ESC 2022: L’EuroVillage verrà allestito in piazza San Carlo

Dopo l’annuncio ufficiale di Torino come città ospitante della 66ª edizione dell’Eurovision Song Contest 2022 i svolgerà dal 10 al 14 maggio 2022 presso il PalaOlimpico di Torino, la macchina organizzativa è partita, e verrà allestito l’EuroVillage in piazza San Carlo.

Secondo quanto riferito dai media italiani Piazza San Carlo, così come per le ATP Finals di Tennis, sarà la location del villaggio per i fan, l’Eurovillage per l’Eurovision Song Contest 2022. Un punto nel cuore della città che vedrà diversi eventi organizzati dagli sponsor che avvicinerà il pubblico e gli appassionati alla kermesse.

Piazza San Carlo è una delle più importanti piazze del Centro storico di Torino. Spesso soprannominata dai torinesi “il salotto della città”, è inserita all’interno dell’asse viario di via Roma (una delle principali vie del centro storico di Torino), che la collega a Piazza Castello (la piazza principale di Torino, cuore del centro storico cittadino) e a Piazza Carlo Felice (una piazza di Torino), passando per Piazza C.L.N. – acronimo di Comitato di Liberazione Nazionale – una piazzetta situata nel centro storico di Torino e si trova appena dietro le due chiese “gemelle” di piazza San Carlo (Santa Cristina e San Carlo).

Un primo passo importante, che non poteva che ricadere su uno dei punti cardine della città, meta quotidiana di turisti, e quindi molto appetito dagli sponsor, che così potranno godere di una visibilità maggiore, visti gli ingenti investimenti che la rassegna comporta, circa 26 milioni di euro.

Per quanto riguarda i contributi economici, secondo quanto emerge da un articolo del Corriere della Sera, la città di Torino dovrebbe mettere sul piatto 7 milioni di euro provenienti dal Comune, dalla Camera di Commercio, dalla Regione, dall’Iren (una multiutility attiva nei settori dell’energia elettrica, del gas, dell’energia termica per teleriscaldamento, della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali e dei servizi tecnologici), dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, oltre agli eventuali sponsor che decideranno di cavalcare l’evento.

A questi come è noto si aggiunge un contributo della EBU-UER che sarà pari grosso modo ad un quinto della spesa complessiva (quindi ipotizzabile fra i 4 ed i 6 milioni, se si calcola che il costo dell’operazione dovrebbe aggirarsi tra i 20 e i 25 milioni di euro). Il resto lo metterà ovviamente la RAI, insieme a qualche altro sponsor che normalmente contribuisce al concorso.

Sul fronte degli indotti, l’assessore al Turismo in uscita del Comune di, Alberto Sacco ha previsto dagli hotel entrate per  9-10 milioni di euro vista la capacità ricettiva di circa 38.000 posti letto distribuiti su poco meno di 18.000 camere. Lo stesso Comune di Torino ha previsto che le presenze provenienti da tutto il mondo dovrebbe essere circa 90 mila.

Tuttavia restano da definire ancora tre punti cruciali dell’evento: l’Euroclub, l‘Eurocafè e la sala stampa. Per la sala stampa si era pensato al PalaVela, ma per l’EBU-UER è troppo distante dal PalaOlimpico, circa tre chilometri (troppo lontana per gli standard eurovisivi che per le necessità del concorso prevede  distanze limitate a poche centinaia di metri, in quanto gli artisti presenti in arena sfruttano spesso i “tempi morti” per spostarsi nel press center e parlare con i giornalisti), che grazie ai suoi 18.500 posti disponibili, secondo il Supervisore esecutivo dell’Eurovision Song Contest, Martin Österdahl “supera tutti i requisiti necessari per mettere in scena un evento globale di questa portata”. Secondo a quanto riportano diverse indiscrezioni, si cercherà di tenere le diverse strutture nella zona del Pala Olimpico.  Probabilmente quindi che possa venire approntato uno spazio ad hoc per accogliere i circa 1500 giornalisti che arriveranno da tutto il Mondo.

Dobbiamo ricordare che l’Eurovision Village (abbreviato in Eurovillage) è una delle tre locations dove si svolgono eventi collaterali nella settimana della rassegna. In questo caso si tratta di un grande villaggio eurovisivo,  è l’hub centrale dell’Eurovision Song Contest nella città ospitante del concorso, quindi in questo caso Torino.

Si tratta in pratica della  fan zone ufficiale dell’Eurovision Song Contest, l’accesso è gratuito e libero e offre ai fan l’opportunità di vedere i loro artisti preferiti esibirsi dal vivo prima dell’Eurovision Song Contest.

Durante gli spettacoli dal vivo, i fan sono invitati a guardare gli spettacoli sui grandi schermi dell’Eurovision Village. Vi troveranno spazio anche installazioni, gli sponsor ed il merchandising, che si troverà lungo la ‘Eurovision Fan Mile’, una via che nell’ambito dell’Eurovillage sarà interamente a tema eurovisivo.

L’altra grande location è  l’Euroclub, la grande discoteca ufficiale eurovisiva, dove i fan accreditati, i delegati, la stampa ma anche tanti cantanti, si ritrovano dopo gli show per festeggiare al ritmo delle canzoni del concorso.

