ESC 2021: Un anno fa dalla cancellazione dell’Eurovision Song Contest 2020

18 marzo 2020, ore 14:24, dopo giorni di incertezza, una crescente apprensione e un’attesa per un comunicato che pareva non arrivare mai, si seppe: l’EBU-UER annuncia la cancellazione senza precedenti dell’edizione 2020 dell’Eurovision Song Contest a causa della pandemia di COVID-19. I primi, terribili effetti della pandemia di COVID-19 avevano avuto la meglio. La manifestazione verrà riorganizzata nel 2021 e verrà nuovamente ospitata dalla città di Rotterdam.

Mancavano, all’epoca, 61 giorni alla Finale del 16 maggio 2020, che si sarebbe tenuta a Rotterdam, all’Ahoy Arena. Per la prima volta nella sua lunga storia, partita nel 1956, il concorso si era fermato. Non per una guerra, ma per un virus con il quale ancora oggi, e ancora per diverso tempo, dovremo avere a che fare e contro il quale la scienza sta facendo di tutto per lottare.

Contemporaneamente al comunicato, uscì un video sul canale ufficiale, con l’ultima comunicazione di Jon Ola Sand da supervisore esecutivo della manifestazione. Un ultimo anno, il suo, passato senza poter dire addio a chi ha conosciuto il suo celebre “Take it away” e senza, soprattutto, poter dare il testimone al suo successore, Martin Österdahl, nuovo supervisore esecutivo della manifestazione a partire dal 2021, prima dell’incarico, Österdahl è stato il produttore esecutivo dell’Eurovision Song Contest 2013 e dell’edizione del 2016, ed è stato membro del gruppo di referenza della manifestazione tra il 2012 e il 2018.

A distanza di un anno, sono cambiate tante cose. O forse poche, chi lo sa. Sono stati selezionati per il 2021, 26 artisti che già avrebbero dovuto calcare il palco dell’Ahoy Arena nel 2020, di cui 24 internamente scelti di nuovo dalle televisioni che trasmettono l’Eurovision Song Contest nei vari Paesi e due che hanno saputo rivincere la loro finale nazionale. Il rimanente terzo dei concorrenti viene da nuove selezioni interne o, soprattutto, dai concorsi nazionali.

