Undici anni fa cambiò il corso della kermesse, con “Euphoria”. È lei stessa ad auto-intestarsi la piccola grande rivoluzione che attuò, proponendo una performance che non aveva niente a che fare con lo spirito kitsch che da sempre caratterizza l’Eurovision Song Contest: “I produttori mi dicevano: ‘Pensi che funzionerà? Sei scalza e riusciamo a malapena a vedere la tua faccia. Stai scherzando?’ Avevano tutti paura.
È stato un momento di risveglio, che mi ha fatto capire che ogni volta che sono scesa a compromessi non funzionava, ma nel momento in cui dici la verità e sei te stessa, le cose girano”.
Undici anni dopo il trionfo di “Euphoria”, tra le più grosse hit della storia dell’Eurovision Song Contest. Loreen è tornata sul palco del festival. In gara. Trionfando ancora. La 39enne cantautrice svedese – figlia di immigrati marocchini di origini berbere – chiamata a rappresentare Stoccolma alla Liverpool Arena era arrivata da favoritissima ed è uscita da papessa. L’esito delle votazioni congiunte di giurie nazionali (340 voti) e televoto (altri 243 punti) ha confermato le previsioni degli scommettitori, riportando Loreen sul tetto d’Europa.
Loreen con la sua “Tattoo” ha conquistato il pass per volare a Liverpool vincendo di nuovo il Melodifestivalen, la competizione nazionale attraverso la quale la delegazione svedese dell’Eurovision sceglie il proprio candidato. Proprio come avvenuto undici anni fa. Che “Euphoria” fosse una hit nata lo si era intuito ascoltandola per la prima volta sul palco della kermesse, nel 2012 ospitata dalla Crystall Hall di Baku, in Azerbaigian. Nessuno, però, poteva prevedere il successo clamoroso della canzone: vendette 5,1 milioni di copie, conquistando il primo posto nelle classifiche di vendita di diciassette paesi, tra i quali l’Austria, il Belgio, la Germania, la Grecia, la Norvegia, la Russia e naturalmente la Svezia, collezionando la bellezza di 28 Dischi di platino. A distanza di più di dieci anni il video dell’esibizione di Loreen sulle note di “Euphoria” rimane tra i 10 più visti sul canale YouTube ufficiale dell’Eurovision, con 52 milioni di visualizzazioni complessive. Presto spiegato l’entusiasmo dei fan della kermesse continentale legato al ritorno in gara della cantautrice svedese: la vittoria l’ha vista non eguagliare il record dell’irlandese Johnny Logan, unico cantante ad aver vinto due volte l’Eurovision, nel 1980 con “What’s another year” e nel 1987 con “Hold me now”, ma anche permettere alla Svezia di raggiungere proprio l’Irlanda quanto a maggior numero di vittorie collezionate all’Eurovision, 7 in tutto.
Gli scommettitori la consideravano unanimemente come vincitrice annunciata, staccata di moltissimo nelle classifiche delle quote dagli altri favoriti – dietro di lei c’era il rapper finlandese Käärijä con “Cha cha cha” – nonostante molti sui social, ascoltando il brano, avessero notato alla vigilia dell’inizio dell’Eurovision eccessive somiglianze tra “Tattoo” e un classico della musica elettronica, “Flying free” dei Pont Aeris.
E pensare che Lorine Zineb Nora Talhaoui – questo il suo vero nome – all’Eurovision Song Contest non voleva neppure tornarci: “Mi ci sono volute quattro settimane per decidere. Pensavo: ‘Cosa posso dire ancora? Ho qualcosa da offrire di nuovo?’”, aveva detto. Dal trionfo con “Euphoria” di acqua ne è passata, sotto i ponti. Loreen ha inciso due album, “Heal” del 2012 e “Ride” del 2017, fatto tour internazionali e pubblicato una ventina di singoli (da “We got the power” a “Neon lights”), nessuno dei quali, però, è riuscito a bissare il successo di “Euphoria”. “Non ho bisogno di seguire le mode. Combatto nel mio lavoro, combatto per ciò in cui credo – spiega lei, molto impegnata anche sul versante politico in questi anni, tra prese di posizione e quant’altro: nel 2012, tra i partecipanti all’Eurovision in Azerbaigian fu l’unica a incontrare gli attivisti per i diritti umani, critici nei confronti del governo di Baku – mi è stato detto: ‘Sei così bella, non puoi semplicemente cantare e sembrare felice?’. Ma io brucio dentro. Voglio il controllo totale sulla mia creatività. Voglio lavorare con veri musicisti in studio. Amo il fattore umano nella musica. Voglio un vero batterista, non un suono di batteria programmato. In passato mi ssentivo elaborata, impacchettata. Ero soffocata. Ho bisogno di fiorire”.
“Tattoo”, scritta da Peter Boström e Thomas G:son, praticamente gli stessi autori di “Euphoria”, su Spotify conta già oltre 50 milioni di ascolti: “Sanno come scrivere una canzone, in particoòlare una canzone per una voce dinamica. È stato molto semplice, perché mi hanno inviato la canzone e mi ci sono voluti 45 minuti per registrarla”. “Tattoo” rappresenterà una ripartenza per Loreen, pronta a tornare con un nuovo album a distanza di sei anni dal precedente: “In ‘Euphoria’ ero in un periodo molto spirituale. In ‘Statements’ volevo assumere un tono politico. Ora sento che abbiamo bisogno di portare un po’ di luce nelle nostre vite. ‘Euphoria’ era il tramonto, ‘Tattoo’ è l’alba”.
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