È di questi giorni la diffusione di una lista nera di quelli che il governo bielorusso considera “Nemici dello stato”. Si tratta di artisti, cantanti, attori, conduttori che esattamente da un anno si sono schierati a sostegno dei manifestanti pacifici contro la rielezione di Lukashenko a presidente. Una elezione contestata, che ha dato origine ad un movimento non violento represso con la forza, gli arresti e la violenza da Minsk.
Ad un anno esatto dall’avvio delle proteste pacifiche contro la rielezione di Lukashenko a presidente, in Bielorussia non c’è per il momento soluzione alla crisi ed anzi la situazione è in continuo peggioramento.
Dopo l’espulsione di BTRC dall’EBU-UER e quindi dall’Eurovision Song Contest, ora è spuntata, diffusa su Instagram, una lista di personaggi che il Governo bielorusso ritiene “Nemici dello Stato” (“blacklist”) perché si sono schierati apertamente in favore dei manifestanti pacifici.
Fra questi c’è una lunga lista di artisti eurovisivi. Il più famoso è senz’altro Dmitriy Koldun/Дзмітрый Калдун, tuttora titolare del miglior risultato della storia eurovisiva bielorussa con il sesto posto nell’edizione di Helsinki 2007 col brano “Work your magic”.
Fra gli altri nomi che ancora non erano stati inseriti nella lista ci sono Polina Smolova/Паліна Смолава, in gara nel 2006 con “Mum”; Uzari/Юзары, che nel 2015 era in gara insieme alla violinista Maimuna col brano “Time” ed i Litesound (16th place in the 2nd Semifinal ESC 2012), che nel 2012 furono in gara con “We are the heroes” dopo un intervento diretto dello stesso presidente Lukashenko.
A questi si aggiungono ovviamente quelli già da tempo nella lista nera, vale a dire NAVIBAND/NAVI (rappresentanti bielorussi all’Eurovision Song Contest 2017 a Kiev, in Ucraina), VAL (che avrebbero dovuto rappresentare la Bielorussia all’Eurovision Song Contest 2020, poi cancellato a causa della pandemia di COVID-19) per i quali la tv bielorussa ha proposto nel corso di un programma addirittura “la forca” visto il loro impegno diretto, il finalista nazionale Micheal Soul, Alyona Lanskaya/Алена Ланская (rappresentante della Bielorussia all’Eurovision Song Contest 2013) e Ninel Karpovich/Нінэль Карповіч dei 3+2/Тры плюс два in gara nel 2010 insieme a Robert Wells con “Butterflies” e Angelica Agurbash/Анжаліка Агурбаш, sulla cui testa pende ancora un mandato di estradizione internazionale che potrebbe portarla in carcere per i prossimi 12 anni.
Nella lista che è stata resa nota fra i “nemici dello Stato” sono stati inseriti anche diversi artisti che in passato hanno rappresentato la Bielorussia alle selezioni per lo Junior Eurovision: Volha Satsiuk/Вольга Сацюк (ha partecipato allo JESC 2003), Ksenia Sitnik/Ксенія Сітнік (ha partecipato allo JESC 2005) e Alexey Zhigalkovich/Аляксей Жыгалковіч (ha partecipato allo JESC 2007), ma anche due nomi di spicco della produzione musicale bielorussa contemporanea, vale a dire ALEN HIT – ex The Voice of Russia – ed Eugene Litvinkovich/Яўген Літвінковіч, ex finalista a Ukraine’s Got Talent e attualmente forse il nome bielorusso più famoso al di fuori nei confini nazionali insieme a Dmitriy Koldun/Дзмітрый Калдун.
Della lista fanno poi parte anche Evgeny Perlin/Яўген Перлін, il commentatore delle ultime sette edizioni dell’Eurovision per BTRC, fra i primi a lasciare l’emittente e Denis Dudinsky, anche lui commentatore eurovisivo, costretto a rifugiarsi in Ucraina.
Tutti costoro – ma la lista è parziale, i nomi sono molti di più – sono stati di fatto bannati dalla tv che non promuoverà nulla della loro musica, né li inviterà ai programmi televisivi. Alcuni di loro rischiano – come Angelica Agurbash/Анжаліка Агурбаш – anche un processo per aver contestato la dittatura in maniera fattiva, operando in prima fila al fianco del movimento di protesta.
Qui sotto, anche alcuni esempi di canzoni di protesta o comunque di brani banditi dalla tv di stato.
Angelica Agurbash. La cantante, che ha rappresentato la Bielorussia nel 2005 all’Eurovision, è da sempre in prima fila nel movimento. Benchè residente a Mosca è spesso con i manifestanti e più volte si è espressa a sostegno dei manifestanti. Lo ha fatto esponendosi in prima persona, dicendo che “Lukashenko tiene in ostaggio un popolo”. Per questo è attualmente destinataria di un mandato di estradizione internazionale e rischia 12 anni di carcere. Qui sotto la sua canzone per i manifestanti.
NAVIband. Il duo, rappresentante bielorusso all’Eurovision nel 2017, è stato fra i primi a sfilare e cantare con i manifestanti, fra l’altro componendo anche l’inno della rivoluzione gentile che trovate qui sotto. Recentemente CTV, una delle tv nazionali, li ha messi all’indice, invocando per loro la forca, in una macabra immagine che li vorrebbe con un cappio al collo.
VAL. Il duo, designato per l’Eurovision 2020 poi cancellato per la pandemia, è stato fra i primi a schierarsi in prima linea con i manifestanti, rilanciando una durissima intervista e componendo una canzone sull’argomento. La tv ha risposto mettendoli al bando e poi nella lista nera. Qui sotto “Chastitsy schast’ya”, ovvero “Particelle di felicità”
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