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PAESE

ARTISTA 2020

ARTISTA 2021

Albania Arilena Ara Anxhela Peristeri
Armenia Athena Manoukian (Αθηνά Μανουκιάν; Աթենա Մանուկյան; born) Ritirato
Australia Montaigne Montaigne
Austria Vincent Bueno Vincent Bueno
Azerbaigian Efendi / Əfəndi (Samira Efendi; Samirə Əfəndiyeva) Efendi / Əfəndi (Samira Efendi; Samirə Əfəndiyeva)
Belarus VAL (ВАЛ Galasy ZMesta / Галасы ЗМеста
Belgio Hooverphonic Hooverphonic
Bulgaria VICTORIA (Victoria Georgieva; Виктория Георгиева) VICTORIA (Victoria Georgieva; Виктория Георгиева)
Croazia Damir Kedžo Albina (Albina Grčić)
Cipro Sandro (Sandro Nicolas) Elena Tsagrinou (Έλενα Τσαγκρινού)
Repubblica Ceca Benny Cristo Benny Cristo
Danimarca Ben & Tan (Ben og Tan) Fyr & Flamme (Fyr og Flamme)
Estonia Uku Suviste Uku Suviste (Vincitore dell’Eesti Laul 2021)
Finlandia Aksel (Aksel Kankaanranta) Blind Channel
Francia Tom Leeb Barbara Pravi
Georgia Tornike Kipiani (თორნიკე ყიფიანი) Tornike Kipiani (თორნიკე ყიფიანი)
Germania Ben Dolic Jendrik (Jendrik Sigwart)
Grecia Stefania / Στεφανία (Stefania Liberakakis; Στεφανία Λυμπερακάκη) Stefania / Στεφανία (Stefania Liberakakis; Στεφανία Λυμπερακάκη)
Islanda Daði & Gagnamagnið (Daði og Gagnamagnið) Daði & Gagnamagnið (Daði og Gagnamagnið)
Irlanda Lesley Roy  Lesley Roy
Israele Eden Alene (עדן אלנה‎; ኤደን አለነ)  Eden Alene (עדן אלנה‎; ኤደን አለነ) 
Italia Diodato Måneskin
Lettonia Samanta Tīna Samanta Tīna
Lituania THE ROOP THE ROOP (Vincitore Pabandom iš naujo! 2021)
Malta Destiny (Destiny Chukunyere) Destiny (Destiny Chukunyere)
Moldviaa Natalia Gordienko (Natalia Gordienco; Наталія Гордієнко) Natalia Gordienko (Natalia Gordienco; Наталія Гордієнко)
Paesi Bassi Jeangu Macrooy Jeangu Macrooy
Macedonia del Nord VASIL (Vasil Garvanliev; Васил Гарванлиев) VASIL (Vasil Garvanliev; Васил Гарванлиев)
Norvegia Ulrikke (Ulrikke Brandstorp) TIX
Polonia Alicja (Alicja Szemplińska) RAFAŁ (Rafał Brzozowski)
Portogallo Elisa The Black Mamba
Romania ROXEN ROXEN
Russia Little Big Manizha
San Marino Senhit Senhit
Serbia Hurricane Hurricane
Slovenia Ana Soklič Ana Soklič
Spagna Blas Cantó Blas Cantó
Svezia The Mamas Tusse
Svizzera Gjon’s Tears Gjon’s Tears
Ucraina Go_A (Ґоу_Ей) Go_A (Ґоу_Ей)
Regno Unito James Newman James Newman

E soprattutto è stata mantenuta Rotterdam come sede. Un segnale forte, come a dire che non ci si arrende, che il percorso deve continuare da dove doveva farlo già un anno fa. In qualsiasi modo, ma deve. Ed è per questo che l’EBU-UER non ha mai tremato: l’Eurovision Song Contest 2021 si farà, sia esso con o senza pubblico o con le performance dai Paesi dei partecipanti.

Quest’anno, pur con tutte le difficoltà del caso, sta tornando qualcosa che un anno fa era mancato. O meglio, che c’era stato solo in parte: la stagione delle finali nazionali si era comunque svolta, anche quando ormai la pandemia stava assumendo dimensioni mondiali. Poi, la cancellazione ha provocato tutto l’arrivederci all’intera serie di appuntamenti tradizionali verso il concorso, ma anche all’attesa spesso condivisa tra chi l’Eurovision lo vive, vuoi una settimana vuoi un anno, ogni anno.

Si passerà dalle città vuote mostrate in “Eurovision: Europe Shine a Light” a qualcosa di diverso. Forse non ancora normale, forse non ancora come lo si voleva, ma che comunque significa ritrovare, al netto del tifo per una canzone o per un’altra, l’unione di un continente che mai come ora ha bisogno di motivazioni per guardare al futuro, incerto eppure esistente.

Un anno dopo, il flusso tornerà. Potremo riascoltare “Arcade“, con cui Duncan Laurence vinse nel 2019 riportando la macchina eurovisiva nei Paesi Bassi per la prima volta dal 1975. Potremo risentire l’ebbrezza della gara, delle votazioni delle giurie e poi del televoto. Quell’ultimo quarto d’ora che, dal 2016, ha riportato la fase decisiva dell’Eurovision Song Contest a un tempo che, nei modi, per l’ultima volta si era vissuto nel 2003 (nel senso che, dopo quell’anno, mai più si è risolto tutto all’ultima votazione).

Un anno fa c’era la tristezza, lo sbigottimento, un senso generale di perdita di qualcosa che sembrava non doversi interrompere mai. Un anno fa è arrivata, dritta al cuore di tanti, la consapevolezza del fatto che nulla è garantito.