Un luogo nel quale, a differenza di quanto avviene a Sanremo, può anche capitare di fare le 4 di mattina ballando fianco a fianco con uno degli artisti in concorso.  Al contrario dell’Eurovision Village, qui si entra solo con il pass di accredito per la manifestazione.

Infine, aperto al pubblico c’è ‘Eurocafè, un bar eurovisivo che sarà attivo nelle due settimane di presenza della rassegna, con musica dal vivo e tanti ospiti. La struttura è solitamente gestita dall’organizzazione internazionale dei fan eurovisivi.

Tutte e tre queste locations torneranno a pieno regime in questa edizione dopo che a Rotterdam sono state organizzate invece in forma ridotta o virtuale in ottemperanza alle norme sul distanziamento sociale per il contrasto al Covid-19.

Inoltre, la caccia agli hotel è già scattata e naturalmente nelle primissime ore subito dopo l’annuncio c’è stata una impennata dei prezzi. Si prevedono, come lo stesso Comune di Torino ha sottolineato, circa 90.000 presenze da tutto il mondo fra delegazioni, giornalisti accreditati (ne sono attesi circa 1500), turisti e fans.

Compito della prossima giunta, che avrà a capo uno fra Stefano Lo Russo e Paolo Damilano, sarà quello di nominare un city manager, probabilmente in capo a Turismo Torino, referente unico della città nei confronti della Rai e del team di Eurovision e con il compito di incentivare la promozione culturale ed enogastronomica della Mole tra i cantanti partecipanti.

Ora che la città ospitante è stata scelta, si apre il balletto dei toto-presentatori dell’Eurovision Song Contest. Mancano ancora sette messi al Gran Finale della keremesse canora europea che torna in Italia dopo 31 anni grazie alla vittoria dei Måneskin e per scegliere chi presenterà l’evento sul palco del PalaOlimpico di Torino (una delle arene indoor più grandi d’Italia capace di contenere circa 18 mila 500 persone), in scena dal 10 al 12 maggio per le Semifinali e fino alla finalissima di sabato 14 maggio prossimo, sono cominciati già da diversi mesi. Tante le ipostesi diverse, da Cattelan alla Pausini, da Mika ad Andrea Delogu passando per Milly Carlucci, ma la scelta arriverà sono nei prossimi mesi.

L’evento terrà incollati milioni di spettatori – 183 milioni quelli che hanno seguito l’Eurovision Sogn Contest 2021, in salita rispetto all’anno precente – dunque la RAI dovrà valutare bene e puntare su volti all’altezza del compito che li aspetta. A cominciare da un elemento chiave, la capacità di parlare in maniera fluente l’inglese. In pole resta sempre Alessandro Cattelan, il direttore di Rai1 Stefano Coletta ha più volte esplicitamente detto di averne parlato con il diretto interessato ma il flop di Da Grande secondo qualcuno avrebbe fatto calare le sue quotazioni. Di certo pero in 10 anni di X Factor ha dimostrato di saper gestire bene le grandi platee, conosce benissimo l’inglese e gli show musicali sono una sua comfort zone.

Un jolly che la RAI potrebbe giocarsi è Mika, che in qualche modo è stato bruciato nei giorni scorsi da Gabriele Corsi, che ai microfoni di Radio Deejay ha creato scompligio dicendo: “salutiamo Mika che sta conducendo X Factor e che sta per condurre l’Eurovision. Ops, ci e sfuggito!”. Poi meno di ventiquattrore  dopo ha cercato di ridimensionare il caso – “era una battuta”, ha detto – ma il danno a quel punto era fatto.

Boutade o meno che sia, c’è che dice che Coletta avesse in mente proprio Mika e Raffaella Carrà come inedita coppia di conduttori del conterst. Poi la morte della showgirl ha cambiato tutti i piani. Mentre scendono le quotazioni di Alessandro Cattelan, salgono quelle di Chiara Ferragni (una delle italiane più famose al mondo, capace di attrarre pubblico che solitamente nemmeno la guarda la tv) e Andrea Delogu, volto in grande ascesa che meriterebbe la sua grande occasione.

Per ora non c’è nulla di deciso, le valutazioni definitive verranno fatte solo nelle prossime settimane, ma di certo la conduzione dell’Eurovision Song Contest 2022 fa gola a molte e molti.

“È un progetto bellissimo, io vengo da Giochi senza frontiere, il primo progetto europeo, inventato proprio per supportare l’Europa, si punto sul gioco per far conoscere l’Europa. E un tipo di argomento che mi interessa molto”, ha commentato Milly Carlucci.

C’è chi ha letto la sua dichiarazione come un’autocandidatura (ma chi la conosce sa che non è una da autocandidature) e di certo avrebbe tutti i requisiti pere essere un’ottima padrona di casa magari affiancata da un volto meno regimental. Sul fronte della fanta-tv e dintorni, in tanti sui social hanno proposto il nome di Laura Pausini, molto spendibile anche all’estero grazie alla sua popolarità, altri ancora quello di Elodie, degli stessi Måneskin (l’idea di coinvolgerli in un ruolo totalmente inedito per loro sarebbe una scelta originale) e poi di Ema Stokholma, conduttrice radiofonica e televisiva che Eurovision Song Contest l’ha già ampiamente commentato sia in radio che in tv. La lista dei toto-conduttori è destinada ad allungarsi ancora da qui alla fine dell’anno, ma va ricordato che in ballo ci sono solo due posti per i presentatori sul palco e altri due per i commenti nel backstage.