ESC 2022: Ecco alcuni dettagli sulla candidatura di Bologna per ospitare l’ESC 2022

La candidatura della città di Bologna per ospitare l’Eurovision Song Contest 2022 in Italia vuole rendere un tributo a livello europeo di Raffaella Carrà.

Secondo Il Resto del Carlino, l’idea dell’utilizzo dell’evento come un tributo a Raffaella Carrà, di origini bolognesi ma di fama indiscussa non solo a livello italiano, ma anche a livello mondiale, essendo particolarmente amata in Spagna e in gran parte dell’America Latina, oltre che dal pubblico degli eurofans. 

Andrea Camporesi, capofila della società di eventi Free Event, che per contro del Comune di Bologna sta lavorando per aggiudicarsi l’assegnazione dell’ESC ha commentato: “Bologna l’Eurovision Song Contest se lo porta nel dna. Bologna è la città in Italia forse più in sintonia con questo evento. Ha potenzialità maggiori di Milano e Torino, a mio avviso le sole reali competitor. L’idea è sfruttare l’Eurovision per tributare un grande tributo a Raffaella Carrà, artista bolognese di fama internazionale. Una regina della scena che sarebbe bello omaggiare davanti a oltre 180 milioni di telespettatori”.

Un omaggio che speriamo possa prendere forma in ogni caso, indipendentemente da quella che sarà la città scelta dalla Rai per ospitare l’Eurovision Song Contest 2022.

Per storia e tradizioni, “Bologna è la città in Italia forse più in sintonia con questo evento” spiega l’imprenditore. “Ha potenzialità maggiori di Milano e Torino, a mio avviso le sole reali competitor”. Convinzione corroborata da alcuni blog internazionali, sbalorditi dalla candidatura di 17 città, da “Trieste in giù…”, a ospitare l’Eurovision 2022. Tenuto conto dei rigidi parametri imposti dall’European Broadcasting Union agli organizzatori dell’evento, infatti, la rosa dovrebbe restringersi per selezione naturale a tre, quattro strutture. Compresa Bologna.

La sede: Unipol Arena o Fiera, avete già un orientamento?

“C’è la disponibilità delle istituzioni a valutare le due location. Quindi i nostri studi di fattibilità avranno a oggetto sia la Fiera che l’Unipol Arena. Quest’ultima sta ultimando i lavori di sistemazione esterni e a dicembre non avrà alcunché da invidiare alle altre grandi strutture europee. La Fiera gode di una grande versatilità, aumentata dal nuovo padiglione 37, e rispecchia le caratteristiche richieste dalla produzione. Quindi abbiamo due carte da giocare, anche se penso che l’Unipol rimanga la candidata più probabile”.

La grande capienza dell’Unipol Arena ha il suo peso.

“Sì. Mille o duemila spettatori in più vogliono dire abbastanza per le casse di una manifestazione che, fra prove con pubblico, esibizioni per le giurie, dirette tv, tiene in una settimana 12 spettacoli a pagamento”.

Si sono fatti avanti in tanti.

“Ho appreso con molto piacere la candidatura pure di Bertinoro e Rimini, è il segno che l’Emilia-Romagna è la terra dell’ospitalità, della passione e del fare. Anche se poi, guardando alle scelte fatte dall’Ebu nell’ultimo decennio, dall’Ahoy di Rotterdam al Globen di Stoccolma, dall’Altice Arena di Lisbona alla Stadthalle di Vienna, si scelgono strutture molto più vicine a quelle di Bologna che di tante altre aspiranti candidate”.

Parliamo della squadra.

“Abbiamo chiamato i migliori in Italia. A cominciare da Eddy Anselmi, bolognese, uno dei più grossi conoscitori italiani della manifestazione, dal 2012 assistente del Capo delegazione italiano all’ESC. Ci sono John Dennis Mc Cullagh, consulente di produzione dei precedenti Eurovision, Claudio Santucci dello studio Giò Forma, re delle scenografie, Emiliano Bitti, direttore tecnico specializzato in grandi eventi ed esperto in carichi sospesi. Altro fuoriclasse, il regista Christian Biondani, già all’opera su entrambe le ‘venue’ per trovare gli accorgimenti di ripresa idonei a una resa televisiva eccezionale. Presentarci in Rai con parte del lavoro già fatto potrebbe rappresentare in grande plus per convincerli a scegliere Bologna”.

La vostra progettualità va oltre il luogo di spettacolo.

“Certo, investe tutta la città”.

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