Quest’anno c’è un senso diverso. Di ripartenza, di rinnovamento di qualcosa che è stato conservato con cura per poterlo offrire nuovamente al pubblico. L’EBU-UER ha fatto una scelta fondamentale: dare certezza di svolgimento. Fondamentale perché in questo modo, già dalla fine dello scorso anno, ogni genere di voce legata alla cancellazione è stata messa a tacere. Per il concorso questa è la cosa più importante.

Certo, i Pre-party sono quelli che hanno sofferto di più. Gli eventi promozionali storici, Amsterdam e Londra in testa, non sono stati in grado di andare avanti, almeno per il momento. Eurovision in Concert è al secondo rinvio di fila, e si tornerà a tenere ad aprile 2022, mentre il destino del London Eurovision Party è incerto, stante la chiusura del Café de Paris. Dagli altri eventi non sono giunte notizie, ma è evidente dove si stia andando.

Ecco perché l’avvicinamento sarà diverso. Come diverso sarà il vissuto di questo Eurovision olandese. Ma l’importante è che ci sia. Dal 18 marzo 2020 è passato un anno. Sembra ieri, ma c’è il domani.

L’Eurovision Song Contest 2020 avrebbe dovuto essere la 65ª edizione dell’annuale concorso canoro; la manifestazione si sarebbe svolta presso l’Ahoy Rotterdam di Rotterdam, nei Paesi Bassi, in seguito alla vittoria di Duncan Laurence nell’edizione precedente, il 12, 14 e 16 maggio 2020.

In seguito a questa cancellazione senza precedenti, l’EBU-UER ha voluto sostituire l’evento con una serata speciale legata alla manifestazione, dal titolo ‘Eurovision: Europe Shine a Light’; che è stata trasmessa la sera del 16 maggio, giorno in cui era prevista la messa in onda della serata finale.

In seguito alla vittoria di Duncan Laurence con “Arcade”, la sessantacinquesima edizione avrebbe dovuto essere ospitata dai Paesi Bassi e, secondo quanto annunciato, l’organizzazione e la produzione dell’evento sarebbero spettati a tre aziende radiotelevisive olandesi: AVROTROS, NPO e NOS.

I partner ufficiali di quest’edizione sarebbero stati l’azienda di prodotti cosmetici Moroccanoil e la società olandese di telecomunicazioni Koninklijke KPN.

L’affidamento della scenografia, per il quarto anno consecutivo, a Florian Weider presentando inoltre le immagini del concept art del palco, che avrebbe dovuto essere “piatto, minimalistico e moderno”.

I due produttori esecutivi dell’evento sarebbero, Sietse Bakker (supervisore esecutivo dello Junior Eurovision Song Contest dal 2011 al 2012) e Inge van de Weerd (capo-delegazione dei Paesi Bassi all’Eurovision Song Contest dal 2007 al 2009); i due vice produttori esecutivi dell’evento sarebbero Emilie Sickinghe (capo-delegazione dei Paesi Bassi all’Eurovision Song Contest dal 2010) e Jessica Stam; e i direttori esecutivi di quest’edizione sarebbero stati Marnix Kaart e Marc Pos.

Chantal Janzen, Edsilia Rombley e Jan Smit, sarebbero stati i presentatori dell’evento, mentre la youtuber olandese Nikkie de Jager avrebbe curato i contenuti web e sarebbe stata presente sul tappeto rosso durante la cerimonia d’apertura e sul palco nelle due semifinali e nella finale dell’evento dal vivo. Roos Moggré e Andrew Makkinga sarebbero i moderatori delle conferenze stampa.

Lo slogan ufficiale dell’evento “Open Up” (Apritevi), mentre il logo era un disco che rappresentava, in ordine di debutto, i paesi partecipanti all’Eurovision Song Contest in chiave astratta, disegnato dall’agenzia CLEVER°FRANKE. La forma circolare del logo era stata ispirata da quelli disegnati per le edizioni del 1970, del 1976 e del 1980 da Frans Schupp.

