ESC 2024 – Turchia: Erdoğan contro l’Eurovision Song Contest

Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha criticato l’Eurovision Song Contest, accusandolo di promuovere la “neutralità di genere” e di minare i valori della famiglia tradizionale.

Critiche feroci dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che arrivano a pochi giorni dalla vittoria di Nemo, che sul palco ha trionfato con la sua “The Code” – brano pop-rap operistico che descrive in dettaglio il viaggio identitario del cantante e un inno verso l’accettazione di un’identità non di genere – aggiudicandosi il titolo di primo vincitore non-binario del concorso canoro più seguito d’Europa, che attacca neanche troppo velatamente.

Dalla vittoria di Nemo all’Eurovision Song Contest è passata, ormai, più di una settimana. Eppure, c’è chi ancora continua a parlarne. Ma non elogiando l’artista svizzero. È il caso del presidente turco Erdoğan che, ieri, ha aspramente criticato l’evento musicale, accusandolo di “incoraggiare la neutralizzazione del genere e minacciare la famiglia tradizionale”.  

Una vittoria, questa, che da un lato ha raccolto l’orgoglio di milioni di persone, dagli elvetici alle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+. Ma che dall’altra ha fatto storcere il naso a tanti altri. Fra questi, anche il presidente turco ha deciso di dire la sua. Scagliandosi contro l’Eurovision Song Contest e contro il suo ultimo vincitore. Come riporta The Guardian, parlando dopo una riunione di gabinetto, nel suo discorso, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha definito gli artisti che hanno partecipato all’Eurovision Song Contest dei “cavalli di Troia della corruzione sociale”.

Ha poi lodato la decisione del suo governo di astenersi dal partecipare al contest musicale dal 2012: “Il concorso promuove la neutralità di genere e mina i valori della famiglia tradizionale. In questi eventi è diventato impossibile incontrare una persona normale. Capiamo quindi meglio che abbiamo preso la decisione giusta tenendo la Turchia fuori da questa vergognosa competizione negli ultimi 12 anni.”

Da anni la Turchia vive nell’omobitransfobia istituzionale. Il suo Partito della Giustizia e dello Sviluppo, non a caso, affonda le sue radici nel movimento islamico turco, e negli ultimi anni il governo è diventato sempre meno tollerante nei confronti dei diritti LGBTQIA+. Rieletto presidente lo scorso maggio, Erdoğan ha tenuto un discorso in difesa della famiglia tradizionale definendo la comunità LGBTQIA+ come una delle “più grandi minacce” del nostro tempo. Erdoğan ha contestato le politiche legate al genere, definendoli “sforzi globali di non genere”, a suo dire “tendenze devianti” che “prendono di mira direttamente l’istituzione della famiglia”.

Prima dell’ultima elezione vinta,  Erdogan ha dichiarato che il paese avrebbe “strangolato chiunque osi toccare la famiglia”. Soltanto poche settimane dopo il dittatore è tornato sull’argomento, annunciando che la Turchia avrebbe preso ogni  possibile misura per combattere la perversione LGBTQIA+.

Nell’agosto 2023 la Turchia ha censuratoi contenuti LGBTIQ+ diffusi da piattaforme digitali quali Disney, Netflix e Prime, mentre l’ultimo Istanbul Pride di giugno 2023 ha visto decine di manifestanti LGBTIQ+ arrestati dalle forze dell’ordine. Stresso clima qualche settimana prima al Trans Pride, anch’esso bollato come “minaccia alla famiglia” e per questo furono arrestate 8 persone transgender che manifestavano. Più recentemente è stato censurato termini il video dell’associazione Kaos GL che promuoveva la lotta all’omobitransfobia), con tanto di minacce di morte agli organizzatori.

L’ultima volta che la Turchia ha partecipato all’Eurovision Song Contest, vinto solo nel 2003, è stato nel 2012. Da allora il Paese ha preferito non presenziare all’evento televisivo non sportivo più seguito al mondo. 21 anni fa, come scritto, la prima e unica vittoria turca all’Eurovision Song Contest con Sertab Erener, sulle note di “Everyway That I Can”.

Ritratasi dopo l’ottimo settimo posto di Çan Bonomo con Love me back”, la Turchia aveva criticato in passato sia la vittoria di Conchita Wurst nel 2014 che quella di Netta per Israele nel 2018

Relativamente alla drag queen barbuta trionfatrice con “Rise like a phoenix” si era espresso più volte e in diversi contesti – personalmente o anche attraverso i membri del suo Governo con frasi fortemente omofobe. L’allora direttore della TV, diretta emanazione dello stato turco aveva in particolare affermato: “Siamo una tv pubblica e non possiamo trasmettere uno show dove c’è un vincitore austriaco  barbuto, con la gonna, che accetta l’assenza di genere e dice “Sono una donna ed un uomo”, alle 21, quando ci sono i bambini davanti alla tv. Ho detto alla Ebu che si sta distaccando dai propri valori.”

