esce ‘Ghettolimpo’ di Mahmood e tutti siamo su quel monte, dove la roccia è imbrattata di graffiti segnati da tutti gli eroi presenti nel disco. Alessandro Mahmoud ha fatto pace con la sua ‘Gioventù Bruciata’ e in due anni e mezzo di lavoro ha costruito il suo tempio. Lo ha fatto nonostante la pandemia, lo ha fatto nonostante tutto.
Se ‘Gioventù Bruciata’ era un’anteprima dell’artista che avremmo conosciuto, ‘Ghettolimpo’ è quell’artista. Chi si aspettava brani rap pieni di dissing e ostentazioni deve capirlo: Mahmood è un’altra cosa. Le sue infrastrutture brillano di dark a partire da “Dei”, la traccia di apertura del disco. Suoni e scale ipnotiche arrivano subito con i paesaggi immensi della title-track, che arriva dopo meno di 3 minuti.
Di “Rapide”, “Dorado”, “Inuyasha”, “Zero” e “Klan” sappiamo già tutto, e se le ascoltiamo all’interno del contesto di ‘Ghettolimpo’ di Mahmood suonano addirittura eterogenee. Questi singoli, infatti, sono i colori necessari a notare l’oscurità dipinta da Mahmood e che trova armonia e curve sinuose in “Rubini”, il featuring con Elisa che è un trionfo di accordi vocali perfetti e calibrati.
Ci si innamora di “Kobra”, grazie a quel taglio urban che sconfina nell’elettronica più cupa e distorta, un trip fatto di lampi e lame. Ciò che non può lasciare indifferenti è “T’Amo”. Una dedica appassionata alla madre con quell’inserto tutto in lingua sarda di “No Potho Reposare”, canto folk capace di far innamorare anche chi non capisce le parole. C’è dell’anima, eccome se c’è.
Altre perle come “Baci Dalla Tunisia” e “Karma” placcano in oro il disco. La prima, un synth-pop anni ’80, si chiude con un’apertura orchestrale che quasi spaventa. La seconda, un featuring con Woodkid, ha il sapore di una bellissima hit internazionale. Il ‘Ghettolimpo’ di Mahmood è tutto questo: gli dei che prendono la parola, sporchi di vernice, per raccontare la maturità di un artista che non imita nessuno, mai.
Incontrando la stampa per presentare il disco, la cui traccia omonima è la seconda e che vede la produzione di Dario Faini, alias Dardust, ancora alias DRD, Alessandro Mahmoud (questo il nome reale dell’artista) ha accennato anche all’esperienza all’Eurovision Song Contest, ai Måneskin e a come la manifestazione continentale abbia cambiato la sua vita: “Sono molto contento che abbiano vinto, erano i più bravi. Per me è andata benissimo anche se non ho vinto, mi ha dato la possibilità di fare un tour europeo. Nel mio cervello è come se avessi vinto. E’ stata una bellissima esperienza, unica, ti insegna tanto. Con i Måneskin ci siamo sentiti, ho fatto loro i miei complimenti.”
Mahmood, non va dimenticato, è arrivato secondo a Tel Aviv nel 2019 con “Soldi”, canzone con cui aveva vinto il Festival di Sanremo, al quale aveva avuto accesso strappando il pass tra i Giovani con “Gioventù bruciata”. 472 furono i punti raccolti dall’Italia, 26 in meno di Duncan Laurence con “Arcade” per i Paesi Bassi.
Oltre a quattro dischi di platino in Italia, “Soldi” ne raccolse anche due in Spagna, oltre a un disco d’oro sia in Francia che in Grecia, diventando il successo eurovisivo più importante dal ritorno in gara dell’Italia, almeno fino a quando non è arrivato l’autentico ciclone di “Zitti e buoni”.
Il successo ottenuto nel 2019 ritorna anche in altri passi delle parole concesse da Mahmood alla stampa: “Quando la mia vita è cambiata: tutti mi vedevano in un modo, ma io non mi ci riconoscevo. Ho avuto un periodo strano, non tornavo mai a casa, non vedevo le persone a cui volevo bene. Cercavo l’Alessandro di sempre, ma trovavo solo quello che vedevano gli altri. E quando tornavo tutti mi vedevano in un modo nuovo di cui io non avevo ancora preso coscienza. Da quando è iniziata la quarantena ho scritto poco, chiuso in casa faccio molta fatica. Prendevo moltissimi aerei e scrivevo sempre lì. E quindi racconta dei viaggi. In effetti alcune canzoni oggi potrebbero suonare un po’ strane perché descrivono il 2019.”
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