Ancora poche ore e si comincia. La mastodontica Baku Crystal Hall, l’arena nuova di zecca costruita per l’occasione – 23mila posti al fianco della grande piazza della bandiera nazionale – spalanca le porte all’Europa.
Alle 21 di domani ora italiana e del centro Europa (a Baku saranno le 24) scatterà l’Eurovision Song Contest 2012. La Rai trasmetterà la prima semifinale (domani ore 21, su Rai 5, commento Federica Gentile) e la finalissima (sabato ore 21 Rai 2, commento Filippo Solibello e Marco Ardemagni di Radio 2, quelli di Caterpillar AM), mentre per la seconda semifinale vi rimandiamo al DTT Canale 73 (solo nelle zone limitrofe alla Repubblica di San Marino, non sul satellite) oppure in streaming di SM TV San Marino, con l’ottimo commento di Lia Fiorio e Gigi Restivo. L’emittente del Titano farà tutte e tre le serate. Ad annunciare i voti sabato sera in Eurovisione saranno l’attore Ivan Bacchi per l’Italia e la giornalista Monica Fabbri per San Marino.
Sarà un festival inevitabilmente a vocazione svedese: ben nove canzoni su 43 portano la firma di autori del paese scandinavo, compresa quella in gara per l’Italia di Nina Zilli “L’amore è femmina (Out of love)”, scritta dalla cantautrice piacentina insieme a Kristoffer Sjokvist, Frida Molander e Christian Rabb e all’americano Charlie Mason. Inoltre c’è un brano in lingua svedese, quello della finlandese Pernilla Karlsson, “Nar jag blundar”, che 20 anni dopo riporta sotto la bandiera finnica la seconda lingua nazionale e Loreen, la giovane di origine marocchina in concorso per la Svezia è la candidata numero uno per la vittoria finale con la sua “Euphoria”.
Sul fronte dei possibili avversari di Loreen vanno ascritti soprattutto due nomi. Anzitutto Zeljko Joksimovic, il gigante della Serbia: la sua “Nije Ljubav stvar” somiglia in alcune parti a “Paradise” dei Coldplay ma è un ottimo pezzo, interpretato con precisione quasi giapponese: nel mondo slavo, dovrebbe fare bottino pieno, anche se ultimamente sono in crescita le quotazioni di Slovenia e (soprattutto) Macedonia. E poi, anche se indubbiamente la cosa è portatrice di polemiche, ci sono le nonnine russe Buranovskiye Babushki, che cantano per costruire una chiesa nel loro villaggio alle porte di Buranovo: “Party for everybody” fa discutere, ma l’effetto ‘tenerezza’ delle sei vecchiette le ha portate in cima alle preferenze della rete. Ora toccherà alle giurie dire se meriteranno il podio o meno, ma è un dato di fatto che lotteranno per la vittoria. Una delle sei vecchiette, con i suoi 76 anni e mezzo sarà l’artista più anziana ad aver mai calcato il palco della manifestazione.
Nutrono speranze di un posto nei 10 anche le big 5, i cinque paesi già ammessi alla finale perché maggiori finanziatori dell’Ebu (European Broadcasting Union), l’ente che organizza la rassegna e il paese ospitante. E se alcuni danno Nina Zilli (sabato canterà per decima) molto ben messa nella corsa alla vittoria o quantomeno al podio, c’è anche chi spera di recitare il ruolo di outsider. Come la Germania, vincitrice due anni fa, in gara con Roman Lob e la sua “Standing Still” griffata Jamie Cullum, che strizza l’occhio al mainstream radiofonico attuale e il Regno Unito, che punta sull’esperienza di Engelbert Humperdinck.76 anni, oltre 50 di carriera, 150 milioni di dischi venduti nel mondo, un Golden Globe vinto e il nome impresso nella Hall of Fame di Hollywood, il crooner britannico presenta in concorso ”Love will set you free”, una ballata soft scritta da due vincitori rispettivamente di Grammy e Ivor Novello, ovvero Martin Terefe e Sasha Skarbek. Sorteggio sfortunato però per lui, che sabato aprirà la serata finale.
La Francia cala l’asso Anggun, con “Echo (You and I)”. La franco-indonesiana, che porta un elettropop molto diverso dallo stile con cui è riconosciuta universalmente, garantisce notorietà, presenza scenica, bravura e sex appeal: potrebbe anche bastarle per un posto nei 10, cui ambisce ragionevolmente anche Pastora Soler, 39 anni, tre lustri di carriera alle spalle e svariati dischi di platino in bacheca. La Spagna si affida a lei, regina della copla prestata al pop e al brano “Quédate comigo” per tornare ai livelli che le competono per tradizione. I padroni di casa azeri puntano invece su Sabrina Babayeva, la cui “When the music dies” è prodotta dall’americano Micheal Walden, già autore e produttore anche di Aretha Franklin e Withney Houston. Ma in tema di outdsider, occhio a “Never forget”, degli islandesi Gréta Salome& Jonsi: domani cantano per secondi, ma il pezzo sta riscuotendo grandissimi consensi. E naturalmente, ai soliti Jedward, a caccia del colpo per l’Irlanda con “Waterline” dopo l’ottavo posto del 2011.
In una edizione che parla tanto italiano (Adriano Pennino è l’arrangiatore del brano della bosniaca Maya Sar, Jacopo Massa è uno dei tre componenti del gruppo Litesound, in gara per la Bielorussia e la Svizzera schiera un duo ticinese, i Sinplus), San Marino si affida ad un artista di casa: la 37enne Valentina Monetta, voce e formazione funky, jazz e soul al servizio di un tormentone sin troppo easy ma orecchiabilissimo come “The social network song”, firmato fra gli altri dal “santone” tedesco Ralph Siegel, 20 canzoni eurovisive composte in 40 anni e un successo nel 1982 (“Ein Bißchen frieden”, Nicole, Germania). A lei (canterà domani, per undicesima) l’onore di provare a regalare al Titano uno storico accesso alla finale: domani canterà per undicesima.
(Tratto da: Eurofestival News)
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