ESC 2023: Continua la sessione di prove – Giorno 12

Dopo aver scoperto tutti i 26 finalisti ed il loro ordine di esibizione, si continua oggi con la settimana santa dell’Eurovision Song Contest 2023 e le prove della finale.

Ecco il programma a Liverpool:

Ore 14:30 – Prima prova generale aperta alla stampa. Prende il via il turno di prove generali per la finale. Come di consueto, solo la stampa avrà accesso a questa sessione.

Ore 21:00 – Prova generale aperta al pubblico, votano le giurie. In serata invece sarà il pubblico per la prima volta a vedere i 26 finalisti, scendo quindi in gara i big 5 (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna) e l’Ucraina vincitrice nel 2022 a Torino. La prova è come sempre identica alla virgola a quanto andrà in onda sabato sera.

Questa sera le giurie nazionali dovranno esprimere il loro parere sulle canzoni in gara, quindi le esibizioni dovranno essere tecnicamente PERFETTE. Ricordiamo che i 5 giurati di ogni paese dovranno valutare elementi tecnici e potenzialità sul mercato discografico.

È una prova molto importante per l’Italia. Marco Mengoni scenderà sul palco come undicesimo, poco dopo Loreen e poco prima di Käärijä. Viste le sue capacità vocali e presenza scenica, Marco potrà giocarsi punti molto pesanti con le giurie. Obiettivo per Mengoni è fare il meglio possibile, senza dire cosa realmente punta a raggiungere.

Verrano simulate anche votazioni e annuncio del vincitore. Vedremo quindi chi porterà a casa il microfono di cristallo della Jury Final.

Direttamente da Liverpool abbiamo avuto modo di assistere alla prima prova generale della Finale dell’Eurovision Song Contest 2023.

L’apertura, come consueto, è tutta dedicata alla Kalush Orchestra e alla canzone vincitrice dello scorso anno, “Stefania”, proposta in versione rap condivisa con altri artisti. La prima parte è costituita da un video, registrato prevalentemente in alcune stazioni metro di Kyïv, mentre nella seconda parte la band si propone sul palcoscenico proseguendo la lunga performance.

La flag parade dell’Eurovision Song Contest 2023 è contraddistinta, ancora una volta, dal sottofondo di canzoni internazionali, alternate da brevi esibizioni di alcuni rappresentanti storici ucraini, quali Go_A, Jamala, Tina Karol e Verka Serduchka, che hanno riproposto le rispettive entries. Marco Mengoni, durante queste prove, si è presentato con una bandiera italiana legata al polso destro. 

Dopo le formalità di rito inerenti la spiegazione sul televoto e l’annuncio del ritorno in gara, l’anno prossimo, del Lussemburgo assente da 30 anni dal concorso, si è passati alla carrellata di gara. 

🇦🇹 Austria. Teya & Salena – Who The Hell Is Edgar?. All’Austria l’onore di aprire questa Grand Final dell’Eurovision 2023. Teya e Salena  si esibiscono in una delle più trascinanti canzoni dell’anno, una entry pop-dance che strizza l’occhio alle sonorità anni Novanta, ripetitive e frenetiche. La loro performance è molto particolare ma piuttosto ripetitiva. Più che adeguata a livello vocale. Ritmi incalzanti che potrebbero però risultare monotoni. Per amanti del genere.

🇵🇹 Portogallo. Mimicat – Ai Coração. L’esibizione minimalista la rende ancora più carismatica. Un brano trascinante, incalzante, simpatica e molto solare, tra ritmi tradizionali e ricerca di modernità. Piacevole e molto elegante.

🇨🇭 Svizzera. Remo Forrer – Watergun. La Svizzera prosegue con il suo trend di power-ballad, basate su un’atmosfera notturna e surreale, dove la voce dell’artista di turno funge da impalcatura. Malinconica e intimista, come le ultime.

🇵🇱 Polonia. Blanka – Solo. Con Blanka l’atmosfera si fa davvero estiva e in un certo senso più danzereccia. Esibizione colorata e ritmi decisamente latini, anche l’impressione di un qualcosa di già visto o di già ascoltato è sempre presente. Potrebbe anche piacere e raccogliere consensi, ma forse non più di tanto.

