ESC 2022: Achille Lauro non esclude il ritorno all’Eurovision Song Contest

L’eliminazione di Achille Lauro ha decisamente spaccato il pubblico, tra coloro che hanno apprezzato l’esibizione dal vivo e chi, invece, ha sottolineato come l’idea di partecipare per San Marino non ha prodotto l’effetto sperato.

L’artista, che dopo la seconda semifinale è immediatamente tornato a Milano per continuare a lavorare sul tour e sui prossimi progetti, ha postato un messaggio di ringraziamento e in bocca al lupo, facendo presagire che il discorso con l’Eurovision resta aperto… Un conto in sospeso che prima o poi Achille Lauro potrebbe chiudere con una nuova partecipazione.

“Buona fortuna a tutti gli artisti in gara questa sera – scrive – e a tutte le belle persone conosciute questi giorni. Grazie di cuore alle migliaia di persone che ci seguono sempre e a tutti i FanClub. Ho perso le notti per immaginare questo spettacolo a 360’ e ringrazio chi con me lo ha reso possibile. Non escludo il ritorno!.”

Achille Lauro, inoltre, nel post ha ringraziato la band, i partner, il management, l’etichetta discografica, i collaboratori, gli sponsor e le persone che gli sono state accanto durante l’esperienza eurovisiva.

“Un grazie speciale alla Repubblica di San Marino, i Capitani Reggenti, il capo delegazione di San Marino Marco Vannuzzi, Alessandro Capicchioni, Simone Giannelli, Ersin Parlak, San Marino RTV, il grande Federico Pedini Amati, e l’avvocato Vittorio Costa.”

Alessandro Capicchioni, Capodelegazione di San Marino all’Eurovision 2022, ha commentato su San Marino RTV l’eliminazione di Achille Lauro nella seconda semifinale: “Lo staging di Achille Lauro rimarrà iconico.”

Parole di stima nei confronti del vincitore del contest Una Voce per San Marino, che sul palco ha portato uno show di primissimo livello, pur non riuscendo a conquistare un posto nella finale in programma sabato 14 maggio.

L’esibizione sulle note di “Stripper”, con un bacio tra Achille Lauro e Boss Doms, ha rappresentato il picco di ascolti della serata, su Rai 1, ma anche nella televisione del piccolo stato del Titano.

Angelo Calculli, manager di Achille Lauro, ha postato sui social una foto dell’esibizione e un messaggio in cui sottolinea la forza della performance dell’artista romano: “Grazie a tutti, tutti quelli che come me hanno creduto in questo progetto. Nessuno farà su quel palco quello che ha fatto Lauro. Una costruzione meticolosa, pensata e soprattutto preparata per 3 mesi con quotidiana dedizione. Ringrazio tutti i nostri collaboratori, la @warnermusicitaly, @friendsandpartners, tutti i fan sempre presenti e passionali. Poi ringrazio te @achilleidol la tua perseveranza è un esempio, il tuo credo il mio credo, la tua arte unica e fuori da ogni schema. Il mondo ti premierà.”

L’artista romano non è riuscito nell’intento di portare in finale la Repubblica di San Marino, dividendo come di consueto l’opinione pubblica. La verità è che la performance di Lauro risulta inattaccabile dal punto di vista dello staging, una delle migliori messe in scena presenti in concorso quest’anno. Problema numero uno: il vento sta cambiando e l’essenzialità risulta oggi più accattivante dello stesso show. La Svezia, il Regno Unito e la Serbia ne rappresentano un ottimo esempio.

Problema numero due: Lauro paga lo scotto di aver partecipato per un piccolissimo Stato, con minori interessi e relazioni internazionali. Non a caso, la storia di San Marino all’Eurovision non pullula certo di grandissimi risultati, se consideriamo un totale di tre qualificazioni in finale su tredici partecipazioni per la Repubblica del Titano, con il miglior piazzamento datato 2019 con il turco Serhat, classificatosi al diciannovesimo posto.

Infine, il problema numero tre: da imputare allo stesso Achille Lauro, reo di non aver preso parte ai vari party europei che da tradizione accompagnano la vigilia dell’evento. Questo tipo di divismo non è molto apprezzato a livello europeo, specie se ci si concede poco alla stampa e se non si spiccica una parola in inglese. Un piccolo corso intensivo sarebbe stato gradito. L’errore più grosso è aver commesso l’errore di pensare di comunicare solo con la performance, tralasciando tutto il resto.

Al di là della barriera linguistica, l’arte non andrebbe spiegata troppo, specie in un momento storico frenetico come quello attuale, tutto dovrebbe essere facilmente fruibile. Non serve ogni volta una didascalia per spiegare il senso di una rappresentazione, specie quando ti interfacci con un pubblico proveniente da Paesi e culture differenti.

“Stripper” resta forse la canzone più internazionale di Lauro, ma non certo la più convincente. Quel che è certo è che il pubblico europeo non l’ha capita, considerando anche gli ascolti e non limitandoci solo ad analizzare soltanto il mancato passaggio in finale. Per quanto riguarda l’Italia, il picco di share sulla sua performance c’era da aspettarselo, anche se l’impressione è che qui da noi si sia esaurito un pò l’entusiasmo per un personaggio che resta troppo legato al suo immaginario e sempre fedele a se stesso.

Per carità, avere un’identità ed una riconoscibilità è sempre un vantaggio, ma tutto questo cambiamento ostentato con i vari progetti, dal rock alla dance, in realtà si scontra con una poetica retorica e con un’iconografia a tratti ridondante. Forse un po’ di silenzio e un breve periodo di lontananza dalle scene servirebbe per ritrovare dell’originalità che con Rolls Royce aveva inaugurato l’inizio di una nuova era per Achille Lauro. Seppur sia passato relativamente pochissimo tempo, adesso sembra arrivata davvero l’ora di voltare pagina.