Rosalino Cellamare, in arte Ron, delizierà il pubblico di Loano (SV) nella serata di Ferragosto con quello che lui definisce una sorta di concerto-racconto.
D’altronde 42 anni di carriera è giusto farli sentire ma anche ascoltare, per condividere note e pensieri con chi ormai ti considera a tutti gli effetti un big della musica italiana. E, dunque, meritevole di tornare in gara al Festival di Sanremo.
Ron, che sul palco dell’Ariston vanta quattro partecipazioni e un trionfo (nel 1996 con “Vorrei incontrarti fra cent’anni” in coppia con Tosca), ammette una certa disaffezione nei confronti della storica kermesse di Rai 1: “Ci sono stato per la prima volta nel 1970 con ‘Pà diglielo a mà’ insieme a Nada – ha dichiarato l’artista in un’intervista a Il Secolo XIX – Esaltante: si parlava solo di musica e si condividevano le emozioni con artisti che sono diventati miti… Sapere che la musica non è più protagonista mi rattrista. Vince la curiosità. È un gigantesco baraccone mediatico. Peccato”.
Il Festival, dunque, non lo affascina più come un tempo: “Sono onesto: non mi attira. Anche se la formula nuova, quella delle due canzoni per artista che proporrà nel 2013 Fabio Fazio mi piace“.
Resta, però, il problema del baraccone mediatico che, se un tempo condivideva con artisti diventati poi miti, oggi dividerebbe coi “nuovi big”, già fortemente popolari perchè reduci dai talent show.
Ron, che ha preso parte allo sfortunato “Star Academy”, non denigra il genere ma ne evidenzia le lacune: “Chi esce da X Factor e Amici ha una gran voce ma difetta sugli altri aspetti: non disprezzo i talent, anzi, ma andrebbero integrati con altri studi. Io ho una scuola che si chiama ‘Una città per cantare’ e le prime cose che insegno sono a scrivere testi e suonare uno strumento”.
(Tratto da: davidemaggio)
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