🇷🇸 Serbia. Luke Black – Samo Mi Se Spava. Un brano poderoso quello serbo, forse il più “distopico” dell’edizione di Liverpool. Sonorità futuristiche cupe e quasi da sfondo a stati indesiderabili e spaventosi. Anche qui un’ambientazione visionaria, dove la realtà sembra angosciosa e angosciante. Nel complesso accattivante.

🇫🇷 Francia. La Zarra – Évidemment. La chanson française nella sua quinta essenza.  Drammatica, potente, coinvolgente, sofisticata al punto giusto, con il tipico charme d’oltralpe. Potrebbe convincere anche chi in genere storce il naso sulle produzioni francofone.

🇨🇾 Cipro. Andrew Lambrou – Break A Broken Heart. Andrew é solo sul palco, palco che diventa l’ambientazione dell’incontro-scontro tra opposti, tra il buio e la luce, tra l’acqua e il fuoco, tra tormento ed estasi. Una power-ballad in puro stile adult-contemporary. Nel complesso valida.

🇪🇸 Spagna. Blanca Paloma – Eaea. Un brano tradizionale per la Spagna: un flamenco doc, con le tipiche sonorità della parte più profonda della cultura e del sentire iberici. Una entry passionale, melanconica, elegante, raffinata, tra immaginario e sognato, tra irreale e desiderato, accompagnata da gestualità uniche e da una teatralità magistrale. Sensazionale.

🇸🇪 Svezia. Loreen – Tattoo. Il brano richiama “Euphoria” nell’impostazione, ma non ne eguaglia l’originalità e la profondità. Le indiscutibili capacità vocali ed espressive di Loreen, da subito indicata come papabile vincitrice di Liverpool, premiano sicuramente l’artista, ma il tutto convince fino ad un certo punto: da fata/elfo a personaggio oscuro. In tutto questo, la canzone si perde.

🇦🇱 Albania. Albina & Familja Kelmendi – Duje. La Nazione delle Aquile presenta il loro brano ethno-folk cantato in lingua locale con passione e melanconia. Le atmosfere e le sonorità sono decisamente retrò e il gioco delle voci sembra funzionare, ma potrebbe anche fuorviare.

🇮🇹 Italia. Marco Mengoni – Due Vite. Marco porta all’Eurovision 2023 forse il brano più raffinato ed elegante di tutta l’edizione. Mai scontato, padrone del palcoscenico, si identifica nelle armonie, nelle melodie e nelle emozioni che traspirano da tre minuti di pura emozione e classe. Anche se non vincerà, lascerà di sicuro il segno.

🇪🇪 Estonia. Alika – Bridges. Una power-ballad per l’Estonia, semplice, “aerea” e d’atmosfera, forse non troppo incisiva, e forse non troppo originale per un pubblico più attento, nonostante le indubbie qualità vocali dell’artista.

🇫🇮 Finlandia. Käärijä – Cha Cha Cha. Käärijä é in definitiva uno dei più grandi contenders dell’edizione 2023. La canzone é super-orecchiabile e piacevolessima, originale e coinvolgente. Tre minuti di ironia, simpatia e ritmo difficilmente dimenticabili: Cha cha cha ti rimante in mente … e ci resta. Käärijä ha fatto decisamente centro.

🇨🇿 Cechia. Vesna – My Sister’s Crown. Il gruppo femminile sembra aver preso maggiore confidenza con lo stage, la messa in scena è molto moderna, quasi leggiadra, forse un po’ fredda.

🇦🇺 Australia. Voyager – Promise. Esibizione potente, vigorosa e trascinante. Un rock fantastico con elementi anni Ottanta eseguito con passione ed evidente professionalità. “Promise” si impone, non stanca e si apprezza, da subito. Applausi.

🇧🇪 Belgio. Gustaph – Because of You. Sonorità anni Settanta e tanto “glitter” per il Belgio, in un pop-dance con elementi elettronici e techno. Piacevole nel complesso anche nella presentazione, glam al punto giusto. Convincente.

🇦🇲 Armenia. Brunette – Future Lover. Gioco di colori e di stili musicali: Brunette é una grande interprete e si muove su di una piattaforma curva con proiezioni rosa su di lei, che diventano poi luci in bianco e nero. Accattivante.