All’indomani della vittoria olandese in Israele, le emittenti televisive avevano confermato che l’edizione 2020 si sarebbe tenuta nei Paesi Bassi, annunciando la candidatura di tredici città a sede dell’evento: L’Aia (Cars Jeans Stadion, Malieveld), Amsterdam (Amsterdam RAI, Ziggo Dome, Johan Cruijff Arena), Arnhem (GelreDome), Breda (Breepark), Enschede (Aeroporto Twente), Groninga, Leeuwarden (WTC Expo), Maastricht (MECC), Rotterdam (Ahoy Rotterdam), ‘s-Hertogenbosch (Brabanthallen), Tilburg, Utrecht (Jaarbeurs) e Zwolle (IJsselhallen).

I Paesi partecipanti a questa edizione ne prevedeva 41, come nell’edizione precedente. I Paesi non partecipanti: Andorra, Bosnia ed Erzegovina, Kazakistan, Kosovo, Liechtenstein, Lussemburgo, Montenegro, Monaco, Slovacchia, Turchia e Ungheria. Digame aveva composto le urne nelle quali erano stati divisi i Paesi partecipanti nelle Semifinali, determinate in base allo storico delle votazioni.  Al municipio di Rotterdam si era svolto il sorteggio (presentato da Chantal Janzen, Edsilia Rombley e Jan Smit) per determinare in quale metà della Semi-Finale si sarebbero esibiti i Paesi sorteggiati e la semifinale in cui avrebbero avuto il diritto di voto dei Paesi già qualificati alla Finale. Nel sorteggio era stato, inoltre, esplicitato che la Prima Semi-Finale sarebbe stata composta da 17 stati e la Seconda Semi-Finale da 18 e che l’ordine di esibizione esatto sarebbe stato stabilito dalla produzione del programma e approvata dal supervisore EBU-UER del programma e dal Gruppo di Controllo. In base all’esito del sorteggio, le semifinali risultavano quindi così composte: La prima semifinale si sarebbe dovuta svolgere il 12 maggio 2020 alle 21:00 CEST; vi avrebbero gareggiato 17 paesi (1.Svezia, 2.Bielorussia, 3.Australia, 4.Macedonia del Nord, 5.Slovenia, 6.Lituania, 7.Irlanda, 8.Russia, 9.Belgio, 10.Malta, 11.Croazia, 12.Azerbaigian, 13.Cipro, 14.Norvegia, 15.Israele, 16. Romania, 17.Ucraina) e avrebbero votato anche Germania, Italia e Paesi Bassi; La seconda semifinale si sarebbe dovuta svolgere il 14 maggio 2020 alle 21:00 CEST; vi avrebbero gareggiato 18 paesi (1.Grecia, 2.Estonia, 3.Austria, 4.Moldavia, 5.San Marino, 6.Repubblica Ceca, 7.Serbia, 8.Polonia, 9.Islanda, 10.Svizzera, 11.Danimarca, 12.Albania, 13.Finlandia, 14.Armenia, 15.Portogallo, 16.Georgia, 17.Bulgaria, 18.Lettonia) e avrebbero votato anche Francia, Spagna e Regno Unito. Questa semifinale avrebbe dovuto essere aperta da una performance del ballerino olandese di breakdance Redo; e La finale si sarebbe dovuta svolgere il 16 maggio 2020 alle 21:00 CEST; vi avrebbero gareggiato i 10 paesi qualificatisi durante la Prima Semi-Finale, i 10 qualificatisi durante la Seconda Semi-Finale e i 6 finalisti di diritto (23. Paesi Bassi, ?.Francia, ?.Germania, ?.Italia, ?. Spagna, ?. Regno Unito), per un totale di 26 paesi. Il 9 marzo 2020, in seguito a un sorteggio, era stato stabilito che i Paesi Bassi, lo Stato organizzatore, si sarebbe esibito al ventitreesimo posto. Per l’occasione, tutti i cantanti che hanno rappresentato i Paesi Bassi all’Eurovision Song Contest erano stati invitati alla serata finale. Durante la finale dell’Eurovision Song Contest 2020 a Rotterdam, un’orchestra sinfonica composta da giovani musicisti avrebbe dovuto prendere parte ad un’esibizione speciale. La musica che avrebbe dovuto essere usata per la parata iniziale doveva essere prodotta da Pieter Gabriel (dj e produttore olandese di 15 anni) e da Eric van Tijn (direttore musicale di questa edizione). Negli Interval acts si sarebbero dovuti esibire: Gigliola Cinquetti con Non ho l’età (per amarti), Lenny Kuhr con De troubadour, Getty Kaspers con Ding-a-Dong, Sandra Kim con J’aime la vie, Paul Harrington e Charlie McGettigan con Rock ‘n’ Roll Kids, Alexander Rybak con Fairytale e Duncan Laurence con Arcade.[109] Si sarebbero dovuti esibire, inoltre, il dj olandese Afrojack, insieme a 65 musicisti, e Glennis Grace (rappresentante dei Paesi Bassi all’Eurovision Song Contest 2005).

