ESC 2012: ESC per migliorare i diritti umani nel paese

Gli attivisti dei diritti azero hanno lanciato una campagna pubblica sulla violazione dei diritti nel paese. 

La campagna “Freedom Songs in a Non-Free Country” (Azadlıq musiqisi qeyri-azad ölkədə) è stata lanciata la scorsa settimana. Gli organizzatori sostengono che la vittoria dell’Azerbaigian all’ESC non era solo un evento culturale ma anche socio-politico e che portare un concoso del genere in Azerbaigian è una possibilità per cambiare la situazione al meglio. 

Anar Məmmədli, un degli organizzatori della campagna ha detto che gli attivisti vogliono vedere cambiamenti concreti da parte del governo azero. “In primo luogo, i prigionieri politici devono essere liberati dal carcere”, ha detto. “In secondo luogo, vogliamo che la tv pubblica fornisca più pluralismo. In terzo luogo, il diritto alla libertà di riunione dovrebbe essere garantita. Quarto, vogliamo informare il mondo sulle violazioni dei diritti di proprietà. Infine, siamo preoccupati per il regime dei visti. Gli stranieri che visitano il Azerbaigian regolarmente devono affrontare questo problema “.

Məmmədli anche ha detto che la campagna terranno dibattiti pubblici, le dichiarazioni rilasciare e pubblicare e distribuire poster ed altri materiali. I protestanti sperano che l’Eurovisione, il più importante evento culturale nel paese da quando l’Azerbaigian ha ottenuto la sua indipendenza dell’Unione Sovietica nel 1991, focalizzerà l’attenzione internazionale sulle politiche interne.

“L’Azerbaijan dovrebbe comportarsi non solo come paese ospitante dell’ESC, ma anche come un vero membro della famiglia europea, che rispetta i valori democratici” dice un amministratore della pagina Facebook della campagna.

Le autorità ritengono che l’evento sarà il baluardo per migliorare l’immagine del paese prevalentemente musulmano, finora noto soprattutto come un esportatore di energia in Europa e come paese che ha attraversato la guerra e disordini politici dopo il crollo sovietico.

Nonostante le persecuzioni di giornalisti e la repressione delle proteste dell’opposizione, i funzionari hanno costantemente respinto lamentele per la mancanza di libertà democratica, puntando invece alla stabilità politica e allo sviluppo economico finanziato dai ricavi provenienti dal petrolio e dal gas.

I promotori della campagna hanno fatto appello alle organizzazioni umanitarie nazionali ed internazionali sui diritti per aderire alla campagna.