🇲🇩 Moldavia. Pasha Parfeni – Soarele şi Luna. Tra l’onirico, il mistico e il mistero. Un’esibizione particolare per la Moldavia e per Parfeni che ci ha abituato ad altre sonorità e ad altre melodie. Quella che sembra un’atmosfera quasi tribale fa da cornice ad un ritmo incalzante e quasi ossessivo, un po’ stancante.

🇺🇦 Ucraina. TVORCHI – Heart Of Steel. Atmosfere cupe attorno ad un brano post-modern quasi orwelliano. Maestoso negli effetti e potente nell’impatto visivo, evidenzia significative tendenze “dark”. Sicuramente d’effetto, ma rimane per amanti del genere.

🇳🇴 Norvegia. Alessandra – Queen of Kings. “Combatteremo sempre bensì Amore e fede la gente rapì Il nostro motto sarà così: Veni vidi vici”.  Inizia con un incipit in italiano la entry norvegese, grande protagonista della prima semifinale. La performance é molto “epica”, maestosa, in linea con il trend quasi da inno della canzone. Alessandra non delude.

🇩🇪 Germania. Lord Of The Lost – Blood & Glitter. Con la loro esibizione tra l’heavy, il metal e il glam, il gruppo tedesco riscatterà la nazione teutonica degli ultimi risultati davvero non esaltanti. Grande musica, grande impatto, grande effetto, tanta qualità e tanto vigore.

🇱🇹 Lituania. Monika Linkytė – Stay. Monika evidenzia una performance vocale potente e appassionata, nel complesso visivamente piacevole e coinvolgente e senza particolari fronzoli, anche se un po’ ripetitiva. Viene accompagnata dalle sue coriste e con questi ultimi riesce  a creare momento di incontro da apprezzare.

🇮🇱 Israele. Noa Kirel – Unicorn. Noa ripropone l’entrata dal sostegno rettangolare, con il successivo arrivo dei ballerini che accompagnano egregiamente l’atmosfera pop-dance della canzone, con movenze a tratti di stampo tradizionale. Gli effetti speciali sono piacevoli e non scontati. Molto gradevole nel complesso.

🇸🇮 Slovenia. Joker Out – Carpe Diem. Il gruppo sloveno in tre minuti riversa sul palcoscenico dell’Eurovision 2023 tutto il loro carisma e la loro capacità di “tenere” lo stage con slancio e professionalità, grazie anche alle ottime vocalità del front-man. Bentornata in Finale, Slovenia.

🇭🇷 Croazia. Let 3 – Mama ŠČ!. I croati Let 3 presentano forse il brano più controverso dell’Eurovision 2023. Una performance apparentemente dissennato, quasi “pazzesco”, ma quasi geniale nella sua ironia, nella sua “lateralità”, con i suoi suoni “strani” perché ricercati, i led molto psichedelici e l’intelligente  e provocatoria grafica sullo schermo. Il loro look chiude il tutto.

🇬🇧 Regno Unito. Mae Muller – I Wrote A Song. Un pop molto moderno, molto radiofonico, molto orecchiabile, che strizza l’occhio al teen-pop. Piacevole ma non memorabile.

Durante la prima prova si sono esibiti precedenti partecipanti all’ESC, tra cui il nostro Mahmood (2019 e 2022) che ha presentato una versione toccante di “Imagine”. L’israeliana Netta (2018) ha interpretato un classico della musica dance Made in GB degli anni Ottanta,  “You spin me round (like a record)” dei Dead or Alive. Daði Freyr (2020 e 2021) ha interpretato con il suo gruppo “Whole again” e la svedese Cornelia Jakobs, quarta a Torino lo scorso anno, ha ripreso “I turn to you”. Graditissimo il ritorno di Sonia Evans, lanciata dalla scuderia Stock, Aikten & Waterman a fine anni Ottanta e seconda in Irlanda nel 1993 (quindi ben trenta anni fa!)  con “Better the devil you know” (1993). All’olandese Duncan Laurence, trionfatore a Tel Aviv nel 2019 la versione molto corale di un altro classico  “You’ll never walk alone”.

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