Prima della cancellazione effettiva dell’evento a causa della pandemia di COVID-19, i pre-party previsti nei mesi di marzo e aprile, sono stati cancellati per lo stesso motivo. Per sopperire alla cancellazione dell’evento e dei pre-eventi di promozione, l’EBU-UER ha lanciato l’iniziativa denominata ‘Eurovision Home Concerts’, dove diversi artisti eurovisivi hanno la possibilità di cantare da casa sia il proprio brano che la cover di un eventuale altro brano, deciso dai fan della manifestazione tramite gli account social dell’Eurovision Song Contest. Inoltre, gli organizzatori dell’Eurovision Spain Pre-Party hanno organizzato l’evento ‘Eurovision Spain Pre-Party at Home’, tenuto online l’11 aprile 2020, dove ogni artista si è esibito in diretta da casa.

Per onorare gli artisti e i brani di questa edizione, l’EBU-UER ha trasmesso uno spettacolo denominato ‘Eurovision Song Celebration 2020’, sul canale ufficiale YouTube della manifestazione il 12 e il 14 maggio, i giorni inizialmente previsti per le semifinali. 

Lo spettacolo condotto da Janouk Kelderman, comprendeva i 41 brani dell’edizione in un format non competitivo, mostrando le esibizioni delle finali nazionali o i video musicali. 

In entrambe le serate ci sono stati anche interventi di vari youtubers, che hanno proposto le loro impressioni e reazioni ai brani in gara. 

Inoltre il tradizionale recap generale dei brani, è stato sostituito da un fan recap, dove i fan della manifestazione si sono esibiti sulle note del loro brano preferito. 

I brani sono stati eseguiti seguendo l’ordine che i produttori dello show avevano deciso, nel caso lo spettacolo si fosse svolto regolarmente.

Prima parte. La prima parte è stata trasmessa il 12 maggio 2020, e ha riguardato i 17 paesi che avrebbero gareggiato nella prima semifinale, e i tre finalisti che avrebbero avuto diritto di voto: Germania, Italia e Paesi Bassi. In degli intermezzi vari artisti hanno provato a reinterpretare il loro brano in un genere musicale differente, e hanno rivelato i loro tre brani eurovisivi preferiti. Questa puntata dove era prevista la partecipazione dell’Ucraina, è stata trasmessa anche dall’emittente nazionale UA:PBC, sul canale UA:Peršyj il 14 maggio 2020.

Seconda parte. La seconda parte è stata trasmessa il 14 maggio 2020, e ha riguardato i 18 paesi che avrebbero gareggiato nella seconda semifinale, e i tre finalisti che avrebbero avuto diritto di voto: Francia, Regno Unito e Spagna. In degli intermezzi vari artisti hanno provato a reinterpretare il loro brano nella propria lingua, e hanno mostrato attraverso un tour virtuale delle loro case, come vivono le loro giornate in quarantena.

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