Erdoğan aveva rincarato la dose, dicendo che l’evento stava prendendo una deriva troppo “liberale”. Dal distacco avrà origine nel 2013 il Turkvision Song Contest, organizzato da una tv privata col supporto per l’istituto internazionale per la cultura turca ufficialmente per riunire in musica le popolazioni turcofone – minoranze incluse – in giro per il Mondo, ma anche per prendere le distanze dall’evento. Il concorso, dopo alcune edizioni, è ora fermo.

Riguardo alla vittoria di Netta nel 2018, i ministri del suo Governo la definirono “pianificata a tavolino per portare il concorso a Gerusalemme”. Poi come è noto, l’evento si svolse invece a Tel Aviv.

EBU-UER è tuttora al lavoro per provare a far tornare in gara la Turchia, operazione non semplice fino a che Erdoğan resterà in carica, quindi fino alla conclusione del mandato, al termine del quale non si ricandiderà. Ma ciclicamente, ogni volta che si riparla di sbloccare la trattativa per l’ingresso del Paese nella UE, ferma allo status di richiesta del 1999 dopo i numerosi passi indietro sul fronte dei diritti civili e delle libertà individuali, anche il Governo ritorna a parlare di possibile ritorno all’Eurovision Song Contest “per portare la nostra cultura”.

L’Eurovision Song Contest è stato recentemente anche argomento di campagna elettorale in Turchia. Kemal Kılıçdaroğlu, ex leader del partito kemalista e principale opposizione di Erdoğan aveva criticato la sua scelta di ritirare dal concorso la Turchia. Parlando ad un gruppo di universitari aveva infatti detto: “Partecipando a concorsi internazionali e vincendo premi, gli artisti turchi diventano famosi e fanno conoscere la Turchia nel Mondo: questo si chiama soft power in politica estera. Ti ritiri dall’Eurovision. Perchè ti ritiri? Ciò è interamente dovuto alla paura dell’arte e della cultura”

Non poteva mancare, sulle stesse tematiche dell’identità di genere ma anche sulla presenza di Bambie Thug con la sua esibizione che fa riferimento alla stregoneria, anche l’esternazione su Telegram di Maria Zakharova / Мария Захарова, portavoce del ministero degli Esteri russo: “L’Eurovision 2024 ha superato qualsiasi orgia o sacrilegio rituale nell’Europa occidentale come al solito. Il funerale dell’Europa occidentale sta andando liscio. Non ci sono sorprese. Non sorprende nemmeno che  con la sua “produzione scandalosa”, l’Ucraina ha  conquistato un podio al suddetto concorso di canzoni.”

A corredo di questa affermazione, sempre sul suo canale Telegram, Zakharova ha anche pubblicato un breve clip che mostra le esibizioni di Irlanda, Finlandia, San Marino, Ucraina, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, Estonia e Croazia.

Da ricordare che il vincitore dell’edizione di quest’anno è stato Nemo, rappresentante della Svizzera, con il brano ‘The Code’. Nemo è il primo artista non binario ad aver vinto un Eurovision Song Contest.

L’edizione 2024 dell’Eurovision Song Contest alla Malmö Arena in Svezia è stata segnata quest’anno dalle polemiche per la partecipazione di Israele e dall’esclusione all’ultimo minuto del cantante olandese Joost Klein.

Le polemiche hanno regnato per tutto il tempo, anche durante la cerimonia finale.

Martin Österdahl, supervisore esecutivo dell’Eurovision Song Contest, è stato fischiato dal pubblico quando ha confermato che le votazioni di questa sera erano state verificate – a causa della decisione dell’EBU-UER di eliminare il concorrente olandese Joost Klein all’inizio della giornata della Finale. Quando Israele ha annunciato i suoi punti, il pubblico ha sonoramente fischiato.

All’inizio della giornata della Finale, la polizia ha respinto i dimostranti filo-palestinesi intorno alla Malmö Arena. Più di un centinaio di manifestanti sventolavano bandiere e cantavano “Palestina libera”. L’attivista per il clima Greta Thunberg era tra loro, ma si è tenuta alla larga dagli scontri tra i manifestanti più aggressivi e il numeroso contingente di polizia.

Tuttavia, nonostante le critiche, Nemo non si ferma. E anzi, continua a far breccia nel cuore di molte altre persone, in tutto il mondo. Solo qualche giorno fa, l’artista svizzero è stato ospite della BBC a ‘The One Show’, dove ha attirato l’attenzione del pubblico con la sua simpatia e il suo bizzarro vestito 100% biodegradabile, svelando inoltre qualcosa di più sul suo futuro: “In questo momento ci sono in ballo talmente tante cose: è incredibile. La competizione canora mi ha aperto molte porte”. 

Tra i favoriti alla vittoria c’erano Croazia, Ucraina, Irlanda e Portogallo, ma la Svizzera ha regnato sovrana. Angelina Mango, rappresentante dell’Italia è arrivata soltanto settima.

La canzone di Nemo “The Code”, è stata immediatamente premiata e tutto, dalla performance teatrale alla consegna, è stato perfetto. La canzone è stata scelta all’unanimità dalle giurie e ha ottenuto abbastanza punti dal pubblico da superare la Croazia.

Si tratta della terza vittoria per la Svizzera, che aveva già vinto la prima edizione nel 1956 e nel 1988 con Céline Dion.

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